202 Boskoop

Nonostante sia trascorso quasi un anno, ho comunque desiderio di raccontare la vacanza estiva che ho vissuto ad agosto 2016. E’ stata un’impresa quasi estemporanea tanto l’ho organizzata con poco anticipo ma si è dimostrata fra le più belle esperienze di cui abbia memoria. Tutto è nato nel momento in cui ho realizzato che, nonostante il viaggio in Giappone di poco tempo prima (maggio 2016), mi sarei comunque meritato una vacanza ad agosto. Presa coscienza di ciò, mi è venuto naturale consultare il catalogo Zeppelin, agenzia specializzata in viaggi in bicicletta cui mi ero già appoggiato per il tour da Lubecca a Stralsund nel 2013 e da Praga a Dresda nel 2014. Favorito da un posto ancora libero, la mia scelta per il 2016 è ricaduta su un viaggio di nuova programmazione che, combinando bici e barca, mi avrebbe portato alla scoperta delle Isole Frisone.

Poste a nord dell’Olanda, le Isole Frisone creano una sorta di mare interno che, grazie ad esse, rimane protetto dagli eventi atmosferici più violenti del Mare del Nord. Per questo motivo sono sempre state importantissime sia per il traffico navale sia per il sistema di chiuse con cui il popolo olandese ha sottratto terra fertile al mare. Eletta la cittadina di Enkhuizen come punto di partenza e di arrivo del viaggio, l’organizzazione Zeppelin prevedeva una serie di tappe fino alla più esterna delle Isole Frisone definendo un anello in cui fondamentali erano i servigi di un veliero a tre alberi. Grazie ad esso, potevamo viaggiare in bicicletta durante il giorno per poi imbarcarci sulla nave che, ogni sera, ci raggiungeva via mare. Rispetto ai precedenti viaggi in cui era necessario fare e disfare i bagagli ogni giorno, in questo caso abbiamo goduto della notevole comodità di usufruire sempre della stessa cabina. Grazie allo chef di bordo, sulla nave potevamo anche cenare e fare colazione. Decisamente un’altra vita! Esperienza ulteriormente impreziosita dalla straordinaria emozione di viaggiare su un veliero che spesso sfruttava la forza del vento per spostarsi da un porticciolo all’altro.

000 Isole Frisone

Non ho intenzione di tediare nessuno con una cronaca giorno per giorno del mio viaggio ma, con l’aiuto delle foto migliori, vorrei riuscire a comunicare le emozioni provate in tale frangente. Esperienza che non si è limitata al solo tour Zeppelin ma, grazie alla mia ormai proverbiale intraprendenza, si è trasformato in un viaggio molto più lungo e complesso. Avendo, infatti, preso due giorni di ferie prima della partenza col battello da Enkhuizen (sabato 6 agosto 2016), ho potuto arrivare sul posto con la mia potente Fiat 500 e,grazie al bellissimo portabici di cui l’ho dotata, portare con me la bicicletta. Per non rendere il tutto un’inutile via crucis, ho diviso il viaggio di andata in più tappe che mi hanno permesso di scoprire posti nuovi. Non pago di ciò, ho trascorso la settimana successiva al tour Zeppelin esplorando in bici l’Olanda. Qui di seguito la cronaca fotografica di quanto accorso.

Partito giovedì 4 agosto, la prima tappa l’ho fatta a Speyer in Germania. Ho deciso di pernottare qui per avere la possibilità, la mattina successiva, di visitare la sede distaccata del Museo della Tecnica di Sinsheim. Benché affidi a separato articolo il racconto di quest’esperienza, vorrei spendere due parole di elogio per questa bella cittadina il cui centro storico ben si presta ad una piacevole passeggiata. Ho anche avuto la fortuna di alloggiare in un albergo a due passi da una birreria d’epoca che ha decisamente impreziosito la mia esperienza nonostante il meteo non sempre favorevole.

La seconda tappa del viaggio di andata l’ho fatto a nord di Arnhem. La zona la conoscevo già a causa di un precedente viaggio sui luoghi dell’Operazione Market Garden del settembre 1944, perciò mi sono limitato ad un albergo sperduto fra i boschi olandesi dove sono stato molto bene soprattutto grazie al ristorante di cui era dotato. La mattina presto, prima di rimettermi in viaggio, ho fatto un giro in bicicletta per godermi la bruma mattutina e l’ambiente circostante. Sorprendente è stato costatare non manchino, anche in una zona di campagna costeggiante un ampio parco naturale, lunghe e comode piste ciclabili che consentono di viaggiare sereni e protetti dal traffico automobilistico.

È stato proprio in questa zona che, il giorno prima, ho potuto scattare delle bellissime foto alla mia spettacolare Fiat 500 approfittando della luce del tramonto e dell’ambiente naturale particolarmente suggestivo.

