Rispetto alla mia vacanza in Giappone del 2015, quest’anno ho deciso di abbandonare Tokyo per due giorni e visitare la zona del lago Ashi (anche noto come lago Ashinoko). L’area è giustamente rinomata non solo perché sorge all’interno di un grande parco nazionale ma anche perché offre una splendida vista sul monte Fuji. Fortissimo era il mio desiderio di ammirare il simbolo per eccellenza della terra del Sol Levante nel modo migliore possibile e, proprio allo scopo di regalarmi un ricordo unico ed indimenticabile, mi sono recato sul posto scegliendo di trascorrere una notte in un hotel tradizionale. Oltre al fascino insito nel pernottamento in sé, esso si è anche reso essenziale per avere qualche chance in più di ammirare il monte Fuji libero da nuvole e foschie che spesso ne coprono la cima durante le ore centrali della giornata.
Nel caso vogliate fare lo stesso percorso che sotto narrerò, la prima cosa che dovete fare è recarvi alla stazione di Shinjuku e raggiungere il terminal dalla Odakyu Line, una delle tante società nipponiche che gestiscono i trasporti ferroviari. Qui troverete un ufficio specificatamente preposto ad accogliere i clienti interessati a raggiungere Hakone ed il lago Ashi. Non recatevi al generico banco informazioni perché vi indirizzeranno all’ufficio in oggetto che, come dimostra l’apposita insegna, vi fornirà tutto quanto necessario per organizzare la vostra visita e ove, soprattutto, potrete acquistare l’Hakone Freepass. Quest’ultimo è uno speciale biglietto con il quale,ad un prezzo decisamente conveniente, avrete libero accesso ai treni, autobus, battelli e funivie (gestite o convenzionate con la Odakyu Line) che vi permetteranno di andare e venire da Tokyo nonché di percorrere il lungo anello che attraversa il parco nazionale del lago Ashi. Il personale dell’ufficio parla Inglese per cui potrete facilmente avere tutte le delucidazioni necessarie. Ciononostante, consiglio vivamente di procurarvi il biglietto e di recarvi nel citato ufficio per lo meno il giorno prima della partenza. Questo allo scopo di gestire il tutto con calma. La stazione di Shinjuku, infatti, è un vero e proprio labirinto in cui il rischio di perdersi è sempre in agguato, soprattutto se a ciò si aggiunge l’ansia del treno in partenza.
Sono partito per la mia gita sul lago Ashi la mattina presto di giovedì 12 maggio. In realtà i progetti originari erano di recarmi sul lago da martedì 10 a mercoledì 11 ma, a causa del pessimo meteo di quei giorni, ho preferito posticipare la trasferta. Come sono certo dimostrerà tutto quanto mostrerò qui di seguito, è stata una scelta estremamente saggia in quanto mi ha concesso di ammirare panorami mozzafiato nelle migliori condizioni possibili. Un grazie particolare lo dedico al noto inventore dello Smarthphone, strumento che mi ha permesso di cambiare le date della prenotazione alberghiera senza problemi o particolari lungaggini. Val la pena ricordare che la tratta Tokyo/Hakone (necessitante un cambio a Odawara), fu da me già percorsa per recarmi alle onsen di Miyanoshita un anno fa. Maggiori dettagli li potete leggere nell’articolo che avevo appositamente scritto.
Giunto ad Hakone mi sono concesso due passi per la cittadina che mi aveva piacevolmente sorpreso un anno prima. Il bel tempo e la primavera inoltrata avevano fortemente modificato il paesaggio concedendo all’occhio un ambiente ancor più gradevole ma mi sono sorpreso di costatare come il paese sembrasse un po’ l’ombra di sé stesso. Molti negozi erano chiusi e mancava la vitalità che avevo tanto apprezzato a fine marzo di un anno fa. E’ possibile che ciò sia dovuto al fatto che l’affluenza turistica più alta si concentra nei periodi invernali.
