Giusto il week-end dopo le festività Pasquali durante il quale mi sono recato in Liguria per percorrere la ciclabile da Albissola ad Arenzano, ho approfittato del ponte del 25 aprile per visitare il Forte di Bard sul confine fra Piemonte e Val d’Aosta. Era molto tempo che nutrivo una certa curiosità di visitare il forte non solo per la sua storia ma anche per le numerose mostre che vi si svolgono. Se ciò non bastasse, varie ragioni hanno fatto sì che la Val d’Aosta mi sia del tutto ignota perciò mi è sembrato giusto iniziale proprio tramite una delle sue principali valli di accesso sul confine col Piemonte. Il piano strategico è stato rapidamente elaborato: partenza sabato 22 aprile e rientro lunedì 24 per sfuggire al probabile rientro in massa del giorno dopo; pernottamento a Hone, paese posizionato proprio frontalmente al forte di Bard. Quella che segue è la cronaca dell’impresa.
Con la mia fantastica Fiat 500, sono arrivato sul posto a metà pomeriggio del sabato a causa di alcuni impegni improrogabili durante la mattina. Come una settimana prima in Liguria, ho portato con me la biciletta grazie al fantastico portabici che non perdo occasione di sfoggiare con una certa spavalderia! Benché non avessi inizialmente intenzione di pedale anche in questa occasione, la decisione di non separarmi dalla bicicletta è stata decisamente fortunata in quanto mi ha permesso di apprezzare la zona come altrimenti non avrei potuto fare.
Il Forte di Bard è certamente l’attrattiva principale dell’area non solo per la sua storia ma anche in quanto divenuto un polo culturale di primo livello. Costruito lungo il corso della Dora Baltea, sfrutta la stretta gola creata dal fiume per fungere da baluardo difensivo contro eserciti che, attraversando le Alpi, tentassero di dilagare nella pianura piemontese. Fu svolgendo tale compito che dal 14 maggio 1800 fu protagonista di un fatto d’arme di prima classe. I 400 soldati della guarnigione austriaca, infatti, riuscirono per ben due settimane a sbarrare il passo a Napoleone ed alla sua armata forte di 40.000 uomini che, scendendo dal San Bernardino, marciava verso la Pianura Padana. Il fatto cagionò una tale onta a Bonaparte che, dopo la resa del forte, egli ne ordinò la distruzione. Ricostruito nel 1830, un accurato restauro a permesso l’apertura al pubblico a partire dal 2006.
La vista del Forte di Bard è ancora oggi formidabile. La fortezza si estende su numerosi livelli ed appare inespugnabile soprattutto se vista dal basso. È forse proprio il ponte pedonale che, attraversando la Dora, unisce Hone al borgo di Bard ad offrire la vista migliore sull’intero complesso.
Piccolo gioiello è anche il borgo di Bard rimasto probabilmente immutato da lungo tempo e ricco di scorsi suggestivi.
Di vista sorprendente è la casa che ancora conserva nell’intonaco le tracce dei combattimenti del 1800. Da questo punto di vista, ricorda l’edificio a Magenta che attualmente ospita il museo sulla battaglia del 1859. Fungente da porta d’ingresso al borgo vero e proprio, vi è collocato un bar con alcuni tavoli esterni da cui è possibile godere del tramonto sulla valle antistante.
Visto all’interno della sua cinta muraria, il Forte di Bard è meno suggestivo se non altro perché non è possibile coglierne con un solo sguardo l’effettiva imponenza. La ristrutturazione lo ha forse anche privato del suo aspetto più austero e puramente militare. Si aggiunga che la possibilità di arrivare con comodi ascensori fino alla sua sommità dà l’impressione di violarne ogni volta la natura originariamente inaccessibile. Ciononostante si tratta di interventi ben comprensibili che hanno ridato degna e giusta vita ad una struttura altrimenti destinata all’oblio definitivo.
Sono salito in cima al forte domenica nel tardo pomeriggio. Ho avuto giusto il tempo di visitare la mostra temporanea che più mi interessava perciò non posso dare un giudizio su tutte le altre presenti. Segnalo, in ogni modo, essere particolarmente gettonate le prigioni e, di prossima apertura, il Ferdinando, avente ad oggetto le fortificazioni e le artiglierie storiche. Io ho visitato la 52esima edizione della mostra fotografica “Wildlife Photographer of the Year” promossa dal Natural HistoryMuseum di Londra, selezione di cento scatti di eccellenti fotografi dilettanti aventi ad oggetto la natura in ogni sua forma. L’ho trovata bellissima ma avrei sinceramente preferito delle stampe più grandi.
