Ho da sempre un’incontenibile passione per la storica Fiat “500” che ha contribuito a motorizzare l’Italia del dopoguerra fin dal 1957. La ritengo un gioiello di design che, con le sue linee morbide e tondeggianti, è ancora oggi in grado di rappresentare la genialità e la fantasia italiana nel mondo. Non avendo la possibilità di acquistare e mantenere l’auto storica e sorvolando sulla tristissima versione degli anni ’90 che non aveva nulla a condividere con la sua antenata, mi innamorai fin da subito della nuova “500” realizzata da Fiat a partire dal 2007, anno non casuale coincidendo con l’anniversario dell’entrata in scena del primo modello.
Della nuova “500” apprezzai subito tutto ed in particolar modo le forme che, benché ammodernate, richiamano efficacemente le linee dell’auto storica. Il successo fu immediato e non credo di cadere in errore affermando che si tratti del principale successo Fiat dell’ultimo decennio. Nonostante il mio personale apprezzamento, non abbi mai occasione o ragione di acquistare una “500” per me. Non posso negare che ciò fu dovuto anche al pregiudizio secondo cui si tratterebbe di “auto da parata”, non destinata all’uso quotidiano. Essendo anche piccola, viola la convinzione della necessità di un’auto grande a disposizione della famiglia. Ragionandoci sopra, questo punto di vista è cambiato radicalmente all’inizio di quest’anno quando, per chilometraggio raggiunto, si è reso necessario sostituire la Ford “Focus” che usavo regolarmente per andare e tornare dal lavoro. A quel punto mi sono reso conto non sussistevano ragioni serie ad impedirmi di comprare la tanto desiderata ed apprezzata “500”. Non avendo interesse per auto grandi o sportive e considerando che per i viaggi molto lunghi (i) le auto come la “500” o la “Mini” hanno una tecnologia tale da poterli affrontare senza problemi e che (ii) preferisco in generale viaggiare in aereo e noleggiare un’auto sul posto, mi sono detto: “Cavolo, perché no!”. Ed è così che a fine gennaio ordinai con grande gioia la mia “500”! J
Inutile dire che, piacendomi tanto e desiderandola da molti anni, mi sono divertito ad accessoriarla il più possibile. Una sola cosa era già decisa da tempo immemorabile: il colore giallo! Da una parte è il mio colore preferito, dall’altra penso che un’auto come la “500”, piccola e simpatica, meriti una tinta fuori dai canoni comuni. Per più, di Fiat “500” bianche o metallizzate ve ne sono a migliaia sulle strade, seguite a stretta misura dal rosso e dal blu; il giallo è veramente poco comune e la cosa non può che essere un elemento di attrattiva in più. Ciò, infine, che ha reso ideale questa scelta è che da poco più di un anno il tono di giallo è stato cambiato con l’abbandono dell’usuale color limone (a mio parere poco azzeccato perché freddo ed alla lunga stancante) e l’adozione della stessa tinta di giallo della “500” storica. Scelta, questa, a mio giudizio assai indovinata sia per il richiamo all’antenata sia perché si tratta di un giallo caldo e brioso che completa in modo perfetto le linee morbide e piacevoli dell’auto.
Per quanto concerne la motorizzazione, cercando un compromesso fra prestazione e consumi, ho optato per raffinato motore TwinAir 0.9 a due cilindri da 85CV che, grazie al turbocompressore, offre prestazioni assai vivaci vicine a quelle della versione 1.4 da 100 CV. I consumi dipendono, ovviamente, da quanto il guidatore ha il “piedino pesante” ma risultano contenuti (mediamente faccio 100 km con 5.4 litri) anche grazie al sistema Eco ed allo Start&Stop che, soprattutto in percorsi cittadini, danno il loro importante contributo a limitare i consumi. A livello emozionale, l’auto risulta veramente molto divertente da guidare anche grazie al tipico rumore del due cilindri che, perfino a regime molto basso, da un brio tutto particolare al veicolo.
La versione che ho scelto è stata la “Lounge” in quanto desideroso di non avere le linee troppo modificate rispetto alla “500” storica come avviene nei modelli “Abarth”. Ad essa, già dotata di serie di tetto panoramico, Blue& Me ed altre rifiniture che ne danno un aspetto classico ma brioso, ho fatto aggiungere le modanature frontali e laterali, le ruote da 16 pollici con cerchioni in lega, il display elettronico, il pomello del cambio chiaro per richiamare le altre componenti del cruscotto dello stesso colore, i fendinebbia e, soprattutto, il fantastico tettuccio apribile che aumenta la godibilità dell’auto in un modo che mai mi sarei immaginato. Acquistatolo con non pochi dubbi temendo lo avrei usato un numero di volte insignificante rispetto al prezzo pagato, mi ritrovo, nei percorsi a velocità contenuta, a viaggiare con il tettuccio sempre aperto sia per il piacere insito nella cosa, sia per stemperare il caldo di questa estate.
