
Il Lago Maggiore è sovente meta di mie sortite in bicicletta. Poco prima di Pasqua, partendo da casa, ho raggiunto Sesto Calende percorrendo la ciclabile del Canale Villoresi e del Naviglio Grande. Giusto il mese scorso, come raccontato nell’articolo dedicato, sono arrivato a Porto Valtravaglia partendo da Sesto Calende. Attratto inesorabilmente dal desiderio di completare l’esplorazione in bici di tutto il versante lombardo del Lago Maggiore, venerdì 6 giugno ho raggiunto Porto Valtravaglia con la mia fedele Fiat 500 munita di portabiciclette. Da qui, verso le nove del mattino, sono partito in direzione del confine svizzero, desideroso di scoprire quest’ultimo tratto italiano del lago.
Germignaga è stato il primo paese attraversato in una mattina funestata da una spessa coltre di nubi che, per tutta la mattina, mi ha impedito di godere appieno del panorama offerto dal Lago Maggiore.
In condizioni atmosferiche non certo migliori, ho raggiunto Luino ove sono rimasto molto impressionato dai numerosi edifici storici che testimoniano l’importanza rivestita da questa bella cittadina lacustre.
Agevolato da inaspettati tratti della vecchia linea ferroviaria che, rimasti aperti ai ciclisti ed al limitato traffico dei residenti, permettono di evitare le gallerie presenti lungo la Strada Statale 394, sono arrivato a Colmegna e poi a Maccagno. Ho apprezzato moltissimo entrambi i paesi in quanto conservano un aspetto di altri tempi e custodiscono piccole perle come il Santuario della Madonna della Punta che si trova poco prima di Maccagno.
Il lungo tratto di strada che separa Maccagno dalla dogana di Zenna è monotono ed insignificante. Lo consiglio solo a chi avesse come me il desiderio di raggiungere il confine con la Svizzera. Ad un occhio attento, però, non mancano occasioni per scoprire luoghi nascosti come la cappelletta della Madonna in Trono e Santi a cui si accede grazie ad un ripido sentiero che in pochi metri conduce dalla Statale alla sponda del lago.
Tornato a Maccagno, ho pranzato in un ristorante del posto e, incoraggiato dal previsto miglioramento delle condizioni meteo, ho inforcato nel primo pomeriggio la bicicletta allontanandomi dal lago e risalendo i monti che vi si affacciano. Incuriosito dal Lago Delio notato sulla mappa e rivelatosi ben poco significativo, ho percorso l’anello creato dalla Strada Provinciale 5 che, biforcandosi appena sopra Maccagno, si richiude all’altezza di Veddasca. La strada, immersa nei boschi, attraversa una serie di paesini fuori dal tempo e serpeggia senza sosta fino al Passo Forcora a 1.190 metri. Il dislivello è, nel complesso, notevole ma il percorso è un vero idilio per un ciclista grazie ad una serie di divertenti tornati ed al bel paesaggio in cui si è immersi. Arrivati al passo, si è accolti dalla Chiesetta della Madonna della Neve che è anche memoriale dedicato alla Brigata Partigiana “Garibaldi” operante nella zona.
Ritornato sul lungolago, sono tornato a Porto Valtravaglia non prima di essermi goduto un meritato aperitivo a Luino poco prima del tramonto.
Si è conclusa così una giornata che ricorderò a lungo e che mi ha certamente incoraggiato ad approfittare della mia bella Fiat 500 e del suo portabici per intraprendere nuove avventure sulle due ruote.
English Language
Lake Maggiore is often the destination of my cycling trips. Shortly before Easter, starting from home, I reached Sesto Calende along the Villoresi Canal and Naviglio Grande cycle path. Just last month, I arrived in Porto Valtravaglia starting from Sesto Calende. Inexorably attracted by the desire to complete the exploration of the entire Lombardy side of Lake Maggiore by bike, on Friday 6 June I reached Porto Valtravaglia with my faithful Fiat 500 equipped with bike rack. From here, around 9 a.m., I set off in the direction of the Swiss border, eager to discover this last Italian section of the lake.
Germignaga was the first town I crossed on a morning afflicted by a thick blanket of clouds that prevented me from fully enjoying the panorama offered by Lake Maggiore.
In less than perfect weather conditions, I reached Luino, where I was very impressed by the many historic buildings that testify to the importance of this beautiful lakeside town.
Facilitated by unexpected stretches of the old railway line, which remain open to cyclists and the limited traffic of residents, allowing me to avoid the tunnels along State Road 394, I arrived in Colmegna and then Maccagno. I really enjoyed both villages as they retain an old-fashioned appearance and contain little gems such as the Sanctuary of the Madonna della Punta just before Maccagno.
The long stretch of road that separates Maccagno from the Zenna customs house is monotonous and insignificant. I would only recommend it to those who, like me, wish to reach the Swiss border. However, if you look carefully, you will discover hidden places such as the little chapel of the Madonna on the Throne and Saints, which can be reached by a steep path that leads from the road to the lake shore in just a few metres.
Back in Maccagno, I had lunch in a local restaurant and, encouraged by the expected improvement in the weather conditions, in the early afternoon I set out on my bike, moving away from the lake and up the mountains that overlook it. I rode along the loop created by Provincial Road 5, which forks just above Maccagno and closes again at Veddasca. The road, immersed in the woods, passes through a series of small villages that are out of time and meanders relentlessly up to the Forcora Pass at 1,190 metres. The difference in height is considerable but the route is a real idyll for a cyclist thanks to a series of enjoyable switchbacks and the beautiful landscape in which you are immersed. On reaching the pass, you are greeted by the small church of the Madonna della Neve, which is also a memorial dedicated to the “Garibaldi” Partisan Brigade operating in the area.
Back on the lakefront, I returned to Porto Valtravaglia not before enjoying a well-deserved aperitif in Luino just before sunset.
So ended a day on two wheels that I will remember for a long time.