Ho recentemente iniziato a parlare su questo blog del mio viaggio in Germania del 2012. Viaggio durante il quale ho visitato il Ludendorff-Brücke ed il Defense Technology Museum di Koblenz. Quest’ultimo mi sorprese molto per il gran numero di pezzi d’artiglieria e di armi individuali presenti nella collezione museale. Uno degli esemplari che più mi piacquero fu la splendida Flak-43 a cui ho già dedicato un articolo ma l’armamento che, per rarità e gusti personali, considero una ragione più che sufficiente per recarsi al Defense Technology Museum è la splendida 3.7cm Flakzwilling-43 ivi custodita.
A cominciare dal 1943, la Luftwaffe perse progressivamente il dominio dei cieli sui campi di battaglia del secondo conflitto mondiale. Nel 1944 la situazione divenne drammatica per la Wehrmacht. Dallo sbarco in Normandia fino all’ultimo giorno di guerra, le forze tedesche del fronte occidentale furono costantemente obiettivo di nugoli di cacciabombardieri (Jabo – abbreviazione di JagdBomber). Sul fronte orientale il contesto tattico era un po’ più equilibrato; la Luftwaffe riuscì a contenere meglio la superiorità numerica dell’aviazione sovietica tanto da non consentire all’avversario quel predominio che, invece, era moneta corrente ad occidente. Ciononostante, gli Sturmovik erano un problema serissimo fin dall’Operazione Barbarossa del 1941 ed i P-47 non erano da meno nel 1944 sul fronte occidentale. La Flak destinata ad abbattere i Jabo fu principalmente sviluppata attorno ai calibri da 2cm e 3.7cm. Se il 2cm era il calibro più diffuso ad inizio guerra, l’entrata in servizio di Jabo sempre più pesantemente corazzati portò all’incremento numerico ed al costante miglioramento degli armamenti da 3.7cm. I proiettili di tale calibro, infatti, avevano massa e potenza tali da offrire maggiori chance di abbattere aerei ormai paragonabili a veri e propri carri armati volanti. La Flak-43 fu il miglior cannone antiaereo da 3.7cm allineato dall’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Benché la Flak-43 avesse un rateo di fuoco superiore a quello di modelli precedenti come la 3.7cm Flak-37, la cadenza di tiro non era comunque tale da garantire la massima probabilità possibile di colpire un bersaglio volante ad alta velocità come un cacciabombardiere in picchiata.



Allo scopo di usufruire di quanto già in produzione, la Flak-43 fu oggetto di un originale potenziamento che determinò la nascita della Flakzwilling-43. Mediante un affusto ingrandito, due cannoni furono posizionati uno sopra l’altro consentendo così di raddoppiare il rateo di fuoco senza modifiche di sorta all’armamento in sé. Il nuovo cannone era, ovviamente, molto più pesante e di maggiori dimensioni rispetto alla sua versione originale; basti pensare che, per il suo spostamento, si rese necessario un modello di carrello (detto Sonderanhaenger 106) praticamente identico a quello usato per i Flak-36 e Flak-37 da 8.8 cm, cannoni con cui normalmente si ingaggiavano bombardieri medi. Ciò limitava l’impiego della Flakzwilling-43 che, anche a causa del numero limitato di esemplari prodotti, fu per lo più utilizzata per la protezione di treni, ponti, bersagli strategici ed anche città (vi sono foto che la mostrano sul perimetro inferiore di una Flakturm di Berlino).



Sono sempre stato affascinato dalla Flakzwilling-43. Ammirare l’esemplare custodito nel Defense Technology Museum è stata un’esperienza un’unica anche perché le Flakzwilling-43 sopravvissute alla guerra sono pochissime e nessuna, per quanto a mia conoscenza, è ben conservata come quella del museo di Koblenz.
























Vista la rarità del soggetto e lo scarsissimo materiale disponibile sulla Flakzwilling-43, spero davvero le foto disponibili qui sopra siano di interesse ad appassionati e modellisti.
English Language
I recently talked on this blog about my trip to Germany in 2012. A trip during which I visited the Ludendorff-Brücke and the Defense Technology Museum in Koblenz. The latter surprised me greatly with the large number of artillery pieces and individual weapons in the museum collection. One of the weapon I liked the most was the beautiful Flak-43 to which I have already dedicated an article, but the armament which, for rarity and personal taste, I consider a more than sufficient reason to go to the Defense Technology Museum is the wonderful 3.7cm Flakzwilling-43 kept there.
Beginning in 1943, the Luftwaffe gradually lost dominance in the skies on the battlefields of the Second World War. In 1944, the situation became dramatic for the Wehrmacht. From the Normandy landings until the last day of the war, German forces on the Western Front were constantly targeted by swarms of fighter-bombers (Jabo – short for JagdBomber). On the eastern front, the tactical context was more balanced; the Luftwaffe was able to better contain the numerical superiority of the Soviet air force not allowing to adversary the dominance that was the currency in the west. Nevertheless, the Sturmoviks had been a serious problem since Operation Barbarossa in 1941 and the P-47s were no less so in 1944 on the Western Front. The Flak intended to shoot down the Jabo was mainly developed around the 2cm and 3.7cm calibers. While the 2cm was the most popular caliber at the beginning of the war, the entry into service of increasingly heavily armored Jabo led to improve the 3.7cm armaments. Bullets of this caliber, in fact, were of such mass and power as to offer a better chance of shooting down aircrafts that were now comparable with real flying tanks. The Flak-43 was the best 3.7cm anti-aircraft gun the German army developed during World War II. Although the Flak-43 had a higher rate of fire than earlier models such as the 3.7cm Flak-37, the rate of fire was not sufficient to ensure the highest possible probability of hitting a high-speed flying target such as a dive-bomber.



In order to take advantage of what was already in production, the Flak-43 underwent an original upgrade that resulted in the Flakzwilling-43. By means of an enlarged gun mount, two cannons were placed one above the other, thus making it possible to double the rate of fire without any changes to the armament itself. The new gun was, of course, much heavier and larger than its original version. That limits the use of the Flakzwilling-43 which, also due to the short number produced, was mostly used to protect trains, bridges, strategic targets and even cities (there are photos showing it on the lower perimeter of a Berlin Flakturm).



I have always been fascinated by the Flakzwilling-43. Admiring the specimen in the Defense Technology Museum was a unique experience also because very few Flakzwilling-43s survived the war and none, to my knowledge, is as well preserved as the one in the Koblenz museum.
























Given the rarity of the subject and the very scarce material available on the Flakzwilling-43, I really hope the photos available above will be of interest to enthusiasts and modellers.