Trascorsa un’oretta circa, mi sono recato alla stazione degli autobus che si trova sulla sinistra della stazione ferroviaria. Consultati i cartelli esposti, non è stato difficile individuare il bus che mi avrebbe portato sul lago Ashi ma, nel caso di dubbi, erano presenti anche inservienti per dare informazioni ai turisti. Sebbene gli autisti siano solerti a verificare i biglietti al momento della salita sul veicolo, raccomando di far attenzione a prendere l’autobus della compagnia sotto convenzione dell’Hakone Freepass. Tale verifica è assai agevolata dal simbolo apposito che rappresenta un martin pescatore di profilo.
Il viaggio in corriera dura circa tre quarti d’ora durante i quali non mancano fermate in paesini improbabili da cui salgono e scendono vecchiette che sembrano appena uscite da un manga. Quello che, però, più sorprende è l’ambiente attraversato, avvisaglia di quanto ammirabile una volta giunti sul posto.
La destinazione finale della giornata è stato il paesello di Moto-Hakone, uno dei tre soli paesi presenti sulle sponde del lago Ashi e, valutati gli altri due, in assoluto il più bello. Nonostante non si presenti come un antico borgo medioevale con costruzioni in legno, Moto-Hakone è un paese raccolto e delizioso che, anche grazie alla posizione decisamente suggestiva, gode chiaramente di un turismo costante e prosperoso come dimostrano i tanti negozi di prodotti locali ed artigianato tradizionale. Ciononostante sono convinto si tratti di un turismo prettamente giornaliero probabilmente favorito dalla relativa vicinanza a Tokyo e dall’efficiente rete di mezzi pubblici che consente di visitare tutta l’area del lago Ashi in breve tempo. A dimostrare questa mia ipotesi vi sono numerose prove: (i) gli alberghi si contano sulle dita di una sola mano, (ii) il numero di persone in giro per il paese crolla drasticamente nella seconda metà del pomeriggio e, soprattutto, (iii) ristoranti e trattorie chiudono la cucina prestissimo. Quest’ultimo aspetto è da tenere ben presente perché rischia facilmente di trasformarsi in una spiacevolissima sorpresa. Io per primo ho rischiato di restare senza cena se non fosse stato per un ultimo ristorante di soba in cui sono riuscito ad entrare infilando un piede fra i battenti della porta d’ingresso che stavano chiudendo all’alba delle cinque del pomeriggio. Unica consolazione il fatto che non fossi l’unica persona presa alla sprovvista visto che ho sul posto conosciuto Matt, ciclista dalla lontana California, con cui ho condiviso il pasto. Comunque sia, non vivete con troppa ansia la questione, l’importante è potersi appoggiare in caso di necessità al ristorante dell’albergo in cui alloggiate.
Il fatto che Moto-Hakone si svuoti di turisti dal tardo pomeriggio è un aspetto che, personalmente, considero una benedizione. In effetti, la piccola cittadina consente al visitatore che volesse alloggiarvi almeno una notte, di abbandonare la popolosa metropoli nipponica per rifugiarsi in un paesino che sembra collocato ad anni luce di distanza tanto è tranquillo e circondato da lussureggianti bellezze naturali. Una dimensione completamente opposta alla capitale che, però, non scade mai in un’impressione di abbandono anche grazie alla costante presenza di pacifici vecchietti che pescano sulle rive del lago a qualunque ora del giorno e della notte. La sensazione di trovarvi in un Giappone più sincero e veritiero vi sarà rafforzata visitando il vicino tempio che, completamente immerso nella foresta e dotato di una suggestiva porta d’ingresso direttamente sul lago, potrete contemplare in gradevole solitudine se eviterete le ore centrali della giornata.
