Le mie ciclovacanze nelle Marche non sono certo più un segreto. Ho già dedicato due articoli all’avventura che, quest’estate, mi ha portato alla scoperta delle terre marchigiane: nel primo scritto ho introdotto il viaggio e le principali città visitate, nel secondo ho mostrato il percorso ad anello fatto sulle due ruote ad est di Urbino. Come già anticipato in quest’ultimo articolo, le mappe fornitemi dall’Ufficio Turistico della città mi hanno indicato un secondo anello ciclabile nella zona ad ovest di Urbino. E’ proprio di tale secondo percorso che parlerò in questa sede.

Come fatto il giorno prima, ho inforcato la bici molto presto; più o meno alle sei e mezza del mattino, in concomitanza con il sorgere del sole. Se doveste pensare trattarsi di scelta esagerata, vi invito a riflette su alcuni aspetti: le temperature estive sfiorano i quaranta gradi, sfruttare il fresco offerto dalla mattina è essenziale quando si fa attività fisica; i percorsi sconosciuti portano con sé molte incognite, meglio avere molte ore luce disponibili per poter gestire ogni inconveniente; essere in vacanza esige di prendersi tutto il tempo necessario per godersi i panorami, i luoghi visitati ed un pasto in tranquillità. Partite sempre presto, se poi vi trovate in anticipo sulla tabella di marcia, avrete la possibilità di rallentare e godervi qualche pausa in più.

La mattina presto ha un altro vantaggio, offre colori ed atmosfere uniche. Esempio lampante la vista che mi si è offerta sulla valle di Schieti; le ultime nebbie create dall’umidità notturna si dipanavano fra le creste collinari come spuma fra le onde del mare.

L’ambiente si è rapidamente trasformato via via che è sopraggiunta un’altra spettacolare giornata di sole dal cielo terso e brillante.

Arrivato a Piandimeleto, mi sono concesso una meritata pausa presso il castello che vi sorge. Molto ben restaurato e tenuto, il castello ha una bella vista sulla zona circostante ed è probabilmente luogo ideale per feste e sagre di paese.

Piandimeleto sorge al centro di un crocevia ove è possibile abbandonare la trafficata statale per imboccare la Strada Provinciale Pianmeletese che, salendo sulle creste vicine, permette di raggiungere Sant’angelo in Vado. Tale strada provinciale è un piccolo gioiello, ideale per il cicloturista. Assolutamente priva di traffico, attraversa colline boscose offrendo scorci panoramici incantevoli, esempio perfetto del tipico ambiente marchigiano.

La Strada Provinciale Pianmeletese consente anche un impagabile sguardo dall’alto su Sant’Angelo in Vado, la cittadina che è senza dubbio stata la meta principale di tutto il percorso.

Edificata lungo l’onnipresente fiume Metauro, Sant’Angelo in Vado custodisce una serie di preziose perle che la rendono imperdibile per un turista attento e curioso. Le origini medioevali della città conquistano in un istante il visitatore grazie ad un centro storico di indubbio valore e fascino.

Passeggiando per la città, ho avuto occasione di visitare due luoghi di culto:

 La Chiesa Di San Filippo

La Chiesa Di San Francesco

Già pienamente appagato da quanto visto ed apprezzato, sono stato ancor più sorpreso e conquistato dalla scoperta che in Sant’Angelo in Vado sono presenti i resti di una eccezionale domus romana che custodisce mosaici di assoluta magnificenza estetica e di una maestria realizzativa che lascia ancora oggi stupefatti. Raccomando a tutti di visitare il sito con il supporto di una guida del locale Ufficio Turistico perché l’esperienza vi appagherà pienamente.

Dopo tante bellezze e chilometri, decisi di pranzare presso il Ristorante Vecchia Fattoria, luogo sincero dove sono stato accolto e rifocillato con grande cura e convivialità.

Ripreso il mio viaggio, ho raggiunto Urbania ove ero stato qualche sera prima e di cui ho parlato nell’articolo introduttivo alla mia vacanza marchigiana. Prima di entrare in città, ho visitato il Convento di San Giovanni Battista, edificio simbolo di Urbania e meritatamente celebrato in tutti gli opuscoli informativi della città.

Lasciata Urbania all’imbrunire, sono tornato ad Urbino percorrendo la Strada Statale 73bis, un’altra strada dal panorama mozzafiato. Serpeggiando dolcemente, la provinciale porta in cima alla cresta collinare su cui sorge la stessa Urbino. Da lassù, lo sguardo spazia su tutta la zona circostante che, proprio nelle luci del tramonto, si offre come meglio non potrebbe. Le foto non rendono un’idea onesta dello spettacolo offerto al mio passaggio perciò non posso che consigliare il percorso a tutti color che volessero ripetere l’esperienza.

Verso le otto di sera sono tornato al mio albergo a Urbino, punto di partenza della mattina, per un totale di 87 chilometri percorsi. Non so dire se le foto e le parole spese in questo articolo siano in grado di comunicare la pienezza dell’esperienza vissuta. Certamente quest’ulteriore giorno sulle due ruote mi ha dimostrato quanta bellezza offra la regione Marche e spero di aver almeno dimostrato ciò con questo mio ricordo.