Uno dei principi cardine della Blitzkrieg fu la strettissima collaborazione fra l’arma corazzata e tutte le altre branche dell’esercito, aviazione compresa. La Wehrmacht fu forgiata allo scopo di dare vita a Panzerdivision le cui componenti agivano all’unisono per dare il massimo supporto ai reggimenti corazzati, compito dei quali era sfondare il fronte avversario e dilagare nelle retrovie dello stesso. In quest’ottica si capovolsero le regole consolidatesi nel corso della Prima Guerra Mondiale e i carri armati, acquisito ruolo dominante nella nuova guerra meccanizzata, imposero alla fanteria il compito di accompagnare la loro avanzata e di garantirne la protezione ravvicinata. Per fare questo la fanteria necessitava di veicoli di trasporto non solo in grado di tenere il ritmo imposto dai Panzer ma anche sufficientemente corazzati da poter sfidare il fuoco avversario ed offrire un efficace supporto ai fanti sul campo. Per rispondere a queste esigenze fu sviluppata la famiglia dei semicingolati Sdkfz.251 Mittlere Schützenpanzerwagen che diventarono la cavalcatura ufficiale dei Panzergranadier, la fanteria meccanizzata tedesca. L’Sdkfz.251 fu oggetto di numerose migliorie finalizzate a irrobustirne la struttura ed a semplificarne la produzione (da Ausf.A a Ausf.D) nonché di una lunga serie di versioni differenti per equipaggiamenti ed armamenti (da Sdkfz.251/1 a Sdkfz.251/23). Una delle varianti più massicciamente prodotte fu l’Sdkfz.251/9 armato con un Kwk (Kampfwagenkanone) 37 da 7.5cm L24.
L’evoluzione del Kwk 37 L24 è assai interessante in quanto, nei primi anni di guerra, equipaggiò il Panzer IV fino alla versione Ausf. F1 nonché lo Stug. III fino alla versione Ausf. E. Le ragioni sono presto dette, i due carri citati erano all’inizio della loro carriera operativa considerati quali veicoli a supporto della fanteria. Il 7.5 cm Kwk 37 L24 svolgeva egregiamente tale compito grazie ad una potente carica esplosiva ed a una bassa velocità del proiettile che, quindi, detonava anche a contatto con bersagli non corazzati. Quando l’invasione della Russia impose all’industria bellica tedesca di montare cannoni anticarro su qualunque piattaforma disponibile, il Panzer IV e lo Stug. III persero la loro originaria vocazione per essere destinati alla lotta diretta contro le masse di T-34 sovietici grazie ad armamenti specifici. Il risultato di ciò fu che alla fanteria venne a mancare il preziosissimo supporto di veicoli espressamente pensati per appoggiare le azioni contro punti fortificati, bunker, nidi di mitragliatrici, etc. Per supplire a tale carenza, il 7.5 cm Kwk 37 L24 venne montato sull’Sdkfz.251 dando vita all’Sdkfz.251/9. Di quest’ultimo videro la luce due principali versioni. La prima, prodotta nei primi anni di guerra, includeva una rilevante modifica della parte frontale del semicingolato per alloggiare il supporto del cannone. La seconda, prodotta dal 1944, consisteva in una semplice sovrastruttura alloggiante il cannone che veniva fissata senza modifiche alla struttura generale dell’Sdkfz.251.
I due diversi approcci alla medesima questione, dimostra il cambio di esigenze avvenuto col proseguo della guerra. La prima versione dell’Sdkfz.251/9 era più complessa da costruire ma riduceva l’altezza del veicolo rendendo lo stesso ed il suo equipaggio un bersaglio più difficile da colpire. La versione successiva era di costruzione più semplice e rapida ma rendeva il veicolo più alto facilitandone l’individuazione e la distruzione da parte del nemico.
Con il pretesto del Militracks, sono tornato a visitare l’Overloon War Museum nel 2018 scoprendone una collezione arricchita da alcuni importati restauri, come quello del “Panther” Ausf.G, nonché da una serie di nuovi cimeli come il 15 cm Nebelwerfer 41 ed il 10.5 cm Liechte Feldhaubitze. A questi ultimi si sono aggiunti i resti di un 7.5 cm Kwk 37 L24 su affusto per Sdkfz.251/9.
Quello in oggetto è un recupero da archeologia bellica. L’esemplare necessiterebbe di un profondo restauro che, mi auguro, il museo riuscirà a compiere anche grazie ai fondi derivanti dal costante e crescente successo del Militracks. L’affusto resta comunque una chicca imperdibile per ogni appassionato, richiama inevitabilmente alla memoria il bellissimo esemplare di Sdkfz.251/9 conservato al Deutsches Panzermuseum Munster ed è di modello iniziale proprio come quello montato sul veicolo di quest’ultimo museo.