A rendere Moto-Hakone imperdibile è la straordinaria vista sul monte Fuji. Non sono in grado di fare paragoni con altre zone, magari più vicine al vulcano, ma la vista che mi si è palesata è stata semplicemente incredibile ed il suo ricordo mi accompagnerà per il resto della vita. Da poco passato il brutto tempo dei giorni precedenti, il mio arrivo sul lago Ashi è coinciso con giornate terse dalla luce limpida e diffusa che ha generato colori incredibili anche grazie al verdeggiante inizio di una primavera rigogliosa. Il Fuji-san, però, resta sempre fedele a sé stesso e, come la sua nomea vuole, non si offre facilmente all’osservatore. Soggiornare a Moto-Hakone ha avuto l’impagabile valore di consentirmi di ammirare il monte Fuji al tramonto ed alla mattina presto. Questi sono notoriamente gli orari più favorevoli per una spettacolare vista del Fujihama e della sua sommità, spesso celata da nubi e foschie durante il resto della giornata. Moto-Hakone non ha fatto accezione; se il tramonto ha offerto un primo assaggio del Fuji dai colori rosseggianti, è alla mattina presto che la vista è stata assolutamente incredibile. Mi sono alzato alle quattro e mezza del mattino e posso assicurare che ne è ben valsa la pena. La luce novella, i colori primaverili, l’aria fresca e pulita hanno offerto le condizioni ideali per ammirare il Fuji-san nel suo pieno splendore. Il quadro dipinto dalla natura in quella mattina di maggio è stato di inarrivabile perfezione. Se non unico, sono certo sia stato tutto di rara bellezza considerando le reazioni che i Giapponesi stessi hanno avuto nel contemplare le foto da me fatte in quell’occasione. Nel caso capitasse anche a voi di passare nella zona, non abbiate esitazioni ad alzarvi molto presto, sono bastate poche ore perché tutto cambiasse e già alle nove del mattino il monte Fuji era coperto, la luce era diversa e, potendo fare un confronto, il tutto non era più paragonabile a quanto visibile poche ore prima.
TRAMONTO
ALBA
Perla finale ad impreziosire i miei giorni sul lago Ashi è stato il pernottamento presso l’albergo Musashiya. Non si tratta di una vecchia ryokan in legno ma può tranquillamente essere considerata una pensione tradizionale considerando la presenza delle terme sul tetto e, soprattutto, di stanze con il tatami sul pavimento (su cui camminare rigorosamente a piedi nudi) ed il futon per dormire (comodissimo). Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle dimensioni assai confortevoli sia della stanza che del bagno (decisamente oversize comparati a quanto generalmente disponibile a Tokyo) nonché dell’arredamento fra cui non mancava il necessario per preparare un thè.
Ciliegina sulla torta, la disponibilità di un bel Yukata da indossare durante il soggiorno per un’immersione totale nella tradizione nipponica. Ricordo che lo Yukata è una sorta di Kimono informale che viene indossato in casa e, nella versione dai colori sgargianti e disegni raffinati, durante le feste estive che normalmente terminano con fuochi d’artificio. Quello messo a disposizione dall’albergo era davvero di ottima fattura e molto più comodo di quanto immaginassi. Considerato quanto mi donava, mi spiace di non averlo potuto tenere con me.
La mattina del 12 maggio, dopo la levataccia panoramica sopra descritta, mi sono concesso lo sfizio di scoprire in cosa consiste la colazione per il popolo del Sol Levante. In albergo, infatti, è possibile consumare la colazione scegliendo fra quella tradizionale e quella occidentale. Inutile dire che il mio favore è ricaduto sulla prima opzione spinto dal fatto che, nonostante mi trovassi per la seconda volta in Giappone, non mi era mai capitato precedentemente di fare una colazione nipponica. A differenza della cena, anch’essa prenotabile in albergo ma da consumare in stanza, per il pasto più importante della giornata è disponibile una sala apposita arredata in stile tradizionale e munita dei terrificanti tavoli bassi sotto cui infilare le gambe incrociate. Un vero supplizio per un occidentale come me avvezzo alle sedie ed incapace di complesse contorsioni degli arti inferiori.