Domenica ho approfittato della bella giornata per inforcare la bici e raggiungere Verresda Hone. Si tratta di poco più di quindici chilometri percorribili su comodi sterrati o su strade a bassissima percorrenza. Pur non avendo ragione di consigliare di recarsi sul posto solo per fare questo tratto di strada in bici, è decisamente un’opzione validissima per arricchire la vostra escursione a Bard. Gli scorci sono suggestivi, la strada tranquilla e non particolarmente impegnativa e, soprattutto, si costeggia un tratto di via Francigena che non perde occasione di sorprendere.
Prima, gradevolissima sorpresa è il Ponte di Echallod, bellissimo esempio di ponte a schiena d’asino che attraversa la Dora Baltea fin dal XVII secolo. Impossibile non fermarsi per travolgere tutto e tutti con una tempesta di fotografie. Tra l’altro è proprio grazie a questo ponte che la via Francigena passa da una sponda all’altra del fiume perciò non mancano “pellegrini” domenicali a cui chiedere uno scatto.
Arrivati a Verres è possibile accedere ad un centro storico molto bello e dalle innumerevoli particolarità che ne dimostrano l’importanza nei tempi passati. Come spesso avviene, sarebbero necessari numerosi interventi di recupero ma nel suo complesso il borgo è di grande fascino. Mi ha particolarmente colpito la Prevostura che, lungo uno sperone di roccia, troneggia sul paese. Peccato non averne potuto visitare l’interno.
Lasciata la bicicletta in centro, ho imboccato un sentiero lastricato che rappresenta il percorso pedonale per arrivare al castello di Verres. Posto ad un centinaio di metri più in alto del paese, il castello, visibile anche da grande distanza, è un fortilizio dalla lunga storia. Ho raggiunto l’ingresso poco prima dell’inizio di una visita guidata a cui ho partecipato con grande piacere. Ho così potuto apprendere non poche informazioni interessanti sulla storia del castello e, soprattutto, visitarne l’interno. Pur dovendo premettere che si tratta di edifici completamente diversi, il castello di Verres mi è piaciuto ancor più del Forte di Bard. Gli interni, benché spogli di qualunque arredo, mi hanno letteralmente conquistato potendovi ritrovare elementi architettonici di una vita quotidiana lontana nel tempo. Ad aumentare il fascino di sale, porte, camini e cucine, si è aggiunta la luce molto suggestiva proveniente dalle finestre. Luce che mi ha permesso di scattare alcune foto che considero molto belle.
All’imbocco della rampa principale che porta al castello, a due passi dal parcheggio dello stesso, vi è un piccolo chiosco che funge anche da ristorante. Sulla via del ritorno alla bici, mi ci sono fermato per pranzo e devo dire che l’esperienza è stata decisamente piacevole. Seduto su uno dei tavolini esterni, ho potuto godere della bella giornata gustando alcuni piatti tipici fra cui un’ottima polenta concia appena preparata. Il piccolo ristorante è immerso nella natura e lontano da strade trafficate perciò non posso che consigliarlo anche solo per una tranquilla pausa di ristoro.
Concludo confessando di aver passato un paio di giorni molto piacevoli. Il Forte di Bard può essere meta di una gita giornaliera ma la zona limitrofa merita decisamente attenzione e, quindi, il tempo necessario per apprezzarla. Resta inteso che la stretta valle è attraversata dalla provinciale, l’autostrada e la ferrovia. L’ambiente è, quindi, molto urbanizzato. Se ciò non bastasse, le montagne sono ripide e non si prestano a scampagnate poco impegnative. Alla luce di ciò, non considererei l’area perfetta per trekking a piedi. Egualmente, passare da un paese all’altro con l’auto rischia di essere poco stimolante impedendo di apprezzare le bellezze nascoste della zona. Per l’esperienza che ho avuto, mi sento di consigliare caldamente l’uso della bicicletta per scoprire questa zona comunemente oggetto di un passaggio frettoloso da parte dei turisti.