Sabato 6 agosto sono arrivato ad Enkhuizen, paesino portuale olandese da cui sarebbe partito il giorno dopo il battello del viaggio Zeppelin. Essendo disposto l’imbarco a partire dalle quattro del pomeriggio, ho potuto fare due passi per la città, concedermi una tipica insalata di mare e godere della bella giornata di sole.

Il bel tempo tempo che si sarebbe dimostrato raro nei giorni successivi. Per fortuna ne approfittai subito per ammirare la nave e per scattare a bordo del battello qualche preziosa foto capace di dare l’impressione di essere estate anche in Olanda.

Con l’imbarco è iniziata la conoscenza degli altri compagni di viaggio. Fra di essi spiccava immediatamente Ein, la nostra guida.  Fu proprio approfittando di lui e della sua capacità di parlare un originalissimo Italiano che abbiamo fatto una piacevole passeggiata notturna ad Enkhuizen.

Durante la giornata, ho anche preparato l’auto e la bici per la settimana di abbandono a cui erano destinate. Non essendo possibile, infatti, imbarcare ed usare la propria bici, sono stato costretto a lasciare quest’ultima legata al portabiciclette. Consapevole del pessimo meteo di cui è capace l’Olanda, non ho dimenticato di proteggere il tutto con un telo impermeabile.

Domenica 7 agosto abbiamo inforcato le bici fornite dall’organizzazione e siamo partiti per il primo tratto di percorso. Fatta salva la prima oretta di pedalata, ci ha prontamente raggiunto una perturbazione che, salvi locali pause, non ci ha abbandonato per il resto della settimana. Nulla di nuovo considerando la variabilità metereologica a cui è sottoposta l’Olanda ma, anche a detta degli abitanti del posto, una pioggia così insistente e, soprattutto, temperature così basse non se ne vedevano da anni. Il freddo, in particolare, è stato particolarmente pungente e reso ancor più aggressivo a causa del forte vento e dell’umidità dovuta alle precipitazioni. Devo ammettere di non aver avuto particolari problemi grazie all’equipaggiamento che avevo con me e che avevo già efficacemente collaudato a cavallo. La stessa cosa non posso dirla di molti compagni di viaggio che, dimostrando una sorprendente superficialità e un’ingiustificabile ignoranza del mondo, avevano bagagli composti solo da prendisole ed infradito. Ogni singolo negozio di abbigliamento specializzato incontrato sul percorso fu, inevitabilmente, preso d’assalto per la gioia dei titolari ed a favore di una lenta trasformazione dei miei compagni che, giorno dopo giorno, passarono da un abbigliamento da spiaggia ad uno con il quale sarebbero stati pronti ad andare a pescare merluzzi nel Mar di Barents.

Come sopra premesso, mi pare inutile stare a raccontare ogni singola tappa. Sarebbe lungo e sostanzialmente noioso. Mi limiterò a mostravi le foto più belle scattate in quei giorni. Ci tengo, in ogni caso, a distingue le due tematiche che più mi hanno conquistato ed affascinato: l’ambiente naturale delle isole e la meraviglia del viaggio in veliero. Spero le immagini siano capaci di comunicare l’entusiasmo e le emozioni provate in quei giorni.

LE ISOLE FRISONE

IL VIAGGIO IN VELIERO

Sabato 13 agosto il viaggio è terminato con il ritorno ad Enkhuizen ed i saluti di rito. In una settimana di viaggi in barca e tempranti intemperie autunnali, si era creato un ottimo gruppo, vario ed affiatato. È stato un piacere vivere quest’esperienza con ognuno di loro!

Recuperata la Fiat 500 lasciata nel parcheggio della stazione ed accertato che tutto fosse a posto (bici inclusa), ho iniziato la settimana in solitaria alla scoperta dell’Olanda. Escludendo la domenica immediatamente successiva, ho avuto la straordinaria fortuna di godere di una settimana bellissima. Temperature miti, sole, cielo azzurro mi hanno permesso di vivere al meglio questi giorni e di apprezzare moltissimo i paesaggi olandesi e lo straordinario reticolo di piste ciclabili disponibili. È inutile dire che tutto ciò ha giocato a mio grande favore perché il brutto tempo è evidentemente molto più difficile da gestire da soli che in compagnia.

La prima importante tappa l’ho fatta a Overveen, un piccolo paesino che si trova fra Haarlem, città ad ovest di Amsterdam, ed il parco nazionale di Kennemer che si estende su un’ampia zona di costa. Si tratta di un’area splendida. Haarlem è una cittadina molto caratteristica e con un centro storico molto bello. Purtroppo i lavori ad un palco nella piazza centrale mi hanno impedito di godere di una vista libera da ingombri ma gli edifici sono molto belli, l’atmosfera che vi si respira decisamente piacevole e non mancano le birrerie dove rilassarsi. È importante, però, non illudersi che non Germania ed Olanda abbiamo filosofie identica sulla natura di questi locali. Difficilmente, infatti, avrete la possibilità di cenare in una birreria olandese seppur bellissima e famosa.

