Come certamente questo mio blog ben dimostra, posso essere accusato delle peggiori passioni da Nerd ma fra esse non sono annoverati i videogiochi. Nonostante il crescente successo di questi ultimi, l’appeal esercitato sulla generazione a cui appartengo e la qualità di storie ed ambientazioni (spesso superiori a quanto ci viene regolarmente propinato dai film hollywoodiani), smanettare di fronte ad una console non rientra nel mio concetto di divertimento. Ciò premesso, sono cresciuto all’epoca del proliferare delle sale giochi, luoghi di perdizione in cui non ho mancato di accanirmi, gettone dopo gettone, su videogame di successo i cui personaggi, immaginario ed estetica sono diventati parte della cultura popolare di tutto il mondo. Ne consegue che, nonostante oggi non possa in alcun modo definirmi un videogiocatore casalingo, tali esperienze giovanili, hanno fatto sì che, ancora oggi, sia profondamente affezionato a titoli come “Street Fighter”, “Dead or Alive” e “Darkstalkers”. Fra i personaggi del primo titolo, sono particolarmente legato a Chun-Li (di cui ho dipinto una simpatica versione bambinesca) e Cammy oggetto di questa bella riproduzione in resina.
Premesso che non ho le competenze necessarie per sapere da quale delle innumerevoli versioni del videogioco “Street Fighter”è tratta questa bella Cammy caratterizzata da un inusuale abbigliamento, resta evidente che esso comunica con grande efficacia le origini militari del personaggio. Se ciò non bastasse, la postura marziale non solo rafforza tale messaggio ma enfatizza il fascino del soggetto senza bisogno di scadere in contorsioni inutilmente sexy. A rendere questa figure assolutamente imperdibile è, infine, la sapiente scultura di Yoshizawa Mitsumasa. Il maestro giapponese ha il prestigio necessario per sottrarsi alle folli regole del mercato nipponico e, caso raro se non unico, si può permettere di realizzare sculture di personaggi femminili senza doverli rovinare con forme dalle curve tanto sproporzionate quanto irrealistiche. Tutto ciò, unito alle sue incontestabili capacità scultoree, hanno dato vita negli anni ad alcune delle più belle e riuscite figure mai prodotte in Giappone, compresa quella in oggetto nonché proprio la Kiriko Hattori con cui vinsi una medaglia d’oro ai mondiali di modellismo tenutisi a Stresa nel 2014.
Quella in oggetto è la replica in resina di una figure in PVC che, già assemblata e colorata, fu originariamente commercializzata dalla società nipponica Yamato. Dato il successo riscontrato, furono realizzate tre versioni la cui unica differenza risiedeva nei colori proposti. In tutta onesta non saprei dire quale delle tre sia la più riuscita. Prevedo mi sarà assai arduo scegliere la livrea da realizzate sul mio modello.
Come usuale, ho acquistato questo recast tramite E2046 (www.e2046.com). Nonostante le dimensioni ragguardevoli, la stampa appare come sempre di grande qualità con tutti i dettagli riprodotti accuratamente (emblematiche in tal senso sono le lunghe trecce che raccolgono la bionda chioma del personaggio). Ovviamente un giudizio definitivo su questo aspetto potrà essere dato solo al momento del montaggio ma, come in casi passati, confido di aver confermate le impressioni iniziali sopra descritte.