La colazione giapponese si è dimostrata, come intuibile, profondamente diversa da quella a cui siamo normalmente abituati noi occidentali. Difficilmente distinguibile da un pasto vero e proprio, non per questo è meno apprezzabile a condizione di avere la curiosità necessaria per provare tale esperienza. Per quanto mi riguarda, ho gustato e mangiato tutto (compreso il pesce di lago modello stoccafisso) ma è innegabile che si tratti di una colazione profondamente lontana dai gusti occidentali e, quindi, da assimilare a piccole dosi.
Verso le dieci del mattino, ho lasciato l’albergo e, a piedi, mi sono diretto ad Hakone-Machi, il secondo paese che si affaccia sul lago Ashi. Benché, a mio giudizio, tale cittadina sia semplicemente insignificante, è al contrario estremamente interessante e suggestivo il percorso di circa cinque chilometri che la unisce a Moto-Hakone. Appena fuori quest’ultimo, infatti, si protende nel lago Ashi il piccolo promontorio di Onshi-Hakone, assai rinomato per la vista sul monte Fuji. Interamente occupato da un parco con un edificio centrale e numerose aiuole fiorite ben curate, sulla sommità del promontorio è disponibile per il visitatore un punto panoramico con una vista sul Fuji-san, obiettivamente, bellissima. Essendo, però, in posizione sopraelevata, il sottostante lago Ashi resta quasi del tutto nascosto dalla vegetazione. Considerato ciò, a mio parere il panorama visibile da Moto-Hakone è molto più bello in quanto il lago è parte integrante e fondamentale dello stesso. Si tratta, ovviamente, di un giudizio puramente personale che nulla toglie al parco Onshi-Hakone il quale, in ogni caso, merita una lunga e piacevole passeggiata.
Attraversato il promontorio di Onshi-Hakone, si accede, tramite un viale costeggiato da cedri secolari, al Hakone Sekisho, la ricostruzione di un check point di epoca medioevale (periodo Edo). In tutta l’area sono ancora oggi visibili i resti della via Tokaido, l’antica strada che collegava Tokyo a Kyoto e, proprio sullo stesso sito di allora, è stata ricostruita la stazione di controllo che verificava il transito di uomini e merci tra le due grandi città. La ricostruzione, basata su disegni dell’epoca in quanto più nulla è rimasto della costruzione originale completamente in legno, è molto ben fatta e, grazie ad una serie di statue ritraenti i vari personaggi che vivevano e lavoravano nella struttura, cerca di far immergere il visitatore nella realtà dell’epoca. Il risultato e decisamente notevole e, grazie ad una evidente attenzione finalizzata ad evitare l’effetto “Disneyland”, l’Hakone Sekisho risulta essere una piacevole tappa nella scoperta della attrattive del lago Ashi. Ciò non toglie che il tutto sia un po’ pacchiano, soprattutto agli occhi di noi italiani che abbiamo la fortuna di vivere nel paese con più bellezze storiche al mondo.
Appena usciti dal checkpoint, si arriva alla cittadina di Hakone-Machi che, almeno a mio parere, non ha proprio nulla di rilevante. Appare essere un conglomerato di alberghi non particolarmente riuscito perciò mi sono semplicemente limitato ad imbarcarmi per una gita sul lago che mi avrebbe portato fino a Togendai, terzo ed ultimo paese affacciantesi sul lago Ashi da cui parte la funicolare che permette di proseguire il viaggio. Ad essere totalmente fuori da ogni schema sono i due battelli della compagnia convenzionata con l’Akone Freepass che, violando ogni regola di decenza e di contestualizzazione con l’ambiente circostante, replicano in modo assurdo i vecchi galeoni di piratesca memoria. La riproduzione è a tal punto farsesca da risultare di un kitsch folle. Dopo un primo, divertito impatto con tale buffoneria, devo ammettere di aver desiderato ardentemente di scendere da un affare tanto offensivo per gli occhi ed il panorama circostante.
