Come ho già avuto modo di raccontare nell’articolo scritto a riguardo dell’edizione 2018 di quello spettacolare evento che porta il nome di Militracks, ho avuto la contestuale occasione di visitare per la seconda volta (la prima nel 2013) l’Overloon War Museum. E’, infatti, nel parco che circonda quest’ultimo che si svolge il Militracks. In quattro anni il museo è cresciuto molto; le nuove acquisizioni non mancano ma sono stati soprattutto i restauri effettuati a suscitare in me un particolare interesse. Se il bellissimo SWS che, quattro anni fa era ancora immobile, ora girovagava per l’arena esterna, è soprattutto il restauro del “Panther” Ausf.G ad attrarre gran parte dell’attenzione degli appassionati.
Il Panzerkampfwagen V “Panther” fu sviluppato dall’industria bellica tedesca per conquistare la supremazia sui campi di battaglia russi e rappresentò un salto tecnologico e concettuale così ben riuscito da ispirare fortemente tutto quanto sarebbe stato sviluppato nel dopoguerra. Il “Panther” è da ritenersi il primo MBT (Main Battle Tank) della storia. Con MBT si intende il carro armato meglio incarnante l’equilibrio fra gli elementi del trittico corazza-armamento-motorizzazione. Più tale rapporto si avvicina all’eccellenza, più il veicolo è dotato di una polivalenza in grado di offrire la supremazia tattica all’esercito che lo allinea fra le proprie file. Il “Panther” fu, per tutta la Seconda Guerra Mondiale, un avversario assai temibile nonostante alcune insufficienze tecniche e strutturali. Benché assai meno famoso del “Tiger I”, il “Panther” ispirò fortemente il design del “Tiger II” e, grazie alle sue linee eleganti ed ai successi militari di cui fu capace, è certamente uno dei carri tedeschi più apprezzati da parte degli appassionati del settore.
Il “Panther” dell’Overloon War Museum è un modello Ausf.G assai rilevante perché è uno dei Panzer persi dai Tedeschi nel corso dei violenti combattimenti che si svolsero, nel tardo 1944, proprio nell’area in cui oggi sorge il museo. Se ciò non bastasse era uno dei rari Ausf.G dotati di Zimmerit ed aveva la stranezza di riportare due Balkenkreuz in torretta. Vi rimando alle foto storiche che riporto qui sotto per cogliere appieno le caratteristiche del carro in questione nonché alla storia dello stesso riportata sulla cartello informativo del museo.
Il restauro concluso da poco tempo ha restituito al museo un “Panther” in grado di attrarre pubblico ed indiscusso interesse. Il lavoro è certamente ben fatto, completando il carro con tutti i suoi elementi caratteristici e lasciando visibile il danno al treno di rotolamento destro le cui origini mi sono sconosciute ma che permettono di apprezzare il sistema di sospensioni a ruote intervallate ed a barre di torsione.
Nonostante il risultato ottenuto sia assai apprezzabile, si tratta di un restauro probabilmente solo esterno e discutibile sotto alcuni punti di vista. E’ un peccato, infatti, che si sia perso lo Zimmerit che rivestiva il veicolo così come la pittura originaria che non è nemmeno stata riprodotta ex novo sul carro. In entrambi i casi si poteva provvedere mentre erano in corso i lavori per riportarlo al suo splendore.
Tutto ciò premesso, questo “Panther” è giustamente messo in grande risalto nel museo tanto da essere al centro di un’esposizione con due elementi molto originali. Il primo, posto in bella vista all’interno di una teca, è il motore Mayback HL230 che equipaggiava questo tipo di Panzer.
Il secondo è uno Sherman che, parzialmente disassemblato e posto a fronte del “Panther”, sembra essere stato distrutto in azione da quest’ultimo.