Come ho potuto raccontare nei reportage dedicati ai miei viaggi in Giappone del 2016, 2017 e 2019, il Nakano Broadway è sempre una meta imprescindibile in quanto sede del Mandarake più grande di Tokyo. Senza ripetere quanto già più volte approfondito negli articoli dedicati a tale centro commerciale datati 2016, 2017 e 2019, i negozi Mandarake sono l’unica oasi in cui appassionati stagionati come me possono, con un poco di fortuna, trovare materiale su anime e manga degli anni passati, ivi compresi veri e propri cult degli anni ’70/’90. Le ragioni di questa eccezionalità sono due: da una parte il mercato dell’entertainment nipponico che, vivendo di novità, dimentica in breve tempo quanto è già stato spremuto fino all’oso secondo le regole del consumismo più sfrenato, dall’altra il fatto che Mandarake sia una catena specializzata nella compravendita di materiale usato. In tale contesto, il Nakano Broadway custodisce due chicche: un punto vendita Mandarake ed un negozietto indipendente specializzati entrambi in Animation Cel, i rodovetri disegnati e dipinti a mano con cui si faceva animazione fino a qualche decennio fa.
Come mostrato nei citati articoli, il negozietto indipendente ha sempre attratto irresistibilmente la mia attenzione tant’è che ogni mia visita si è risolta in acquisti di Cel disegnati e dipinti per la realizzazione dei miei cartoni animati preferiti. Nel corso della mia visita al Nakano Broadway del 2016 acquistai due rododendri di “Maison Ikkoku”, durante la sortita del 2017 fu il turno di due Cel di “The Secret of Blue Water” e, come anticipato nel relativo articolo, non ha fatto eccezione l’incursione al Nakano Broadway del 2019. In tale occasione è stato il turno di un’opera di cui sono da sempre appassionatissimo: “Chōjikū Yōsai Macross”, serie animata fantascientifica trasmessa in Giappone nel 1982. A tale passaggio in televisione, è seguito nel 1984 il film cinematografico “Macross: Ai Oboete Imasuka”. Quest’ultimo è una sorta di originale rivisitazione della prima parte della storia narrata nella serie televisiva. Tale reinterpretazione ha fatto e fa ancora oggi storcere il naso ai fan più rigorosi ma io considero il film in oggetto la miglior opera mai realizzata fra quelle che compongono l’universo di “Macross”. In tale pellicola gli elementi più iconici della saga si sommano ad un triangolo amoroso che, pur avendo gli stessi protagonisti della serie televisiva, è impreziosito da caratterizzazioni più mature dei personaggi (soprattutto di quello maschile). “Macross: Ai Oboete Imasuka” è un vero e proprio gioiello anche e soprattutto per l’eccelso lavoro svolto da Haruiko Mikimoto in qualità di Character Designer.
Le premesse di cui sopra hanno lo scopo di far meglio comprendere l’estrema gioia, sorpresa e fascinazione che ho provato nello scoprire alcuni rodovetri di “Macross: Ai Oboete Imasuka” nel citato negozietto che si nasconde in un angolo del quarto piano del Nakano Broadway. Per esser più precisi, non sto parlando dei singoli Cel realizzati per animare il film (ricordo che un’animazione di buona qualità necessitava dai 24 ai 26 Cel al secondo) ma di Key Animation, in altre parole, i fotogrammi chiave realizzati da Mikimoto in persona. Le Key Animation rappresentavano i momenti essenziali del movimento di un personaggio, movimento che veniva creato dai Cel intermedi realizzati dagli animatori. Insomma, per farla breve, ho potuto acquistare due disegni originali di “Macross: Ai Oboete Imasuka” creati dalla mano di Haruiko Mikimoto ed impreziositi dalle note poste da lui stesso per istruire gli animatori sul lavoro da svolgere.
Il primo rodovetro mostra un primo piano di Lynn Minmay mentre canta la canzone “Ai Oboete Imasuka” durante l’iconico scontro finale contro la flotta zentrade.
Il secondo vede il mio personaggio preferito, Misa Hayase, poco prima di scoprire i testi della citata canzone nella città aliena abbandonata.
Inutile dire che i due rodovetri sono ora accuratamente incorniciati e si mostrano al loro meglio nel mio appartamento insieme agli altri comprati nel corso degli anni.