Nonostante il mezzo impiegato, la gita sul lago Ashi è assolutamente imperdibile. E’ grazie ad essa che è possibile cogliere appieno la bellezza del parco naturale in cui ci si trova. Ad esclusione dei tre piccoli paesi citati, tutta l’area è ricoperta da una fittissima foresta che, grazie alla primavera appena sbocciata, aveva delle incredibili variazioni di verde che ne accentuavano l’effetto di impenetrabile rigogliosità. Di fronte a quel panorama ho avuto per la prima volta la sensazione di trovarmi al cospetto di quella natura selvaggia e primordiale che ha ispirato le indimenticabili panoramiche rappresentate dal maestro Miyazaki nei suoi film d’animazione.
Da Togendai è possibile prendere una funivia che, portando in quota, offre un bellissimo panorama dall’alto e, soprattutto, passa attraverso una zona vulcanica ancora attiva. Come reso noto da avvisi ed informative varie (fornite anche al momento dell’acquisto dell’Hakone Freepass), arrivati alla stazione di Owakudani non è possibile proseguire in funivia a causa dei gas vulcanici che proprio in quei giorni rendevano inagibile la zona. Nonostante l’imprevisto, lo spettacolo offerto dalle forze naturali in gioco è tanto notevole quanto inaspettato. Nella sostanza quello che poteva essere un imprevisto fastidioso, si traduce nella realtà in un piacevole ed arricchente diversivo. Ciò è favorito dalla proverbiale organizzazione nipponica che ha prontamente provveduto ad una navetta sostitutiva fino alla stazione di Souzan. Qui si riprende l’usuale percorso che prevede una funicolare e successivamente il caratteristico trenino che riporta alla stazione di Hakone. Si tratta dello stesso treno che presi per raggiungere le onsen di Miyanoshita un anno fa. Si chiude così un fantastico anello che attraversa una zona suggestiva e ricca di tradizioni e di spettacoli naturali di rara intensità. Come detto più sopra, consiglio vivamente a tutti di vivere in prima persona l’esperienza qui raccontata in quanto, senza la necessità di lunghi spostamenti da Tokyo, permette di immergersi nel Giappone più vero.
Concludo segnalando che tutta la zona di Akone e del lago Ashi è ritenuta essere stata d’ispirazione per Neo Tokyo III, la futuristica città, nonché base della Nerv, mostrata in “Neon Genesis Evangelion”. Non so dire quanto questo sia vero o quanto una trovata pubblicitaria ma, in ogni caso, non mancano omaggi alla serie animata in questione lungo le strade e nei negozi. Senza dimenticare, ovviamente, l’Eva Shop da me citato al momento della descrizione dei gadget comprati in questa vacanza e mostrato nell’articolo scritto un anno fa.
Traspare dalla tua bella descrizione tutto il coinvolgimento emotivo e fisico che questa esperienza ti ha donato. Queste sono le sensazioni che arricchiscono la vita e la rendono degna di essere vissuta.
Il tuo babbo.
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Quanta saggezza in queste poche parole!
Non potevi che essere mio padre! 😉 😉 🙂
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Bellissimo giro e spendide foto, solo a leggere l’articolo mi è venuta voglia di partire!!!
Grazie per le moltissime dritte, aiutano sicuramente!
Che dire, per me che amo la montagna, il Fuji resta la tappa preferita, dal lago risulta davvero magico!
Roby
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Roby, che bello leggere un tuo commento in questo mio Blog!
Grazie mille sia per l’intervento che per le belle parole.
A questo punto non resta che organizzare la salita sul Fuji-san!
Sei pronta a raggiungere la terra del Sol levante?
Io ho la valigia già pronta! 😉
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Come sempre, Andrea, il tuo racconto è ricco di minuziose descrizioni e, è d’accordo con Luigi, infatti, ad ogni parola, si possono capire, “sentire” tutte le emozioni che hai provato, davanti a quei splendidi paesaggi.
Complimenti per la minuziosa descrizione, arricchita come sempre, da delle splendide foto ed io ti credo quando affermi che la bellezza di quel paesaggio ha ispirato il grande Miyazaki poiché ammirandole,… sembra proprio così, pare di essere in uno dei suoi capolavori!. 🙂
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