La mia visita al Defense Technology Museum di Koblenz risale ormai a poco meno di dieci anni fa. La collezione museale mi soprese per il gran numero di pezzi d’artiglieria e di armi individuali presenti, tutti in ottime condizioni. Per gusti personali, uno degli esemplari che più mi piacquero fu una splendida Flak-43, cannone antiaereo (FlugAbwehrKanone) di cui sono rimasti pochissimi esemplari ai giorni nostri.

A cominciare dal 1943, la Luftwaffe perse progressivamente il dominio dei cieli sui campi di battaglia del secondo conflitto mondiale. Dal 1944 la situazione divenne drammatica per la Wehrmacht. Dallo sbarco in Normandia fino all’ultimo giorno di guerra, le forze tedesche del fronte occidentale furono costantemente obiettivo di nugoli di cacciabombardieri (Jabo – abbreviazione di JagdBomber). Benché sia ampliamente da ridimensionare il numero di Panzer effettivamente distrutti da P-47 e simili, gli Jabo erano devastanti sulla catena di approvvigionamento delle truppe in prima linea potendo efficacemente colpire camion, treni e linee di comunicazione in generale. Sul fronte orientale il contesto tattico era un po’ più equilibrato; la Luftwaffe riuscì a contenere meglio la superiorità numerica dell’aviazione sovietica tanto da non consentire all’avversario quel predominio che, invece, era moneta corrente ad occidente. Ciononostante, gli Sturmovik erano un problema serissimo fin dall’Operazione Barbarossa del 1941. La Flak destinata ad abbattere i Jabo fu principalmente sviluppata attorno ai calibri da 2cm e 3.7cm.  Se il 2cm era il calibro più diffuso ad inizio guerra, l’entrata in servizio di Jabo sempre più pesantemente corazzati portò all’incremento numerico ed al costante miglioramento degli armamenti da 3.7cm. I proiettili di tale calibro, infatti, avevano massa e potenza tali da offrire maggiori chance di abbattere aerei ormai paragonabili a veri e propri carri armati volanti. La Flak-43 fu il miglior cannone antiaereo da 3.7cm allineato dall’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Grazie a prestazioni superiori a quelle dei suoi predecessori, la Flak-43 fu imbarcata su tutte le piattaforme mobili disponibili, dai semicingolati ai Flakpanzer IV “Mobelwagen” e “Ostwind“.

Ho da sempre una passione assoluta per la Flak-43 che reputo un’arma dalla linea moderna ed affascinante. Potete, quindi, facilmente immaginare il mio entusiasmo quando ho inaspettatamente scoperto che la collezione del Defense Technology Museum di Koblenz ne include un esemplare. Oltretutto, si tratta di una Flak-43 in ottime condizioni e, per quanto di mia conoscenza, sostanzialmente completa. Considero questaFlak-43particolarmente interessante in quanto consente di ammirare anche i dettagli più minuti dell’arma e di verificare quali parti di essa non venivano dipinti; informazioni preziosissime per chiunque voglia cimentarsi nella realizzazione di un modello in scala della Flak-43.

Non certo di minor interesse è il complesso mirino esposto a fianco della Flak-43 in oggetto e consistente in uno dei modelli montati su tale arma. A memoria si tratta del mirino più comunemente riprodotto nei modelli di Flak-43 presenti sul mercato perciò sono convinto che siano foto di grande interesse modellistico. Fatene buon uso!

English Language

My visit to Defense Technology Museum in Koblenz was just under ten years ago. The museum collection surprised me thanks to a large number of artillery pieces and individual weapons, all in excellent condition. One of the weapons that I liked the most was a splendid anti-aircraft gun Flak-43 (FlugAbwehrKanone).

Beginning in 1943, the Luftwaffe gradually lost dominance of the skies on the battlefields of World War II. From 1944 the situation became dramatic for the Wehrmacht. From the Normandy landings until the last day of the war, the German forces on the Western Front were constantly targeted by swarms of fighter-bombers (Jabo – short for JagdBomber). Although the number of Panzers actually destroyed by P-47s has to be greatly reduced, the Jabo were devastating to the supply chain of the frontline troops as they could effectively hit trucks, trains and communication lines in general. On the eastern front the tactical context was a bit more balanced; the Luftwaffe was able to better contain the numerical superiority of the Soviet air force. Nevertheless, the Sturmovik had been a serious problem since Operation Barbarossa in 1941. The Flak intended to shoot down the Jabo was mainly developed around the 2cm and 3.7cm calibers.  If the 2cm was the most common caliber at the beginning of the war, the entry into service of more and more heavily armored Jabo led to increase in numbers and the constant improvement of the 3.7cm weapons. The bullets of this caliber, in fact, had such mass and power to offer a better chance to shoot down aircraft that were now comparable to real flying tanks. The Flak-43 was the best 3.7cm anti-aircraft gun lined up by the German Army during World War II. With superior performance to its predecessors, the Flak-43 was embarked on all available mobile platforms, from half-tracks to the Flakpanzer IV “Mobelwagen” and “Ostwind”.

I have always had an absolute passion for the Flak-43 that I consider a weapon with a modern and fascinating line. You can therefore easily imagine my enthusiasm when I unexpectedly discovered that the collection of the Defense Technology Museum in Koblenz includes a Flak-43 in excellent condition and, to the best of my knowledge, substantially complete. I consider this Flak-43 particularly interesting because it allows you to admire even the smallest details of the weapon and to verify which parts of it were not painted; very valuable information for anyone who wants to build a Flak-43 scale model.

Of no less interest is the complex sight exhibited next to that Flak-43 and consisting of one of the models mounted on that weapon. From memory, this is the most commonly reproduced sight in the Flak-43 models on the market, so I am convinced that these are photos of great modelling interest. Make good use of them!