Il mio viaggio in Giappone fra gennaio e febbraio 2017 ha avuto molte particolarità non solo dettate dalla stagione in cui si è svolto. Penso questo sia già stato dimostrato dagli articoli che, purtroppo con eccessivo ritardo, sto dedicando a questa mia terza esperienza in terra nipponica. Il poco usuale periodo da me scelto per tornare in Giappone mi ha permesso di partecipare al Setsubun, una festa molto sentita in Giappone che cade ogni 3 febbraio. Secondo il relativo calendario, in tale data inizia il nuovo anno lunare e, in senso più lato, la primavera. Come ogni momento di passaggio e di rinnovamento, il Setsubun si incentra su riti destinati a purificare il male dell’anno precedente, allontanare gli spiriti malvagi dall’anno che deve venire e propiziare la buona sorte. Nell’immaginario collettivo, il Setsubun è strettamente legato agli orchi giapponesi (Oni), da scacciare lanciando semi di soia. Questo rito propiziatorio tanto sentito dai bambini non è nuovo nemmeno agli appassionati di animazione giapponese più stagionati come me i quali, andando con la memoria ai primi anni ’80, ricorderanno la scena del cartone animato “Lamù – La ragazza dello spazio” (tratto dal manga “Urusei Yatsura” di Rumiko Takahashi) in cui il protagonista, Ataru Moroboshi, lanciava proprio dei semi di soia contro Lamù, scambiata per un Oni a causa del suo bikini tigrato, le corna ed i canini pronunciati.
Il 3 febbraio ero a Tokyo e trascorsi l’intera giornata del Setsubun presso il tempio Senso-ji di Asakusa, a due passi dal fiume Sumida. Non starò a dilungarmi sulle caratteristiche e l’importanza della zona templare in questione perché avevo già avuto il piacere di dedicarvi non solo l’articolo scritto nel 2015 ma anche quello datato 2016 e redatto per raccontare la mia esperienza al Sanjia Matsuri che si tiene a metà maggio di ogni anno proprio nel tempo Senso-ji. Ciononostante, il quartiere di Asakusa esercita un forte fascino su di me perciò non posso fare a meno, anche in questa sede, di mostrare qualche foto scattata passeggiando per le sue vie.
Non stupirà sapere che il Setsubun rappresenta un evento in cui il tempio Senso-ji si veste a festa e diventa fulcro di celebrazioni che coinvolgono tutto il quartiere ed attirano visitatori da tutta Tokyo e non solo. Le celebrazioni del Setsubun si sono sostanzialmente divise in due fasi. La mattina del 3 febbraio è stata interamente dedicata ai bambini di asili e scuole elementari. Tutti vestiti con le loro caratteristiche divise e con gilet gialli, erano in buon ordine allineati davanti alla scalinata del tempio principale. In rappresentanza di tutti, alcuni di loro hanno potuto tirare i semi di soia a due attori travestiti da sgargianti Oni.
L’evento ha consolidato in me una smodata passione per i bambini giapponesi. Hanno dei volti affascinanti così come molti vecchietti. Potendo scatterei foto di ritratti in continuazione. Inutile aggiungere l’entusiasmo della folla ed il mio assoluto stupore nel momento in cui si sono messi tutti ordinatamente in fila per rientrare a scuola sotto lo sguardo vigile delle maestre.
Nel pomeriggio, il Setsubun è entrato nella fase dedicata agli adulti. Si sono succedute varie celebrazioni e processioni il cui evento culmine è stato il raduno di una serie di celebrità (fra cui un famoso lottatore di Sumo) che, radunatisi alle balaustre del perimetro esterno del tempio principale, hanno lanciato al pubblico dei sacchetti contenenti semi di soia. Prenderli al volo era gesto beneaugurante per il nuovo anno da poco iniziato.
Come per ogni ricorrenza e festività, l’area templare era disseminata di yattai dove gustare ogni tipo di street food giapponese e vivacizzata da un’allegra folla di visitatori di tutte le età fra cui spiccavano donne e ragazze in colorati kimono invernali.
Concludo confermando come la partecipazione ad un evento culturale e folkloristico come il Sestubun sia, per un turista, uno dei modi più veri ed efficaci per sentirsi parte del luogo e del popolo visitato. Se vi capita l’occasione, non perdete l’opportunità di partecipare al Setsubun o a qualche Matsuri estivo.