Leggenda narra che, nell’anno 628 d.c., due pescatori recuperarono dal vicino fiume Sumida una statua d’oro raffigurante Kannon, dea della Grazia di origini buddiste. Fu così che venne eretto sul posto il tempio di Sensō-ji ad essa dedicato che, nonostante le varie distruzioni susseguitesi nei secoli, è ancora oggi attivo e rappresenta il principale polo attrattivo del quartiere di Asakusa. In effetti, quella in oggetto è un’ampia area templare fra le più antiche di Tokyo e, conseguentemente, ricettacolo di un gran numero di visitatori.
Trovandosi a poca distanza dal mio albergo, ho avuto modo di recarmi al tempio di Sensō-ji più di una volta accorgendomi del gran numero di luoghi sacri che circondano il tempio principale e che rischiano di passare inosservati nel corso di una visita di breve durata. Qui di seguito mostrerò un po’ di foto degli edifici che vi si trovano raccomandando vivamente di recarvi al complesso templare di Sensō-ji di sera in modo da godere pienamente della grande suggestività del luogo. Penso si tratti di un consiglio superfluo una volta visionate le foto ma ci tengo a sottolinearlo perché di notte l’atmosfera è veramente foriera di grande meraviglia.
Volendo accedere al tempio Sensō-ji seguendo il percorso più noto e famoso, la prima struttura con cui si entra in contatto è il Kaminarimon, la “porta del tuono“, al cui centro è sospesa la sua chochin, un’imponente lanterna di carta rossa sotto cui il pellegrino è chiamato a passare. Le imponenti dimensioni della porta preannunciano lo stile ed i colori dominanti del tempio principale.
Dal Kaminarimon parte il Nakamise Dori, un lungo viale di circa 250 metri che conduce all’ingresso vero e proprio del tempio. Percorrere i metri in oggetto non è affatto facile. Il viale è occupato da un gran numero di bancarelle e negozi che vendono ogni tipo di souvenir e di articoli legati alla tradizione giapponese. Non mancano anche chioschi che vendono soprattutto dolci tradizionali.
Il Nakamise Dori è, nei fatti, una galleria commerciale con lo scopo di rifilare al turista qualunque paccottiglia disponibile. Se siete in cerca di souvenir, eviterei di limitarvi alla merce ivi esposta in quanto la qualità è generalmente scarsa. A condizione di aver un po’ di tempo disponibile, il mio consiglio è di lasciare il sempre affollato Nakamise Dori per inoltrarvi nelle viuzze laterali dove verrete a contatto con la parte più piacevole del quartiere di Asakusa e dove potrete imbattervi in negozi decisamente interessanti per qualsiasi esigenza d’acquisto.
Se, arrancando per tutto il Nakamise Dori, riuscirete, assestando qualche violenta gomitata sulle gengive di molesti turisti cinesi, a raggiungere la fine del viale, vi troverete di fronte al Hōzōmon (“porta della casa del tesoro“) che costituisce l’entrata vera e propria all’area del tempio Sensō-ji. La porta in questione richiama evidentemente lo stile del Kaminarimon con, però, la particolarità di esservi sospese ben tre grandi lanterne custodite dalle statue di due orchi giapponesi. Sul lato, invece, rivolto verso il tempio è appeso un enorme sandalo. Il folklore vuole che con esso si intenda spaventare mostri e spiriti malvagi facendogli credere che viva nel tempio un guardiano gigantesco. Sui due lati della porta sono presenti alcune file di lanterne bianche che contribuiscono a creare un’atmosfera molto particolare. Di sera, l’illuminazione delle lanterne, dell’Hōzōmon nonché della pagoda a cinque livelli che vi sorge a fianco, offrono una vista estremamente suggestiva.
Superato l’Hōzōmon, si entra nel cortile vero e proprio del tempio Sensō-ji. Qui il pellegrino ha la possibilità di conoscere il proprio futuro prestandosi ad una sorta di sorteggione di fantozziana memoria. Agitando un contenitore di bacchette di metallo, ne fuoriesce una su cui è inciso un certo ideogramma che identifica un preciso cassetto di legno. In esso è contenuto un oracolo che prevede in modo positivo o negativo il destino della persona. Il foglio è stampato anche in lingua inglese perciò non resterete con l’incognita su cosa vi riserva il futuro. Sorprendentemente, nel caso di una previsione negativa, non è contemplato il suicidio rituale. Basterà annodare il foglietto su un’apposita rastrelliera all’interno del tempio per esorcizzare l’oracolo nefasto. Si dovrebbe trattare della medesima tradizione che spesso mostra tali foglietti legati agli alberi presenti attorno ai templi o in altri luoghi sacri.
Se siete affamati di buona sorte e l’incerta pesca prima descritta non vi basta, gesto beneaugurante è cospargersi il capo col fumo prodotto da alcuni bastoncini di incenso che normalmente ardono all’interno di alcuni bracieri. Tale rito necessita di ampi gesti con le braccia allo scopo di indirizzare il fumo verso la propria testa ma, se anelate ad una fortuna sfacciata, vi basterà posizionarvi controvento. A quel punto verrete inondati dalle esalazioni tossiche della pira e, a condizione di non morire soffocati, avrete la buona sorte (quasi) assicurata.
L’accesso ai templi necessita di un preciso rito di purificazione a cui non fa eccezione Sensō-ji. Prima di entrarvi dovrete recarvi presso l’apposita fonte ove, mediante alcuni mestoli liberamente fruibili, dovrete prima di tutto sciacquarvi le labbra e poi lavare prima la mano sinistra e poi la mano destra. Anche i templi più piccoli sono dotati della fontana prevista allo scopo descritto. Essa è normalmente posta al di sotto di una tettoia e, nel tempio in questione, è impreziosita da sculture e dipinti.
