I più affezionati lettori di questo blog ricorderanno certamente le recensioni dedicate al kit dell’He-162 D commercializzato da Dragon Models Ltd., ai set di dettaglio acquistati per migliorare tale modello nonché alla conversione proposta da Antares Models che consente di sostituire l’usuale motore a getto BMW-003 che equipaggiava gli He-162 A con un più potente Jumo-004. Dopo tante premesse, è finalmente giunto il tempo di mostrare i primi lavori svolti su questo modello.
Non si tratta di attività particolarmente rilevanti ma mi sembra giusto mostrare quanto fatto e segnalare alcune difficoltà non secondarie. Prima di tutto devo evidenziare che il modello Dragon non brilla per folgoranti espedienti ingegneristici. Ci sono alcune grossolanità poco giustificabili come il pessimo sistema di apertura del cupolino che è assolutamente inaccettabile per qualunque modellista che voglia dare un minimo di serietà alla propria realizzazione. A ciò si aggiunge una qualità generale che supera di poco la sufficienza e che deriva dall’uso abbondante di stampate che derivano dal kit dell’He-162 A che la stessa ditta aveva commercializzato nei primi anni ’90. Tutto ciò non è un problema serio, è merce comune nella stragrande maggioranza dei modelli anche se, scatola di montaggio alla mano, il kit dell’He-162 A della Tamiya appare decisamente superiore. I problemi veramente seri che ho dovuto affrontare risiedono nella necessità di utilizzare per l’He-162 della Dragon dei set di dettaglio previsti per il modello Tamiya. Proprio le differenze progettuali fra i due modelli nonché la diversa scomposizione e (a volte) dimensione dei pezzi comportano un lavoro di adattamento che non è ne facile né rapido. Ma andiamo con ordine.
Per prima cosa ho preparato le due scocche che compongono la fusoliera e, ripulito lo Jumo-004 dalla resina in eccedenza, ho verificato se e quanto i pezzi combaciavano fra loro. E’ subito emersa l’esigenza di intervenire puntualmente per eliminare la plastica in eccedenza e permettere un migliore posizionamento del motore. Sarà certamente necessario del lavoro aggiuntivo ma solo una volta che le due metà della fusoliera saranno definitivamente incollate fra loro.
Memore di passate problematiche, ho deciso di riempire di stucco alcuni punti interni delle due scocche così che, una volte messe insieme, la superficie di aderenza sia tale da permettere un incollaggio più facile ed efficace della fusoliera. Per rendere l’operato ancor più agevole, ho aggiunto anche alcuni perni creando un meccanismo maschio/femmina.
A questo punto mi sono cimentato nella costruzione del carrello anteriore usufruendo del set di parti in metallo commercializzato da Scale Aircraft. Ho ritenuto essenziale sostituire i carrelli in plastica del kit Dragon per garantire solidità e stabilità al modello soprattutto a causa del peso aggiuntivo determinato dal motore in resina. I carrelli della Scale Aircraft sono, però, per il modello Tamiya che ha una diversa progettazione del sistema interno di fissaggio alla fusoliera. E’ perciò è stato necessario un lavoro di adattamento che ho realizzato con l’ausilio di un perno in ottone.
Ho posizionato i cannoni nel relativo alloggiamento usufruendo di quanto offerto dal set della Adler Nest non prima, però, di aver riempito i vuoti eccessivi del kit Dragon con dello stucco bicomponente.
Fatto tutto ciò, mi sono dedicato agli interni dell’abitacolo usufruendo dell’ottimo set di fotoincisioni della Eduard. Ho attaccato solo i pezzi non precolorati e quelli che, seppure già dipinti, avrei potuto colorare di persona a pennello senza grandi difficoltà. Non ho mancato, infine, di arricchire il tutto con dei cavi in ottone di diverso diametro.
Il seggiolino della Quick Boost è un altro esempio di componente non idoneo al kit Dragon. Esso, infatti, è troppo grande per l’abitacolo del modello Dragon e, perciò, ho dovuto eliminarne una buona sezione per evitare che il blocco centrale della cloche ne impedisse il corretto posizionamento.
Pulite le ruote del set Aires, ho montato il vano dei carrelli posteriori. Anche in questo caso è stato necessario un lavoro di adattamento per consentite il posizionamento corretto del carrelli in metallo mentre è emersa un’ulteriore prova della discutibile progettazione della componentistica offerta dal modello Dragon. I portelli la cui apertura è necessaria perché i carrelli posteriori possano abbassarsi sono stampati in un pezzo unico e, conseguentemente, devono essere separati dal modellista con rischi seri di commettere errori irreparabili.
Fatto tutto quanto sopra, mi sono cimentato in un altro lavoro che mi sono imposto a seguito di traumatiche esperienze passate e finalizzato ad assicurare il sicuro e stabile posizionamento dei portelli in posizione aperta. A condizione che si abbia a disposizione dei tondini in ottone di diametro estremamente ridotto come quelli contenuti nel set Master Tools 09942, con un poco di pazienza è possibile realizzare un gioco di incastri che, sostituendo quello elementare previsto dal kit, consente di mantenere facilmente i pezzi nella posizione corretta senza affidarsi esclusivamente alla colla; operazione quest’ultima ancor più odiosa perché normalmente necessaria al momento dell’assemblaggio finale del modello ed a pezzi colorati. Così facendo, invece, conto di applicare i portelli con estrema facilità e senza troppi rischi di rovinare con la colla il colore già steso.
Per completare questa fase è necessario provvedere a sistemare le parti della fusoliera compromesse dall’originario sistema di posizionamento dei portelli. Non si tratta di un lavoro particolarmente difficile a condizione di avere dei listelli di plastica a disposizione.
A questo punto non mi è rimasto che stendere il Primer su tutte le parti interne fin qui realizzate.
Concluso tale lavoro, ho potuto iniziare a colorare gli interni allo scopo di arrivare alla tanta agognata chiusura della fusoliera ma di questo parlerò in separato articolo.