075 VF-1S Egg Plane

La mia assoluta passione per la saga animata giapponese “Macross” ha generato in questo blog un’infinità di articoli fra cui quelli dedicati ai modelli da me realizzati aventi ad oggetto i caccia a configurazione variabile, protagonisti indiscussi della saga. Cito, per giusto dovere di cronaca, il VF-0S “Phoenix, l’SV-51γ e il più recente VF-1J “S-Fast”. Poco tempo fa, sull’onda di tutto questo fervore, avevo scritto la recensione del kit dedicato al VF-1SSuper/Strike Valkyrie” in versione Super Deformed. Sono, ora, qui a mostrare i lavori di costruzione di questo simpatico soggetto.

Non sorprenderà sapere che mi sono cimentato in questo modello concependolo come una sorta di divertissement finalizzato a distrarre il corpo e la mente dai complessi lavori a cui mi sono recentemente dedicato. Mi riferisco, nel caso specifico, al busto di “Abdel Rashid” terminato a marzo. Conseguentemente, non mi sono impegnato in eroiche imprese modellistiche né ho applicato tecniche per me nuove. Mi sono semplicemente limitato a realizzare il modello sostanzialmente da scatola, applicando modalità pittoriche consolidate ma senza rinunciare alla qualità ed a qualche aggiunta migliorativa. Qui di seguiti potrete valutare i lavori finora svolti in un work in progress che spero sia accurato ed utile.

Come usuale, il primo passo è consistito nel pulire ogni pezzo e nell’assemblare le varie componenti del caccia in una serie di macrosezioni abili a consentire una comoda pittura senza pregiudicare il montaggio finale. In questa fase, non ho mancato di aggiungere qualche dettaglio come il sedile del pilota (recuperato da un vecchio kit aeronautico in 1/48), i missili subalari (provenienti dal set Bandai destinato ai VF-1 in scala 1/72 prodotti dalla medesima ditta) ed altri ammennicoli come gli ugelli dei propulsori dorsali.

Successivamente ho steso il Primer. Quest’ultimo ha il doppio vantaggio di essere un’ottima base di appoggio per le successive mani di colore e di uniformare in grigio tutte le parti del modello. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante in un kit in plastica precolorata come quello in oggetto. Il colore, infatti, ha una resa diversa a seconda della tinta sottostante.

Le prime parti che ho colorato sono quelle in blu scuro delle componenti aggiuntive caratteristiche della versione “Strike Valkyrie”. Come sempre ho lavorato ad aerografo partendo da una tinta molto scura per poi passare ad un colore medio ed a uno più chiaro nelle parti più interne dei pannelli.

In seguito ho enfatizzato la tridimensionalità con un poco di dry brush, ho dipinto a pennello i vari dettagli ed ho sigillato il tutto con un coprente lucido.

Con i colori Alclad ho realizzato tutte le parti metalliche cercando di creare diverse sfumature soprattutto dove più pannelli si sovrappongo fra loro oppure dove le lastre di metallo si curvano o si piegano.

Per quanto concerne l’aereo vero e proprio, ho voluto evitare di utilizzare pedissequamente le decal offerte dal kit e finalizzate a riprodurre l’araldica del caccia senza bisogno di usare colori e pennelli. Chiaramente si tratta di un espediente destinato agli acquirenti non interessati a dipingere il modello. Per quanto mi riguarda, ho preferito realizzare di persona la livrea complessiva di questo VF-1.

Prima di tutto ho spruzzato ad aerografo il nero sulle parti strettamente necessarie.

Successivamente ho mascherato le zone destinate a rimanere nere con scotch a bassa adesività. Mi riferisco sostanzialmente alle strisce sulle ali, lungo il muso e sul dorso. Particolare cura necessita il frontale dell’aereo che ha un riquadro nero di fronte al cockpit ed una sottile fascia che lo attraversa verticalmente. È evidente che le mascherine devono essere applicate il più simmetricamente possibile, rispettando le distanze e le proporzioni corrette.

Così protette le parti in nero, ho spruzzato il giallo sulla sezione di dorso come prevede lo schema pittorico caratteristico del VF-1S della “Skull Squadron”, unità al centro degli avvenimenti narrati nella prima serie di “Macross”.

Ricoperta anche la sezione gialla, ho dipinto il resto dell’aereo con la stessa identica modalità già sopra descritta per il blu. Ricordo che, in generale, è meglio sostituire il bianco puro con varie tonalità di grigio chiaro perché queste ultime sono meglio lavorabili e danno risultati esteticamente piùconvincenti.

Rimuovendo le mascherine ho riportato alla luce le strisce gialle e nere precedentemente protette. Ovviamente non sempre le linee di confine fra i vari colori sono nette e regolari poiché è facile che un poco di colore riesca a penetrare al di sotto dello scotch.

In tal caso, è sufficiente ritoccare i punti più compromessi con qualche colpo di pennello, strumento con cui ho anche dipinto tutti i dettagli riprodotti sul caccia compresi il cockpit, i carrelli ed i vani interni degli stessi.

Fatto ciò ho ricoperto il tutto con del coprente lucido sempre allo scopo di sigillare il colore sottostante ed evitare ogni possibile danneggiamento dovuto ai successivi lavori di invecchiamento.

In questa fase, ho scoperto alcuni errori da me commessi per non aver studiato meglio il soggetto. Volendo realizzare il VF-1S pilotato da Hikaru Ichijyo e non da Roy Fokker (ricordo che il primo prese il comando della “Skull Squadron” al momento della morte del secondo), ho commesso lo sbaglio di usare il giallo al posto di un arancione scuro. È, infatti, questo piccolo cambiamento di livrea ad indicare se questo caccia è al comando di uno o dell’altro pilota. Mi perdoneranno i puristi, ma si tratta di una svista che ho preferito non correggere.

Sono, invece, intervenuto sul secondo errore. In fase di pittura mi sono dimenticato che la striscia nera sull’ala destra dell’aereo si interrompe per lasciare spazio al codice di immatricolazione 001. Poiché è un dettaglio di un certo rilievo, ho corretto l’errore riapplicando delle mascherine sul punto in questione lasciando, però, scoperta la sezione di striscia nera che andava cancellata. Stendendo di nuovo ad aerografo il grigio chiaro ho cancellato la parte incriminata e corretto l’errore come se non fosse mai stato commesso.

067 VF-1S Egg Plane

Prima di procedere con i colori ad olio, ho applicato tutte le decal. Ricordo che il coprente lucido ha anche la funzione di offrire una superficie perfettamente lisca per le decalcomanie. Si tratta di una condizione essenziale per la corretta applicazione di queste ultime. La superfice lisca, infatti, consente una perfetta aderenza delle decal a condizione che, al momento della loro applicazione sul modello, siano ammorbidite con uno specifico prodotto. Solo così facendo, esse si adattano perfettamente alla superficie del soggetto anche in caso di solchi e bombature particolarmente accentuate. Questo passaggio si è dimostrato particolarmente importante e difficile a causa di un’inaspettata rigidità delle decal incluse in questo kit.  È stato, quindi, necessario insistere più volte con l’ammorbidente per far sì che queste si attaccassero correttamente alla superficie del modello. Fatto tutto ciò ho spruzzato di nuovo il coprente lucido per proteggere anche le decal e, soprattutto, rendere invisibile all’occhio lo spessore e le parti trasparenti delle stesse.

Infine, ho preparato il cupolino e dipinto una sottile striscia nera sulla coda ripiegata del caccia che mi era precedentemente sfuggita.

A questo punto non manca che procedere con un poco di invecchiamento che mostrerò in un successivo articolo.