Grazie a quanto già scritto per questo mio blog, non è novità il fatto che consideri Haruhiko Mikimoto uno dei miei artisti giapponesi preferiti. Penso che egli sia fra i migliori character designer del Giappone in compagnia di altrettanto validi professionisti come Yoshiyuki Sadamoto (“The Secret of Blue Water”, “Neon Genesis Evangelion”) e NobuteruYūki (Space Battleship Yamato: 2199).
L’affascinante compito di un character designer è creare i personaggi in modo che rispecchino nella loro fisionomia, acconciatura e modo di vestire, il profilo caratteriale predisposto dagli autori. Si tratta di un ruolo importantissimo nella creazione di un prodotto animato. Facendo un confronto con il cinema, il character designer è colui che predispone il cast con la complicazione che non si tratta di trovare gli attori giusti ma di crearli ex novo. Se ciò non bastasse, tale figura è anche direttamente coinvolta nella realizzazione dei fotogrammi chiave. In forza di ciò, Mikimoto è un artista certamente abituato ad essere parte integrante dello staff creativo di una serie, ad avere piena consapevolezza della storia, dell’ambientazione e dei personaggi. Se ciò non bastasse, il lavoro di character designer non concerne solo prodotti in animazione ma è essenziale anche per i videogiochi, branca dell’entertainment la cui importanza è ormai indiscutibile. Inutile dire che l’arte di Haruhiko Mikimoto è stata richiesta anche per la creazione dei personaggi di non pochi videogiochi nipponici.
Nonostante il curriculum di tutto rispetto, non sono molti di art book dedicati alle opere di Haruhiko Mikimoto. Di alcuni di essi ho già parlato in altri articoli e, solo per dovere di cronaca, cito “Into the Sky”, “Innocence” e “Girl’s Scenery”. Il primo dedicato ai lavori fatti per la serie “Gundam 0080 – War in the Pocket”, i restanti due contenenti tavole originali del maestro. In tutti i casi, si tratta di libri commercializzatiormai molti anni fa. Non stupirà, quindi, il grande entusiasmo con cui ho accolto la notizia della pubblicazione del nuovo “Haruhiko Mikimoto Character Works”, libro dedicato alle opere in cui il maestro Mikimoto si è prestato in qualità di character designer.
È con una gioia inusuale che, appena recapitata a casa la spedizione, ho aperto il pacco e preso tra le mani l’art book in oggetto. Il volume, benché corposo, non si è dimostrato all’altezza delle mie aspettative. Col senno di poi, ammetto che la delusione non è oggettiva ma dovuta a speranze che non avevo ragione di coltivare. Sono da sempre un cultore della serie animata “Macross” (ChōjikūYōsaiMakurosu) datata 1982, opera per la quale Haruhiko Mikimoto si prestò come character designer e che garantì al maestro fama mondiale ed imperitura. Sognavo, perciò, un volume quasi interamente dedicato ai personaggi di “Macross” magari con il restyling che l’autore stesso ha impresso all’opera con la sua rivisitazione cartacea che prende il nome di “Macross the First”. “Haruhiko Mikimoto Character Works” è un libro che, ovviamente, non rispetta tale visione. Dico “ovviamente” perché il maestro Mikimoto non ha lavorato solo per “Macross” e, come dice il titolo stesso, il volume in oggetto è dedicato a tutte le opere in cui Haruhiko Mikimoto ha lavorato come character designer.
Pur prendendo atto dell’errato punto di vista con cui mi sono approcciato al libro, ritengo che “Haruhiko Mikimoto Character Works” sia comunque un libro deludente. Tratta troppe opere tutte in una volta per poter offrire una visione completa delle stesse. Mediamente, infatti, ad ogni serie è dedicata una decina di pagine al massimo. Decisamente poche per mostrare in modo soddisfacente non solo lo studio dei personaggi ma anche le illustrazioni realizzate da Mikimoto per la serie trattata. Se ciò non bastasse, molti dei lavori mostrati sono rimasti limitati allo stretto circuito dell’entertainment giapponese risultando poco coinvolgenti per il pubblico occidentale, soprattutto quando ad essere coinvolti sono i personaggi di videogame. Per gli amanti come me della serie “Macross”, la delusione rischia di essere addirittura cocente considerato che le pagine consacrate a quest’opera sono ancor meno di quelle dedicate alle altre. “Haruhiko Mikimoto Character Works” è, quindi, un libro inutile e privo di pregi? In realtà no, le illustrazioni e i disegni in esso raccolti sono in linea di massima inediti o poco noti, in grande formato e con un’ottima stampa come la precisione nipponica ci ha abituati da tempo. Gli interessati a “GunBuster” avranno di che gioire essendo la parte dedicata a questa serie fra le più corpose dell’intero volume.
Concludo raccomandando un approccio corretto a “Haruhiko Mikimoto Character Works” che nulla è e nulla vuole essere di più che un compendio per immagini di tutte le opere in cui il maestro Mikimoto ha svolto funzione di character designer. È, quindi, un libro essenzialmente destinato agli appassionati di Haruhiko Mikimoto come artista ed autore in generale. Non consiglio, invece, l’acquisto a chi è interessato solo ad alcune serie su cui ha lavorato il maestro in quanto non vi troveranno quell’approfondimento che, invece, avrebbe un art book espressamente dedicato.