59 Zugspitze

Dopo l’esplorazione ciclistica del versante meridionale del Lago di Garda e l’escursione sul Plose poi proseguita lungo la ciclabile Bressanone/Brunico, eccomi a raccontare gli ultimi giorni della Ciclozingarata 2019, breve viaggio che ha rappresentato il fulcro delle mie vacanze estive dell’anno scorso. Anno certamente caratterizzato dalla mia quarta vacanza in Giappone, distintasi dalle precedenti del 2015, 2016 e 2017 soprattutto per i giorni trascorsi nello Shimanami Kaido. Senza divagare troppo, val la pena ricordare che la Ciclozingarata 2019 è stata un’avventura finalizzata a sfruttare la libertà offerta dalla chiusura aziendale estiva senza alcun tipo di complicazione legata a particolari pianificazioni. Sono partito solo con una vaga idea di dove dirigermi e senza alcuna prenotazione degli alloggi. Scelta azzardata soprattutto considerato che la Ciclozingarata 2019 si è svolta nella settimana di Ferragosto ma, come insegna il detto secondo cui la fortuna aiuta gli audaci, non ho avuto particolari problemi salvo il caso che andrò a raccontare proprie nelle righe sottostanti.

Lasciato Bressanone nella mattina di sabato 17 agosto, ho imboccato l’autostrada e superato il Brennero. Da lì ho attraversato l’Austria e sono arrivato in Germania con destinazione Garmisch-Partenkirchen, paese della Baviera noto tanto per le piste sciistiche che per le case dipinte con disegni tradizionali. Prima di arrivare a destinazione, sono passato per Mittenwald dopo aver lasciato l’autostrada imboccando un’uscita a caso. Qui, nel primo pomeriggio ed assai affamato ed assetato, ho pranzato alla Brauerei Mittenwald dove ho avuto un primo, indimenticabile contatto con la cucina e, soprattutto, le birre locali.

Arrivato a Garmisch ho dovuto arrendermi ad un’evidenza non certo inaspettata ma lungamente elusa: la mancanza di una stanza disponibile non solo in città ma anche nei paesi limitrofi. Ho girato, cercato, chiesto ed investigato ma non c’è stato nulla da fare: tutto pieno il sabato sera della settimana di Ferragosto! Onestamente non c’era da stupirsene perciò, abbandonate le speranze, mi sono dedicato ad una lunga passeggiata per Garmisch ed ho cenato da  “Zum Wildschütz”, ottimo ristorante di cucina locale consigliatomi dai miei genitori che la sanno lunga e ben conoscono i luoghi.

Dopo cena mi sono rifugiato in una tradizionale birreria bavarese davanti alla quale avevo parcheggiato e vi ho tirato notte fonda facendo tutto quanto necessario per rintronarmi a dovere così da addormentarmi senza difficoltà. Così è stato nonostante le esigue dimensioni dei sedili posteriori della mia adorata Fiat 500 che, devo essere onesto, si è dimostrata ben più comoda dei letti dei rifugi in cui ho dormito in un anno di corso CAI. Quella, quindi, che potrebbe sembrare di primo acchito una disavventura, in realtà è nei miei ricordi una nota colorita di una vacanza vagabonda ed ha avuto anche un altro importante pregio: non potendo godere di un riposo propriamente detto, sono stato operativo fin dalle prime luci dell’alba perciò ho potuto sfruttare fin da subito la giornata di domenica 28 agosto caratterizzata, per mia fortuna, da un meteo eccezionalmente bello. Ciò è stato provvidenziale come avrei presto avuto modo di constatare e, inforcata la bici verso le sei del mattino, ho imboccato la ciclabile che mi ha condotto da Garmisch al paese di Grainau immerso fin da subito un panorama straordinario.

Arrivato a Grainau, mi sono concesso una ben meritata colazione dopo aver esplorato il villaggio e da lì ho ripreso la ciclabile in direzione della stazione della funivia che porta in cima allo Zugspitze.

Arrivato giusto in tempo per il primo viaggio di risalita delle nove del mattino, ho potuto ammirare il gioiello tecnologico che è la funivia in oggetto, capace di portare i visitatori dai 998 metri della stazione a valle fino a quella specie di astronave atterrata in cima allo Zugspitze a 2.962 metri sul livello del mare. Pazzeschissimo!!!

Lo Zugspitze e la cima più alta della Baviera e funge da confine fra tale Länder e quello del Tirolo settentrionale. Non solo, è anche estrema falange delle Alpi perciò offre un panorama incredibile sull’intero arco alpino da una parte e, dall’altro lato, sulla Baviera la cui pianura si estende a perdita d’occhio più in basso. Posso giurare che, con una giornata tanto bella, lo spettacolo offerto era indescrivibile. Mi auguro che le foto sottostanti siano in grado confermare tali parole.

Tanta meraviglia doveva essere opportunamente festeggiata perciò ho approfittato senza ritegno della deliziosa cucina offerta dal vecchio rifugio che sorge poco distante dallo spazioporto ove attracca la funicolare. Qui, immerso nella tersa luce dell’alta montagna, mi sono goduto una birra ed un Bratwurst dal gusto unico ed ho preso la via del ritorno giusto prima dell’arrivo della massa dei turisti allo scoccare del mezzogiorno.

Tornato a valle, ho inforcato di nuovo la mia insostituibile Atala ed ho preso il sentiero che costeggia tutto il lago di Eibsee, ben visibile dalla cima dello Zugspitze. Il caldo pomeriggio e le acque cristalline mi hanno regalato un bagno tanto ristoratore quanto inaspettato; nuotata che è anche stata quella fantomatica ciliegina sulla torta che nessuna pianificazione precedente avrebbe potuto rendere così perfetta.

Sulla via del ritorno, mi sono fermato di nuovo a Grainau per una “merendina rinforzata” concludendo così una giornata memorabile!

Se qualcuno, attanagliato dall’angoscia per la mia sorte, si stesse chiedendo se ho trovato un albergo libero per la notte di domenica posso garantire di non aver avuto problemi di sorta e, dopo un bel sonno ristoratore, sono tornato a casa lunedì 19 agosto. Non avevo motivo di fermarmi più a lungo considerata la pioggia battente che aveva inaugurato la nuova settimana e prevista per i successivi tre giorni. Nessun rammarico, la Ciclozingata 2019 è stata un successo insperato ed ha consolidato la mia volontà di tornare a scoprire la Baviera in bici.