055 lake yunoko

Il mio viaggio in Giappone di febbraio 2017 è stato caratterizzato dal desiderio di realizzare un sogno a lungo coltivato: raggiungere delle Onsen ed immergermi in vasche termali all’aperto circondato dalla neve. Forte dell’esperienza estremamente positiva rappresentata dai due giorni passati sul lago Ashi nel 2016, mi sono impegnato con grande entusiasmo nel cercare una località che mi permettesse di vivere una tale esperienza senza impormi spostamenti troppo impegnativi. La scelta è ricaduta su Oku-Nikko (anche nota come Yumoto Onsen) una località a 1.500 metri d’altezza che si trova all’interno del Nikko National Park. Purtroppo, scrivo queste righe a distanza di due anni perciò non riuscirò a raccontare i dettagli più minuti del viaggio in quanto la memoria è ormai fallace. Ciononostante, lo scopo di questo scritto è principalmente quello di dimostrare le bellezze del luogo ed incoraggiarne la visita. Spero che le foto che posterò di seguito siano in grado di adempiere a tale compito.

Come solo i Giapponesi sanno fare, raggiungere Oku-Nikko con i mezzi pubblici partendo da Tokyo è relativamente facile e, soprattutto, consente di accedere ad un pacchetto di convenzioni che agevola la visita dell’area circostante. Con una formula simile a quella del Akone Free Pass da me utilizzato un anno prima, il Nikko All Area Pass consente di acquistare a prezzo agevolato il biglietto ferroviario di andata e ritorno Tokyo/Nikko nonché di accedere liberamente e per tre giorni consecutivi alle corse di autobus che servono il Nikko National Park. Il Nikko All Area Pass è acquistabile presso l’apposito ufficio collocato nella stazione ferroviaria di Asakusa della compagnia ferroviaria Tobu Railway. È in questa stessa stazione, collocata a due passi dall’omonima fermata della metro e dal tempio Senso-Ji, che partono i treni per Nikko.

Dopo due ore circa di viaggio in treno, ho raggiunto Nikko verso mezzogiorno. Subito fuori la stazione vi è la fermata per le navette che portano al complesso templare della città (raggiungibile anche a piedi) nonché delle viarie linee di autobus che servono la zona. È qui che è possibile prendere quella che porta al Nikko National Park. L’attesa può essere facilmente superata approfittando dei ristoranti o curiosando nei negozi che si affacciano sulla piazza. Grazie ai pannelli elettronici informativi posti sotto la passerella, è impossibile perdere il proprio autobus sempre che, come me, non ciondoliate con troppo entusiasmo fra le bancarelle.

L’autobus, dopo essere passato di fronte all’ingresso principale del complesso templare della città, imbocca la strada che si inerpica sulle montagne in direzione del lago di Chuzenji a circa 1.300 metri di altezza. Fra le fermate della corriera vi è anche quella della stazione di partenza della funivia di Akechidaira, importante meta su cui cornerò più sotto. Il capolinea della corsa in oggetto è il terminal di Chuzenji Onsen, posto a due passi dalle sponde del lago Chūzenji e, soprattutto, dalla cascata Kegon creata da quest’ultimo. Qui è necessario cambiare autobus così da prendere quello che porta fino ad Oku-Nikko/Yumoto Onsen a circa 1.500 metri d’altezza. È lungo tale tratta che sono poste le fermate dedicate alla cascata Ryuzu, la piana di Senjogahara ed il lago Yunoko, tutte mete da me visitate successivamente e di cui parlerò poco sotto.

Come anticipato nei precedenti articoli dedicati al mio viaggio nipponico datato febbraio 2017, l’inverno di quell’anno fu particolarmente caldo e la copertura nevosa estremamente ridotta in gran parte del Giappone. Non fecero eccezione le zone da me visitate. Fu una fortuna che pianificai di passare alcuni giorni ad Oku-Nikko poiché solo lì, a quasi 1.500 metri d’altitudine, trovai una quantità di neve all’altezza delle aspettative.Benché chiaramente caduta alcune settimane prima, la neve presente nella piccola cittadina offriva un’atmosfera suggestiva e molto caratteristica soprattutto nell’area esterna ove l’acqua termale sale in superficie creando piccole pozze calde.

