02 Nashorn Militracks 2019

L’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941 pose l’esercito tedesco di fronte a problematiche inaspettate e ad un avversario contro cui si scopri impreparato. Fra i tanti fattori che portarono alla sconfitta della Germania nazista nel 1945 si annovera certamente anche il numero e la qualità dei carri armati a disposizione dei Russi nel 1941 nonché di quelli che gli ingegneri sovietici riuscirono a sviluppare negli anni successivi. Veicoli corazzati i cui numerosi difetti erano compensati da indiscussi pregi e, soprattutto, dal numero elevato di esemplari che l’industria bellica sovietica riusciva a produrre. Il ben noto T-34 fu certamente un carro armato che incarna appieno quanto appena descritto. Il modernissimo design dello scafo a piastre inclinate influenzò enormemente tutto quanto fu sviluppato successivamente soprattutto da parte dei Tedeschi che videro proprio nella distruzione dei T-34 l’unica chiave per riprendere l’iniziativa sul fronte orientale e sconfiggere l’Unione Sovietica.

Raggiungere tale scopo non era, però, facile. L’industria bellica tedesca di lanciò in una corsa agli armamenti che prese diverse vie a seconda delle esigenze contingenti. In un’ottica di lungo periodo, si diete avvio fin dal 1941 allo sviluppo di nuovi carri armati che prendevano ispirazione proprio dal T-34 come, ad esempio, il Panzerkampwagen V “Panther” ed il Panzerkampfwagen VI Ausf.B “Tiger II” entrati in servizio rispettivamente nel 1943 e 1944. Nel medio periodo fu data massima accelerazione alla conclusione dei lavori già avviati sul Panzerkampfwagen VI Ausf.E “Tiger I” che arrivò al fronte nel 1942. Nel breve periodo, invece, si decise (spesso in fretta e furia) di potenziare qualunque veicolo già in produzione che, in torretta o casamatta, potesse imbarcare cannoni più potenti. Fu così che il Panzerkampfwagen III passò da canoni da 3.7 cm a cannoni da 5 cm ed il Panzerkampfwagen IV e lo Stug. III abbandonarono i precedenti cannoni da 7.5 cm L24 per acquisire i ben più efficaci 7.5 cm L43 prima e L48 poi.

Tali potenziamenti furono anche accompagnati da soluzioni interinali che, di rapida progettazione e produzione, mirarono a compensare la mancanza di veicoli più efficaci e specificatamente progettati per la lotta anticarro. Esempio lampante è certamente lo Sd.Kfz. 164 o 8.8cm Pak-43 auf Geschützwagen III/IV. Questo veicolo, comunemente noto come “Hornisse” prima e “Nashorn” poi, null’altro fu che l’unione di uno scafo derivato dalla componentistica usata per i Panzer III e Panzer IV (lo stesso del Sdkfz. 165 “Hummel) con un 8.8 cm Pak-43/41, il cannone anticarro più potente e performante di tutta la guerra. Entrato in servizio nel 1943, il “Nashorn” ebbe il compito di fornire all’esercito tedesco un veicolo che, sebbene imperfetto, consentisse di fronteggiare a lunga distanza i carri pesanti russi KV-1 e KV-2 prima e JS-2 poi. Concepito per essere un rimedio momentaneo in attesa dell’entrata in servizio dello Jagdpanther con cui condivideva lo stesso armamento, il “Nashorn” ebbe una carriera operativa di grande successo.  Il “Nashorn” con la sua alta siluette, una corazza appena sufficiente a parare proiettili di piccolo calibro ed una casamatta a cielo aperto che lasciava l’equipaggio esposto a schegge e tiri curvi, era un tiratore scelto micidiale. A patto di essere usato come tale e, quindi, di ingaggiare il nemico a lunga distanza, il “Nashorn” grazie al suo 8.8 cm Pak-43/41, dalle ottiche precise ed un proiettile che viaggiava a 1.200 metri al secondo, non lasciava scampo a nessun carro avversario che entrasse nel suo raggio di azione. Costruito in meno di 500 esemplari, il “Nashorn” fu in grado di fregiarsi di record incredibili: sotto i suoi colpi caddero T-34 a 4.500 metri, JS-2 a 3.500 metri e sempre ad un “Nashorn”  si deve nel 1945 la perdita definitiva dell’unico M26 Pershing” americano distrutto in guerra.

Attualmente esistono al mondo soli tre “Nashorn”. Uno si trova negli USA, il secondo in Russia mentre il terzo appartiene ad una collezione privata olandese. Proprio quest’ultimo è stato per la prima volta presente al Militracks 2019. L’esemplare è attualmente sotto restauro ma purtroppo è stato oggetto di un grave incidente. Un rigo accidentale, infatti, ha distrutto gran parte del lavoro già svolto con serie ripercussioni sia economiche che materiali.

La presenza di questo “Nashorn” al Militracks è anche servita a raccogliere fondi, iniziativa a cui ho partecipato con piacere.