Basta che ti distrai un attimo, come quando ti imbamboli guardando fuori dal finestrino di un treno passeggeri lanciato nella notte, ed ecco che ti ritrovi a 44 anni ancora convinto di non averne più di 22. Che il tempo passi è il bello ed il dramma della vita, dono prezioso proprio per la sua finitezza. Ad ogni compleanno che si accumula, mi si presentano due opzioni: piangere in un angolo con una coperta sulla testa oppure approfittare del pretesto per nuove avventure. Poiché in generale preferisco fare nuove esperienze che regalarmi qualche oggetto più o meno necessario, quest’anno mi sono tolto lo sfizio di tornare sull’Altopiano di Asiago per esplorarlo in lungo ed in largo, possibilità resa possibile grazie al prezioso supporto della bici a pedalata assistita Atala con cui sono già stato nelle Langhe a dicembre 2018 ed in Friuli l’estate dello stesso anno.
Scoprii Asiago in concomitanza con l’ormai lontana edizione 2015 del Red Devils Awards di Thiene e ne fui affascinato. Mi rimase il desiderio di scoprire meglio l’intera zona e deriva da ciò la mia decisione di tornarci in concomitanza del mio compleanno caduto, quest’anno, di sabato. Come faccio ogni volta che posso, presi il venerdì di ferie così da arrivare sul posto la notte di giovedì e tornare a casa domenica mattina prima del traffico di rientro, in questo caso dal Trentino e dal Lago di Garda. Ho alloggiato all’Agriturismo Gruuntaal, appena fuori Asiago, dove mi sono trovato molto bene sia a livello di camera che di colazione. Quest’ultima, in particolare, è stata da me apprezzatissima per la rustica semplicità della stessa, ben incarnata da un delizioso pane, burro e marmellata.
La prima tappa del venerdì è stata inevitabilmente la cittadina di Asiago dove mi sono recato all’Ufficio del Turismo per avere la mappa dei percorsi ciclabili e qualche informazione utile. Qui mi è stato confermato che ghiaccio e neve, rimasti nelle zone in ombra, non mi avrebbero permesso di girare in totale libertà ma, alla verifica dei fatti, devo dire che, grazie ad un tardo inverno caldo e secco, raramente ho dovuto tornare sui miei passi. Non voglio ora ripetere quanto già espresso a proposito di Asiago nell’articolo scritto nel 2015; ciononostante non posso esimermi dal mostrare qualche altra foto di questo bel paese.
Uscito da Asiago, ho puntato la bici verso Campolongo percorrendo la strada che attraversa Roana e salendo da 1.000 a poco più di 1.500 metri. Inutile dire che l’aiuto dell’Atala a pedalata assistita sia stato provvidenziale sia per togliermi rapidamente dalla trafficata Provinciale sia per affrontare le lunghe salite che mi hanno portato a destinazione. Sulla strada montana, lo scarso passaggio di automobili mi ha permesso di godermi il suggestivo paesaggio, fortemente condizionato dalla prolungata siccità nonché dalla nota tempesta di vento che tempo fa ha abbattuto migliaia di alberi nella zona.
A Campolongo è presente l’omonimo rifugio ove non ho potuto certo fare a meno di fermarmi. Approfittando del bel tempo, mi sono goduto una birra sui tavoli esterni dove ho pranzato con un panino ed alcuni dolci comprati ad Asiago. Inforcata di nuovo la bici, ho fatto un giro nella zona prima di ritornare sui miei passi.
Tornato in valle, ho scoperto l’esistenza di una pista ciclabile di circa 13 chilometri che segue il tracciato della vecchia linea ferroviaria che univa Asiago a Rocchette. A ricordare questo passato a cui tutta la zona è particolarmente legata, ha ruolo principe il Museo della Grande Guerra di Canove di Roana che conserva al suo esterno la locomotiva che prestava servizio proprio su questa linea.
Ho percorso la pista ciclabile nel tardo pomeriggio, godendomi un ambiente impreziosito dall’innegabile originalità che sempre garantisce una vecchia linea ferroviaria convertita in ciclabile. Degna di particolare nota è la grotta naturale che si nasconde all’interno della prima galleria che si incontra allontanandosi da Canove ma non da meno sono i tratti all’interno del bosco, i ponti e le trincee scavate per garantire al treno una pendenza non superiore a 3 gradi.
Ho concluso la giornata ammirando il tramonto da un prato fuori Canove di Roana.
Sabato mattina mi sono diretto verso Campomulo, meta speculare a Campolongo ma posta nel cuore pieno dell’Altopiano di Asiago. Anche in questo caso la siccità era imperante ed ancora più evidenti erano i segni della passata tempesta di vento, ciononostante ho apprezzato tantissimo l’ambiente naturale e le numerose strade bianche che mi hanno permesso di immergermi nei boschi circostanti.
Alle quote più alte, neve e ghiaccio mi hanno imposto ti tornare sui miei passi non prima, però, di essermi fermato al Rifugio Campomulo dove mi sono concesso un lauto pasto per festeggiare del mio compleanno.
Sulla via del ritorno sono salito su un pianoro che mi ha offerto una splendida veduta sull’altopiano sottostante.
Come il giorno prima, ho concluso la giornata contemplando il tramonto; questa volta da un punto più elevato ed avendo di fronte Asiago ed il memoriale ai caduti della Prima Guerra Mondiale.
Concludo così il reportage dedicato a due giorni che mi hanno permesso di scoprire una zona davvero molto bella e di festeggiare come meglio preferisco il mio compleanno: stando all’aria aperta ed esplorando in bici un luogo per me nuovo. Naturalmente tutto questo è stato possibile grazie alle nuove opportunità create dall’Atala a pedalata assistita nonché dalla mia Fiat 500, compagna fedele di uscite memorabili.