Il mio quarto viaggio in Giappone datato 2019 si è contraddistinto per il primo viaggio in Shinkansen e per un’intera settimana trascorsa nello Shimanami Kaido, il paradiso dei ciclisti giapponesi grazie ad un lungo percorso ciclabile composto da sette ponti che uniscono sei grandi isole del mare interno giapponese. Lo Shimanami Kaido inizia ufficialmente ad Onomichi (prefettura di Hiroshima) e termina ad Imabari (prefettura di Ehime). Onomichi è facilmente raggiungibile da Tokyo in quanto servita dai treni dell’alta velocità nipponica. Come ho raccontato nel precedente articolo, è proprio in Shinkansen che sono arrivato ad Onomichi nel tardo pomeriggio di venerdì 31 maggio.
Non è ad Onomichi che avevo pianificato di alloggiare per tutti i giorni della mia vacanza dello Shimanami Kaido. La ragione è semplice: il ponte che collega Onomichi all’isola di Kukaishima è l’unico a non essere ciclabile. Per raggiungere l’isola in bici da Onomichi è necessario prendere l’apposito traghetto che fa servizio dalla città all’isola e viceversa. Ho, quindi, valutato controproducente avere l’albergo ad Onimichi perché sarei stato gravemente condizionato dagli orari del traghetto col rischio non indifferente di perdere l’ultima corsa di ritorno ad Onomichi. Ho, quindi, preferito alloggiare ad Imabari, posta sul lato opposto dello Shimanami Kaido. Ciò premesso, non avevo alcuna fretta di arrivare a destinazione, perciò ho optato per trascorrere una notte ad Onomichi per scoprire la città.
Onomichi è una vivace città portuale ove hanno sede alcuni cantieri navali che, orgoglio dell’intera area, costellano l’intero arcipelago dello Shimanami Kaido. La città ha certamente vissuto un’epoca d’oro ormai dimenticata ma trascorrervi una giornata è stata una scelta saggia che consiglio vivamente in quanto Onomichi si è dimostrata molto più piacevole ed interessante di quanto pensassi. Il giorno del mio arrivo, dopo essermi sistemato in albergo, sono uscito all’imbrunire per due passi sul lungomare del centro città. Qui non ho mancato di visitare i negozi ed i locali decisamente chic di un vecchio dock ristrutturato che funge anche da albergo per i ciclisti di passaggio.
E’ iniziata così una serata tanto impegnativa dal lato culinario quanto piacevole. Uscito dal dock, mi sono recato da Onomichi Ramen Tani, un ristorantino specializzato in Ramen posto a due passi dalla stazione ferroviaria della città. Nel mio viaggio avevo con me “Il libro dei Ramen” di Stefania Viti, lettura che consiglio vivamente e che mi ha permesso di scoprire che Onomichi è particolarmente rinomata proprio per un tipo particolare di Ramen che porta il nome della città. Poiché i Ramen sono il mio piatto giapponese preferito, non potevo certo farmi scappare l’occasione di assaggiarne la versione locale, perciò, informandomi un poco su Internet, sono entrato da Onomichi Ramen Tani dove ho potuto gustare quanto cercavo ed avere un primo contatto con la gente del posto.
Non pago di tutto ciò, uscito da Onomichi Ramen Tani e fatti due passi per la città di notte, sono entrato da Izakaya ToranoIttoku attratto irresistibilmente dal noren appeso all’esterno. Qui mi sono trovato in un ambiente piacevolissimo, molto confortevole e circondato da persone cordiali ed amichevoli. E’ così proseguita una serata che si è trasformata in un’esperienza tanto inaspettata quanto indimenticabile, fatta di simpatia e socievolezza impagabili.
Gran parte del giorno successivo l’ho impiegato per esplorare Onomichi. Favorevolmente colpito da quanto vissuto il giorno precedente, ho deciso di spostarmi verso Imabari nel pomeriggio e, lasciata la valigia in albergo, mi sono dedicato ad un piacevolissimo giringiro. Appena uscito dall’hotel, ho visto l’imbarcadero del sopracitato traghetto già affollato di ciclisti e, soprattutto, ho scoperto che, in quel sabato 1 giugno, la piazza centrale di Onomichi era occupata da un mercatino con bancarelle di ogni tipo ed un palco dove si esibiva una simpatica orchestra locale. Aleggiava un’atmosfera da provincia placida e sincera che mi ha divertito molto facendomi sentire accolto e benvoluto.
Ho proseguito addentandomi nell’Onomichi Shopping Arcade, una lunga via coperta dove si affacciano negozi di ogni tipo, tutti caratteristici e molto ruspanti pur conservando quella cura nell’esposizione della merce che è tipico dei punti vendita giapponesi. Non mancavano anche locali chiusi da tempo a dimostrare fasti ormai passati ma percorrere l’Onomichi Shopping Arcade è davvero un ottimo modo per entrare in sintonia con la gente e l’atmosfera dei quei luoghi, ben lontani dalla frenesia di grandi città come Tokyo.
Percorrendo una via laterale, sono capitato in un bel negozio di Mitarashi Dango artigianali e, qui, la goduria ha raggiunto i massimi livelli. Non ho ancora capito bene in cosa consistano questi semplici quanto gustosi dolcetti giapponesi ma non ne ho mai gustati di eccellenti come quelli mostrati nelle foto seguenti.
Il giringiro per Onomichi mi ha regalato anche non pochi scorci assai suggestivi se non altro perché capaci di richiamare fortemente quell’immaginario urbano che un appassionato di anime a manga come me, porta sempre nel cuore e che lo fanno sentire “a casa” anche in un paese lontano ed esotico come appunto è il Giappone.
La passeggiata si è conclusa sul monte sovrastante Onomichi dove si trovano alcuni templi fa cui quello buddista di Senkoji. Raccomando col cuore una gita nel parco in cui è immerso il tempio poiché il panorama è splendido ed non mancano colpi d’occhio che riassumono efficacemente il fascino di un paese tanto diverso dal nostro.
Tornato in città a metà pomeriggio, ho recuperato la valigia e sono andato alla fermata dell’autobus che mi avrebbe portato ad Imabari, pronto a continuare la mia avventura nella Terra del Sol Levante.
Il tempo trascorso ad Ononimchi mi è particolarmente caro. Non sono qui a sostenere che debba essere una meta imperdibile per chiunque vada in Giappone perché non è evidentemente così. Onomichi resterà sempre nei ricordi più vivi della mia vacanza nello Shimanami Kaido perché mi ha permesso di immergermi nel migliore dei modi in un Giappone diverso da quello di Tokyo, un Giappone tranquillo, dai ritmi rallentati, immerso in un’atmosfera di sospensione temporale a cui è molto bello lasciarsi andare.