Nel caso le foto non lo dessero ad intuire, la temperatura ad Oku-Nikko era particolarmente rigida come dimostrato dallo strato di ghiaccio presente sul lago Yunoko appena fuori paese. Ciò è a tal punto vero che nello specchio d’acqua ghiacciato era in corso un’esercitazione da parte di un reparto dell’aeronautica militare giapponese specializzato nel recupero di dispersi.

Come già anticipato, non è un caso che avessi deciso di trascorrere tre notti ad Oku-Nikko. Oltre alle attrattive naturali dell’area ed al fascino di un’atmosfera invernale certamente enfatizzata dall’altitudine in cui si trova il paese, Oku-Nikko è una località termale che offre numerose Ryokan (pensioni tradizionali) dotate di Onsen (terme). Il mio viaggio fin lassù aveva, quindi, due finalità principali: vivere l’esperienza di un pernottamento secondo le regole dell’ospitalità giapponese ed immergermi nelle terme di notte, circondato dalla neve e dalle stelle.

Entrambi i desideri sono stati ampiamente esauditi. In particolare, il bagno termale all’aperto è certamente uno dei più bei ricordi che porterò con me per tutta la vita. Ovviamente non ho immagini che possano testimoniare tutto ciò ma ci tengo a mostrare i pasti che mi sono stati serviti all’interno della struttura con la premurosa attenzione di una cameriera personale in abito tradizionale. Tutto ottimo ed unico anche se devo ammettere che la colazione tradizionale giapponese ha sapori troppo aspri per i miei gusti. Probabilmente troppo condizionato dalle abitudini occidentali, la colazione è un momento delicato della giornata che preferisco associare a gusti nettamente più dolci.

Il giorno successivo al mio arrivo, è stato dedicato alla visita di tre importanti località, tutte comodamente raggiungibili con i medesimi autobus usati il giorno prima. Per prima cosa sono tornato alla funivia di Akechidaira. Essa permette di arrivare al punto panoramico di Hosoomachi che gode di una vista straordinaria su tutto il lago Chuzenji e sulla cascata Kogen creata da quest’ultimo. La cascata è fra le tre più alte del Giappone (97 metri) ed è certamente l’attrattiva principale dell’intera zona. A febbraio avrebbe dovuto essere interamente ghiacciata ma le temperature inusualmente miti dell’inverno 2017 hanno impedito il verificarsi di tale fenomeno. Ciononostante, lo spettacolo era incredibile e, benché ai turisti di passaggio sia offerta la possibilità di accedere alla gola che crea la cascata (vedi più sotto), consiglio veramente a tutti di usufruire della funivia in oggetto perché è solo da Hosoomachi che si ha la vista sull’insieme composto dal lago Chuzenji e dalla cascata Kogen. Sono convinto che il panorama sia mozzafiato in qualunque periodo dell’anno perciò, se siete di passaggio a Nikko, non mancate l’occasione di raggiungere questo luogo.

Ripreso l’autobus sono risalito fino al terminal di Chuzenji Onsen. La fermata è a pochi passi dal Kegon Falls Lower Observation Deck, un complesso costruito per permettere ai turisti di ammirare la cascata Kegon scendendo lungo la gola in cui precipita la stessa. Grazie ad un ascensore e vari tunnel pedonali, è possibile accedere a quattro diverse piattaforme poste lungo l’intera altezza della cascata. Se l’accesso alla più alta è gratuito, per le altre è necessario pagare un biglietto d’ingresso. L’esperienza merita decisamente la spesa. In periodo invernale, temperature più rigide e maggior neve, avrebbero certamente aumentato il fascino del luogo ma sono comunque rimasto rapito dallo spettacolo offertomi. Consiglio di valutare l’esperienza anche in periodo autunnale in quanto il Nikko National Park è una delle zone più apprezzate per ammirare i colori del fogliame.