Il tempio di Sensō-ji è di grande impatto visivo. Personalmente non trovo abbia il fascino di templi più piccoli e raccolti, magari all’interno di boschi o circondati da una natura lussureggiante, ma è dotato di una bellezza ammaliante il cui equilibrio di forme e colori richiama certamente quell’armonia che è alla base della religione buddista. Anche qui si impone un rituale che, sinceramente, è assai difficile replicare nei momenti più affollati ma che prevede il lancio di una monetina all’interno di un piccolo forziere, il far risuonare due volte una campana agitando la corda a cui è appesa e fare due inchini con le mani giunte. A questo punto potrete formulare le vostre preghiere in silenzio.
Più di tutti, il tempio di Sensō-ji è da contemplare di notte. Illuminato a dovere, i suoi colori e le sue forme risplendono al meglio.
Tutt’intorno al tempio di Sensō-ji. Vi sono altri edifici più piccoli ma non per questo meno interessanti. Essi sono accumunati da un bel giardino che sembra abbracciarli tutti dando il giusto valore anche a quelli che consistono in semplici altarini o colonnine votive. A dare lustro a questa zona di verde molto ben curato vi sono alcuni alberi di ciliegio (in fiore, al momento della mia visita) nonchè un bel ruscello artificiale che, attraversato da alcuni ponticelli dallo stile tipicamente asiatico, permette di ammirare le belle carpe Koi che vivono in esso.
Fra gli edifici degni di nota, segnalo la Yogodo Hall sulla sinistra del tempio Sensō-ji. In esso potrete acquistare alcuni monili fra cui, molto belli, degli amuleti consacrati all’animale simbolo dell’anno in cui siete nati. Scoprire quello giusto è molto semplice grazie ai pannelli appesi all’ingresso. Vi basterà mettervi in coda insieme ai molti pellegrini presenti per comprare un bel ricordo del luogo e, a mio parere, un’idea regalo originale ed apprezzabile da chiunque. In linea generale la maggioranza delle persone in attesa è lì per chiedere ai sacerdoti di apporre su uno speciale taccuino il nome ed i timbri del tempio. Mi è stato spiegato che è possibile fare ciò in ogni luogo sacro e che è interesse di molti completare il proprio taccuino con i simboli identificativi di tutti i templi visitati.
Sulla destra del tempio Sensō-ji, invece, sorge l’Asakusa Shrine che, protetto da alcuni leoni di pietra, è dedicato ai tre uomini che maggiormente contribuirono alla prosperità di Asakusa ed del tempio Sensō-ji: i due pescatori che recuperarono dal fiume Sumida la statua di Kannon e al signore locale che, colpito dall’evento, si impegnò per la diffusione del buddismo e la realizzazione del primo tempio ad esso dedicato. E’ importante notare che si tratta dell’unico edifico dell’area sopravvissuto al raid americano che colpì Tokyo nella notte fra il 9 ed il 10 marzo 1945. E’, quindi, da considerare come il più antico tempio presente poiché tutti gli altri furono ricostruiti successivamente.
Senza ripetere quanto già descritto per gli altri templi e che qui non fa eccezione, sono rimasto molto colpito dalle portantine custodite in un edifico laterale e visibili durante una domenica di pioggia. Elegantemente decorate, suppongo che si tratti di oggetti sacri portati in processione durante particolari feste dell’anno.
Concludo segnalando nell’area templare di Sensō-ji la piacevole presenza di alcuni chioschi dove poter acquistare alcuni cibi da strada tipicamente giapponesi. E’ stato proprio grazie ad uno di loro che ho gustato per la prima volta i Takoyaki, polpettine di pastella ripiene di polipo (Tako). Lasciatevi senza indugio affascinare dalla maestria e velocità necessarie alla loro preparazione (sempre rigorosamente fatti al momento e davanti ai vostri occhi) ma sappiate che hanno la temperatura del piombo fuso, perciò non siate così baldanzosi da infilarvi direttamente in bocca una di quelle palline di magma a pena ustioni di quarto grado e una bocca insensibile per giorni.
Ne approfitto per ringraziare il mio amico Yoichiro che, conosciuto l’anno scorso a Bruxelles, si è prestato a farmi da Virgilio in questa ed in altre occasioni nipponiche e, come sempre, non mancate di correggermi se ho involontariamente scritto qualche castroneria nel racconto sovrastante.
Dalle foto e dal tuo racconto sembra proprio di essere lì e di camminare in mezzo al tempio, in quel luogo sacro oppure lungo i viali nei dintorni, tra i ciliegi in fiore e sentire l’acqua che scorre dal ruscello, oltre che, senza altro, essere, totalmente immersi nell’atmosfera di pace e tranquillità che circonda questo luogo (turisti chiassosi e venditori a parte!).
La descrizione del luogo, dell’edificio, dei suoi fregi, molto ben curata fa venire sempre più voglia di andar là, di essere là!.P
eccato che, come scrivi tu, la visita è stata di breve durata. Vorrà dire che la prossima volta bisognerà visitarlo meglio, giusto? 😉
P.S.: …ehm,ehm… (se non sono troppo indiscreta!),a te com’è andato “il sorteggione”?. Bene, vero?
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Molto bene!! 🙂
Speriamo sia davvero di buon auspicio!
Sensoji è una meta da non perdere a Tokyo e sono contento che le foto e la descrizione riescano a comunicare la sua bellezza ed importanza. 🙂
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