I due volumi di “The Art of Nobuteru Yuki – Space Battleship Yamato 2199” ed il libro “Nobuteru Yuki – Yamato 2199 Retouch a Picture Collection” mi hanno permesso di introdurre la mia passione per la serie animata “Space Battleship Yamato 2199” che, già anticipata dalla Jap Figure di “Yuki Mori da me realizzata nel 2018, è ora ulteriormente dimostrata da quanto acquistato durante il mio viaggio in Giappone del 2019. In tale occasione, forte delle precedenti visite del 2016 e 2017, tornai presso il Nakano Broadway ove ha sede il Mandarake più grande di Tokyo per ottenebrarmi gioiosamente la mente con acquisti che ebbero come protagonisti due Key Animation di Haruiko Mikimoto realizzate per il film cinematografico  “Macross: Ai Oboete Imasuka” e, appunto, un gran numero di pubblicazioni inerenti la serie “Space Battleship Yamato 2199” di cui mi sto ora dilettando a raccontare.

Space Battleship Yamato 2199 è un’opera notevole sotto molti punti di vista. Benché datata 2012, essa è il remake aggiornato ed ammodernato della serie animata andata in onda sulle TV giapponesi nel 1974 quale adattamento del manga di Leiji Matsumoto. Si tratta di un vero e proprio cult a cui il nuovo team realizzativo si è approcciato con il dovuto rispetto ma con la consapevolezza di dover introdurre elementi innovativi per rendere fruibile al pubblico attuale una storia senza tempo. Il risultato è una serie animata di indubbio valore e di meritato successo che ha portato ad un sequel del 2017 ed al recente annuncio della realizzazione di una terza serie. Personalmente ritengo che siano tre i punti di forza di “Space Battleship Yamato 2199“: la storia (ideata negli anni ’70 dal papà di “Capitan Harlock“), i personaggi (nella loro interpretazione di Nobuteru Yuki in qualità di Character Designer) e tutto quanto relativo al design di astronavi e veicoli/strumenti meccanici in generale.

Il mecha design di “Space Battleship Yamato 2199” è ottimo con punte di oggettiva eccezionalità. Ciò riguarda tanto la corazzata “Yamato” quanto tutte le altre astronavi che compongono sia la flotta terrestre che quella dell’Impero di Garmillas. Il volume “Space Battleship Yamato 2199 – Hyper Mechanical Detal Artworks” dimostra tutto ciò ed anche di più. Le dettagliatissime illustrazioni contenute nel libro celebrano ai massimi livelli il colossale lavoro svolto per questa serie dimostrando come nulla sia stato lasciato al caso grazie ad una maniacale attenzione per ogni dettaglio.

Le astronavi sono i soggetti più iconici e riconoscibili della serie e, non a caso, il linguaggio tecnico/militare usato dai personaggi è quello della marina militare. La corazzata “Yamato” fu, infatti, un’ammiraglia della Flotta Imperiale Giapponese nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Dal destino breve e tragico, questa nave dalle caratteristiche uniche è celebrata fin dalla serie originale del 1974 e ne condiziona l’intera ambientazione fantascientifica. Ciò detto, non è stato da meno il lavoro svolto sui velivoli più piccoli che compongono la flotta terrestre e di Garmillas.

Space Battleship Yamato 2199 – Hyper Mechanical Detal Artworks” celebra a dovere anche i caccia, i bombardieri ed i velivoli di supporto utilizzati dagli eserciti dei due belligeranti. I riferimenti ad aeroplani realmente impiegati nella Seconda Guerra Mondiale sono innumerevoli e non sfuggiranno certo a chi ha una minima conoscenza degli armamenti usati nell’ultimo conflitto mondiale. Se, infatti, il principale caccia spaziale della flotta terrestre si chiama “Zero” esattamente come il temuto aereo della Mitsubishi, l’Impero di Garmillas annovera velivoli che richiamano, non solo nel nome ma anche nelle forme, altrettanti aeroplani tedeschi della Seconda Guerra Mondiale. A titolo di esempio cito solo il Messerschmitt Me-262 splendidamente reinterpretato per dare vita al DWG-262. Tali riferimenti non si militano ai velivoli, la flotta garmillassiana annovera nelle sue file anche un sottomarino dimensionale chiaramente ispirato agli U-Boot tedeschi.

Space Battleship Yamato 2199 – Hyper Mechanical Detal Artworks” è un libro che consiglio vivamente non solo a tutti gli appassionati di “Space Battleship Yamato 2199” ma anche agli amanti di animazione in generale, di mecha design nonché ai modellisti che volessero cimentarsi in scatole di montaggio dedicate a soggetti tratti dalla serie (categoria a cui non sfuggo io stesso avendo acquistato il kit “Pormelia Class Astro Assault Carrier” commercializzato da Bandai).