Lasciate le cascate Kegon non ho preso subito l’autobus ma mi sono concesso due passi sul lungolago di Chugushi fino al tempio shintoista Futurasan che non ho certo perso occasione di visitare.

Risalito sull’autobus alla fermata del tempio, sono sceso al poco distante terminal riservato alle cascate Ryuzu, dette anche Cascate Testa di Drago in quanto formerebbero l’immagine di questo animale mitologico grazie ad una biforcazione creata dalle grandi rocce presenti. Se le cascate Kegon sono direttamente alimentate dal lago Chuzenji, le Ryuzu si trovano lungo il corso del fiume Yukawa, poco prima che si getti nel lago citato.

Ho vissuto la visita alla cascata Ryuzu in modo nettamente più personale ed intimista di quanto sia stato presso le Kegon. Ciò è stato favorito dalle dimensioni più piccole della cascata e dal fatto che il luogo era deserto essendo arrivato sul posto poco prima dell’imbrunire. Mi è piaciuto molto poter usufruire di un lungo sentiero per risalire a piedi il corso del fiume ed ha solleticato molto la mia fantasia il piccolo tempio Ryuzukanzeon all’imbocco della scalinata che porta alla piattaforma panoramica sopra la cascata.

Ripreso l’autobus sono tornato alla Ryokan per trascorvi la mia ultima notte ad Oku-Nikko. La mattina successiva sono partito abbastanza presto così da avere il tempo necessario per visitare il complesso templare di Nikko. Sceso alla stazione della città, ho lasciato la valigia nei comodi armadietti collocati allo scopo ed ho preso la navetta che porta ai templi (servizio sempre compreso nel Nikko All Area Pass).

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Il Nikko Toshogu è un ampio complesso templare su più livelli; consiste in un grande parco in cui sono racchiusi numerosi templi fra cui la bellissima e candida Karamon, porta d’ingresso al tempio principale. Navigando in Internet potete trovare tutte le informazioni che volete su questi templi, perciò mi limiterò a lasciar parlare le foto che ho scattato al momento della mia visita. Vorrei comunque sottolineare che i templi di Nikko mi hanno veramente lasciato senza parole e, benché non abbia ancora avuto occasione di vedere Kyoto, sono convinto che il Nikko Toshogu sia assolutamente unico e meriti essere oggetto di una visita prolungata e priva dei ritmi frenetici di un turismo mordi e fuggi. Inutile aggiungere che la neve, benché tutt’altro che abbondante, era una candida presenza che ha ulteriormente impreziosito l’area rendendola ancor più emozionante.

Uscito dalla zona templare, sono tornato alla stazione ferroviaria a piedi percorrendo la Nihon Romantic Highway. Per raggiungere tale viale è necessario superare il fiume all’altezza del Shinkyo Bridge, altro simbolo iconico di Nikko immortalato in ogni foto celebrativa della città. Il ponte, di un rosso sgargiante, è veramente suggestivo benché assediato dal traffico che scorre sull’importante arteria stradale che lo chiude su due lati.

Passeggiando lungo Nihon Romantic Highway, non ho mancato di addentrarmi in qualche via laterale ed è così che sono capitato in un cimitero scintoista appena fuori l’abitato. Non ho potuto fare a meno di scattare qualche foto poiché ho trovato il luogo davvero suggestivo e di grande spiritualità.

Tornato alla stazione, ho recuperato i miei bagagli ed ho preso il treno per Tokyo all’imbrunire. Si sono così chiusi tre giorni ricchi di esperienze stimolanti per il corpo e la mente. Certamente si è trattato di un altro bel ricordo che ha alimentato positivamente la mia passione per il Giappone e la sua cultura.