Con una copertura mediatica mai costata prima per l’apertura di una pista ciclabile, a metà luglio 2018 è stato inaugurato il percorso ciclopedonale comunemente noto come Ciclabile del Garda. Realizzato con l’intenzione di rendere percorribile in bici l’intero versante occidentale del Lago di Garda, il tracciato in oggetto si caratterizza per tratti sospesi sul lago grazie a passerelle ancorate alla roccia. Inutile dire che ciò ha favorito la rinomanza di questo progetto che, inaugurato dopo molti anni di lavoro, ha attratto l’attenzione del pubblico e del sottoscritto che, ovviamente, non poteva esimersi dal testarlo di persona.
Sono partito alla volta del Lago di Garda con le idee poco chiare sulle caratteristiche della ciclabile. Forse per mia incapacità nella ricerca, ho riscontrato su Internet informazioni lacunose e contraddittorie a proposito di questo progetto di cui mi era nota sola la partenza da Limone sul Garda in direzione di Riva del Garda. Mappa alla mano, si tratta di 11 chilometri che supponevo di percorre in bici con molta calma per ammirare il panorama del lago ed occupare una giornata scarsa.
Preso un giorno di ferie ed equipaggiata la mia fedele Fiat 500 con il necessario portabiciclette, sono partito giovedì 27 luglio di sera in direzione di Toscolano Maderno ove ho passato la notte in un piccolo albergo. Alloggiare a Limone sul Garda aveva, infatti, prezzi proibitivi perciò ho preferito appoggiarmi ad una struttura a circa 30 chilometri più a sud. Godendo di bel tempo e non avendo particolarmente fretta, ho dedicato gran parte della mattina del venerdì per esplorare in bici la zona dove mi trovavo. Toscolano Maderno gode di una bella pista ciclabile che percorre tutto il lungolago del comune ed è un bel paese lacustre con interessanti caratteristiche benché, come usuale per la zona, sia attraversato dalla strada statale spesso congestionata dal traffico del periodo estivo.
Lasciato Toscolano Maderno, non mi sono diretto subito a Limone sul Garda bensì, su indicazione del titolare dell’albergo in cui ho alloggiato, sono salito per la vecchia provinciale che mi ha portato sulle montagne da dove ho potuto godere di una bellissima vista sul Lago di Garda.
Preferisco sorvolare sul successivo dedalo di stradine di campagna percorse per arrivare a Limone sul Garda. Un incubo che solo un navigatore satellitare è in grado di rendere realtà. Ciò premesso, il centro di Limone sul Garda è interamente chiuso al traffico. Scelta saggia sia per la garantire la vivibilità del paese sia per le strade estremamente strette che lo percorrono. Alcuni parcheggi multipiano garantiscono, nei limiti del possibile, un luogo dove lasciare l’auto senza impazzire troppo. La quantità di turisti presente era impressionante, tanto da essere quasi impossibile muoversi portando la bicicletta a mano. Ciò non dove stupire più di tanto, Limone sul Garda è una sorta di Portofino locale che, assai pittoresco, attira molta gente sia per l’offerta commerciale che paesaggistica.
Come opportunamente segnalato, la pista ciclabile inizia a monte del paese. Nel primo tratto è più che altro una passeggiata che serpeggia tra le ville appena fuori da Limone sul Garda, successivamente prende più la forma di una pista ciclopedonale fino a culminare nella parte sospesa ove il panorama godibile sul Garda è semplicemente mozzafiato.
Sono convinto che le foto sopra mostrate dimostrino la bellezza della Ciclabile del Garda. Ciononostante, non è tutto oro quel che luccica. Il percorso ciclopedonale è lungo soli cinque chilometri. Di questi solo gli ultimi due sono sospesi. La ciclabile termina improvvisamente al confine col comune di Riva del Garda che è irraggiungibile in bicicletta a meno che si sia tanto pazzi (come spesso avviene) da scende in strada e percorrere i rimanenti sei chilometri sulla statale congestionata dal traffico, dalla carreggiata stretta e con numerose gallerie. La cosa è chiaramente vietata non solo dalla segnaletica presente ma anche da alcuni cancelletti proprio finalizzati a precludere il passaggio a pedoni e ciclisti. Paradossalmente la Ciclabile del Garda (per come è strutturata al momento) incentiva la violazione di questo divieto in quanto, ciclisticamente parlando, è troppo corta anche per una passeggiata in bicicletta puramente amatoriale. È quest’ultimo il vero problema di questa ciclabile che, benché bellissima, non ha una lunghezza adeguata per le due ruote. Essa dovrebbe al più presto proseguire verso nord fino a Riva del Garda e, verso sud, unirsi ai tronconi già esistenti come quello di Toscolano Maderno che ho segnalato poco sopra. Oggi come oggi è più appagante a piedi che in bici e rischia, in ambito ciclistico, di essere una sorta di cattedrale nel deserto se non saranno avviati al più presto i lavori per prolungarla.
Ciò detto, la giornata dedicata alla Ciclabile del Garda è stata piena e soddisfacente. L’amaro in bocca dovuto ai pochi chilometri che la compongono sono stati compensati dai panorami, gli altri paesi visitati in auto e, soprattutto, per il fatto che ho approfittato della medesima trasferta per arrivare, nella sera stessa di venerdì 28 luglio, in un altro luogo di pregio: il Pasubio e la Strada delle 52 Gallerie di cui parlerò in separato articolo. Nel fare ciò, non ho mancato di far due passi anche a Riva del Garda se non altro per compensare l’accertata impossibilità di raggiungere la cittadina in bici.