01 Shinden Zoukei Mura

Nonostante sia difficile ammetterlo, è sempre stata la guerra a stimolare l’umanità ha dare il massimo impulso al proprio sviluppo tecnologico. Salva l’eccezione della corsa allo spazio degli anni ’60 (anomalia relativa considerando che, in realtà, USA e URSS non fecero altro che convogliare nella ricerca spaziale la competizione della Guerra Fredda), i conflitti hanno sempre rappresentato l’occasione per sviluppare espedienti tecnici innovativi, ottenendo fondi e risorse che scienziati, tecnici, inventori o semplici visionari non avrebbero mai ottenuto in condizioni normali. Fu soprattutto nella Seconda Guerra Mondiale che questa regola fu portata i massimi livelli con la conseguenza che, a tanti successi, si sommarono anche ricerche infruttuose o fallimentari. Il caccia giapponese Kyūshū J7W1 “Shinden” è un buon esempio dei tanti progetti che non portarono a vantaggi tanto apprezzabili da essere implementati nella tecnologia militare e civile postbellica.

Lo “Shinden” fu un caccia monoposto sviluppato dai Giapponesi sul finire della guerra e caratterizzato da alcune innovazioni tecniche. La più importante fu certamente il motore posteriore il quale muoveva l’elica in modo che il vortice d’aria creato spingesse l’aereo in avanti. Si tratta di un espediente diametralmente opposto a quello usato sugli aerei tradizionali che, invece, hanno il motore anteriore con elica traente. Prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, l’industria bellica nipponica costruì due prototipi a cui non fece in tempo a seguire la produzione di serie né l’impiego operativo. Il motore posteriore forniva a questo originale caccia prestazioni interessanti che gli Americani testarono ulteriormente su aerei di loro produzione ma questa tecnologia non offriva vantaggi realmente apprezzabili perciò non seguirono sviluppi ulteriori. Lo “Shinden” restò, quindi, un’originalità fine a sé stessa che, ovviamente, non poteva sfuggire al florido campo del modellismo.

Non troppo tempo fa, Hasegawa ha commercializzato un kit in scala 1/48 dello “Shinden” ma, a rivoluzionare il mercato, è certamente stata Zoukei-Mura, una piccola ditta giapponese che sta immettendo sul mercato splendidi modelli aeronautici in scala 1/32 e 1/48. Nonostante il range di soggetti molto limitato (impossibile non citare l’He-219 “Uhu”, il Do-335 “Pfeil” e l’Horten-229), Zoukei-Mura ha realizzato anche un bellissimo “Shinden” in scala 1/32. A conquistarmi a tal punto da farmi dimenticare la mia preferenza per la scala 1/48, è la versione “Ah, My Goddess” dello stesso. “Ah, My Goddess” è un fumetto che il famoso mangaka giapponese Kosuke Fujishima ha serializzato per più di 25 anni ed un totale di 48 volumi. In questo manga, l’autore ha riversato molte delle sue passioni compresa quella per la meccanica e i veicoli vintage. Sull’onda di ciò, l’episodio 24 vede il protagonista restaurare e volare su uno “Shinden”.

06 Shinden Zoukei Mura

Il kit della Zoukei-Mura intende proprio omaggiare il manga di Fujishima e, modificando il modello di base con l’eliminazione delle componenti militari, permettere di costruire questa originale versione civile dello “Shinden”. Il risultato è estremamente particolare e destinato a quel (probabilmente) piccolo gruppo di persone che hanno la “disgrazia” di essere sia modellisti che appassionati del manga “Ah, My Goddess”. Ovviamente io non potevo che far parte di questa micro-nicchia di utenza e non ho potuto fare a meno di acquistare questo modello di cui ho scoperto l’esistenza durante il mio viaggio in Giappone del 2016. Del resto, è impossibile resistere ad una scatola di montaggio con una meravigliosa box art appositamente realizzata dal maestro Fujishima.

All’apertura della scatola, il kit si dimostra immediatamente eccezionale. Tutto appare perfetto, estremamente dettagliato e dotato di una straordinaria definizione. Sicuramente questo si rifletterà in una discreta difficoltà di montaggio ma lo si potrà costatare solo al momento della costruzione del modello.

Zoukei-Mura non si accontenta di offrire una scatola di montaggio nettamente superiore alla media ma offre anche una serie di accessori aggiuntivi per migliorare ulteriormente il modello. Ovviamente io non potevo esimermi dallo sperperare i miei soldi acquistando anche questi ultimi ed è così che si sono aggiunti: i carrelli in metallo, le ruote simulanti la deformazione dovuta al peso del velivolo, le fotoincisioni (soprattutto destinate al cockpit) ed il set di parti in resina per sostituire il motore ad elica con uno a reazione. Con quest’ultimo, Zoukei-Mura permette agli appassionati di realizzare una variante “what if” dello “Shinden”che, appunto, era stato ipotizzato di equipaggiare con il nuovo motore non appena questo si fosse reso disponibile. La mia intenzione è di realizzare una seconda versione (probabilmente rossa) dello “Shinden” di “Ah, My Goddess”.

Cotanta perfezione non sarebbe di questa terra se non fosse compromessa da un difetto che, devo ammetterlo, mi ha parecchio irritato. Non solo nel display espositivo presente nel negozio di Akihabara in cui i prodotti Zoukei-Mura sono in vendita ma, soprattutto, sul lato della scatola dello stesso, è mostrato il modello con i figurini di Keiichial posto di pilotaggio e di Belldandy che, da terra, lo guarda con apprensione. Credo che nessuno possa rimproverarmi se mi sono convinto che le due miniature fossero incluse nel kit. Purtroppo non è così. Interpellato il customer care della Zoukei-Mura, mi è stato detto che si trattava di un extra limitato alla prima tiratura del kit e non più riproposto sul mercato separatamente. Anche ipotizzando che questa realtà sia riportata nelle diciture in ideogrammi sulla scatola, resto convinto che si tratti di una forma comunicativa ingannevole. Poiché sono i figurini dei personaggi del mangaAh, My Goddess” a comunicare con maggior enfasi la natura fantasiosa del modello in questione, non mi è rimasto che acquistare il set separato di Belldandy ed Urd in versione racingirlanch’esse destinate ad accompagnare lo “Shinden” in oggetto. Sempre meglio di nulla ma, personalmente, preferivo il duo Keiichi/Belldandy.

Tutto quanto mostrato sopra è talmente perfetto da meritare di essere immediatamente costruito. Per quanto mi concerne, non sarà così. Spero solo di non posticipare troppo la realizzazione di un soggetto così bello!