Il risultato finale è l’auto che mostro qui sotto e che, ribattezzata “Chicca”, garantisco essere una gioia quotidiana non solo guidarla ma anche solo guardarla e che, sono sicuro, resterà con me molto a lungo.
Mi divertirò in futuro a mostrare i viaggi e le trasferte che farò con Chicca a dimostrazione di come muoversi con lei assuma sempre una dimensione particolare tanto da sembrare di stare sempre in vacanza. A dimostrazione di come l’estate e le ferie siano la condizione naturale della mia meravigliosa “500”, basti ammirarla sul lungomare di Rapallo dove, percorsi con grande piacere e divertimento i tornanti liguri dell’Aurelia, feci pausa di ritorno da un trekking a cavallo nel Grossetano.
Ciao Andrea,
La 500 … meravigliosa!
Mi riferisco ai modelli degli anni ’70. Compiuti i 19 anni i miei Nonni materni me ne avevano regalata una, la 500 L .
“L” penso significasse “lusso” perchè sui paraurti aveva 4 pezzi di tubo sagomati che la rendevano un po’ più elegante, si fa per dire, rispetto agli altri modelli.
Posti : 2+2 (i secondi leggermente comodi solo per persone magre e non troppo alte).
Tettuccio apribile (per metà, circa, della lunghezza).
Motore posteriore di cilindrata fosse leggermente inferiore ai 500 cc con cui si potevano raggiungere facilmente i 100 Km/h purchè in discesa e col vento in poppa.
Raffreddamento ad aria, tanto che ho sempre sostenuto che era un po’ parente della Porsche (a quei tempi raffreddata ad aria anche lei). Erano praticamente identiche ed in partenza ai semafori era quasi impossibile distinguere la due auto sia per il rombo che per lo scatto 🙂 🙂
Dotata anche di acceleratore manuale aveva un fine sistema di regolazione per il riscaldamento : una manopola.
Cambio a 5 marce (compresa la retromarcia) che “consentiva” di scalare solo effettuando la doppietta (la doppietta: mitica! Ogni tanto, quando mi piglia un attacco di giovanilismo, mi diverto ancora a farla sulle strate in salita e con curve strette).
Il vano portabagagli (sarabbe meglio dire : portabagaglio) era veramente piccolo e per quasi la metà occupato dal serbatoio.
Per farla partire nei mesi freddi era necessario tirare una levetta situata, se non ricordo male, tra la leva del cambio e del freno.
A fianco di quella levetta ce n’era un’altra identica ma non ricordo a cosa servisse.
Come tutte le auto di una certa classe aveva gli schienali regolabili.
Tergicristalli a due velocità : fermo, in moto.
Ho sempre sostenuto che chi non ha guidato la Cinque-fette (così chiamavamo a quei tempi la 500 perchè le “fette” erano le monete da 100 lire quindi 500 lire -5 monete da 100- facevano 5 fette) non può considerarsi un autista provetto. Infatti per la potenza erogata le manovre in velocità dovevano essere “programmate” valutando la velocità degli altri mezzi e la loro lunghezza giacchè gli autoveicoli sorpassabili erano pochi: altre Cinque-fette guidate da qualche vecchietto (di allora per i giovani di allora) ed i camion.
La rimpiango e vorrei averla ancora, era targata : GE 447521.
Ciao
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Ciao Pierluigi,
non hai idea con quanto piacere ho letto questo tuo lungo intervento che ha il dolce sapore di cari ricordi. Sono felice che il mio articolo ti abbia fatto tornare alla mente tante emozioni e non posso che invidiarti un po’. Anche noi abbiamo avuto una 500 in famiglia. Ricordo che era bianca ma ero troppo piccolo per poterla apprezzare completamente. Meglio ricordo la NSU Prinz metallizzata che passò anch’essa nel parco macchine famigliare. Peccato non aver avuto lo spazio per tenerle entrambe. Sarebbe stato molto bello averle ancora oggi…
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Complimenti (ancora!) Andrea per la tua nuova auto, la mitica 500!. Come te, anch’io preferisco questa nuova versione, che ricorda molto quella “classica” , tipica degli anni….”anta”, forse, anche perché è stata la prima auto dei miei fin da quando si son conosciuti, di quando han fatto il loro viaggio di nozze, ecc.
Era, appunto, una Fiat 500, color blu/petrolio, targata MI L28236. Purtroppo, però, per loro, ha sempre dato un po’ di problemi.
Immagina quando han dovuto “separarsene”, quando hanno dovuto, x forza, cambiare auto!.
Certamente, però, penso, confido, credo fermamente che, invece, la tua “Chicca”,… ne farà di strada! 😉
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Ci puoi scommettere, Laura. Molti chilometri ed emozioni aspettano me e la Chicca! 🙂
Sembra proprio che abbiamo avuto tutti una 500 in famiglia.
E’ davvero un’auto che ha contribuito a fare l’Italia di ogni giorno! 🙂
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