Senza nulla togliere a tutto quanto precede, è il parco di Kennemer ad essere l’attrattiva più importante. L’area protetta dal parco è bellissima, attraversata da un dedalo di percorsi ciclocalpestabili e caratterizzata da un ambiente estremamente particolare in cui, a colpire ulteriormente l’immaginazione, vivono allo stato brado una razza di mucche dalle lunghe corna. Se ciò non bastasse, un’infinita pista ciclabile scende lungo la costa verso sud offrendo la possibilità di una suggestiva pedalata virtualmente infinita. Una manna per un ciclista gitaiolo come me!

Durante un trasferimento in auto, mi sono fermato a Delft scoprendo una città universitaria bellissima! Di sicuro la più bella che abbia visitato in Olanda e che consiglio vivamente a tutti di visitare. Inutile dilungarmi, lascio parlare le foto che sono certo sapranno convincervi della bontà delle mie parole.

Il resto dei miei giorni olandesi li ho trascorsi a Boskoop, un paesino sperduto nel nulla della pianura olandese ma con delizioso ristorantino in stile sudamericano che, posto lungo uno dei canali principali della zona, offre scorci che sembrano di un altro emisfero.

Percorrevo giornalmente circa 80 chilometri uscendo la mattina presto e tornando a sera inoltrata. Non ho perso occasione di visitare la bella cittadina di Leida. Notevole è il centro storico in cui il canale che lo attraversa si allarga creando un bacino su cui si affacciano numerosi locali. Città particolarmente viva in concomitanza col mercato che vi si tiene regolarmente, Leida non manca di offrire scorci suggestivi e momenti più che gradevoli (soprattutto quando una bancarella del mercato offre aringa per pranzo!).

È in quest’area che ho scoperto al meglio il tipico ambiente dell’Olanda centrale, caratterizzato da ampie pianure costellate da canali e da mulini a vento. Le zone lacustri sono bellissime e ricche di vita lussureggiante. Sono rimasto sinceramente incantato da questo dedalo di canali che si intrecciano creando una costante alternanza di acqua e pascoli, di verde e blu che credo unica al mondo.

Sabato 20 agosto sono partito alla volta di casa. Anche per quanto concerne il viaggio di ritorno non ho mancato di spezzare il viaggio in tre parti con due pernottamenti che si sono dimostrati diametralmente opposti uno all’altro. La prima tappa l’ho fatta in Germania, nel massiccio dell’Eifel. Al confine fra Belgio e Lussemburgo si tratta di grande altipiano costellato da laghi e boschi fra cui la foresta di Hürtgen che, durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, fu fortemente contesa rappresentando uno dei ultimi baluardi capaci di impedire l’ingresso degli Alleati Occidentali in Germania. Parlerò in altra sede di questo aspetto, qui mi limiterò a sottolineare che raramente mi sono trovato in un ambiente più triste. Ovviamente non sono in grado di generalizzare essendovi stato per una notte ed una giornata scarsa ma mi sono ritrovato in un contesto in cui mi sono parse possibili solo due alternative: bere birra o marciare sulla Polonia… e, dopo tutto, nulla impedirebbe di fare entrambe le cose!

La seconda ed ultima tappa prima di tornare a casa l’ho fatta in Alsazia, regione di confine assai nota per rappresentare un originale miscuglio fra la cultura francese e quella tedesca. Quasi per caso ho alloggiato in un hotel che, collocato in un vecchio mulino, si trova a due passi da Eguisheim, un paesino di una bellezza incantevole. Solo sul posto ho scoperto essere molto noto per le sue architetture ed il gran numero di cicogne che nidificano sui tetti. Le vecchie case con i tralicci a vista dipinte con colori vivaci creano un effetto meraviglioso ed affascinante. Impossibile non rimanere conquistati di questo paesino che, immagino, in autunno acquisti un’attrattiva in più grazie ai numerosi vigneti che lo circondano.

Lunedì 21 agosto sono arrivato a casa concludendo un giro che ha impegno dal primo all’ultimo giorno di ferie a mia disposizione. Il viaggio in questione ha rappresentato un’esperienza molto bella che mi ha fatto conoscere tante realtà a me sconosciute. Ne conserverò uno splendido ricordo impreziosito da un ultimo exploit realizzato proprio l’ultimo giorno. Non volendo, infatti, fare la coda per il traforo del San Gottardo, sono salito fino al passo. Si è trattato di un vero e proprio salto nel tempo poiché mi sono ricordato delle volte in cui ci andai da ragazzino con i miei genitori. Il bel tempo mi ha anche permesso di ammirare il panorama visibile da un’altezza di 2.000 metri e non da meno è stato divertente arrivare a quelle altezze con la mia fedele Fiat 500!