01 Silent Mobius QD Vol 3

Venuto in possesso anche del terzo volumetto di “Silent Mobius QD”, devo necessariamente ridimensionare l’entusiasmo che inizialmente avevo espresso per questo proseguo del manga cultSilent Mobius” del 1989. Le perplessità palesate nello sfogliare i precedenti due volumi, diventano ora veri e propri difetti che, ormai, ho seri dubbi il manga saprà correggere in futuro. “SilentMobius QD” resta un buon prodotto ma ciò non basta a nascondere l’evidente pochezza dello stesso. Ovviamente non mi riferisco alla storia narrata in quanto la lingua giapponese resta per me un universo totalmente sconosciuto; faccio, invece, riferimento alla povertà grafica di un fumetto che, considerati i precedenti, dovrebbe essere di primo livello. Sfogliando le pagine di questo terzo volume di “Silent Mobius QD” è ormai evidente che il suo autore, Kia Asamiya, e lo studio che lo coadiuva abbiano uno scarsissimo interesse per la riuscita qualitativa di questo fumetto. Mi sono sinceramente convinto che loro per primi non credano alla validità del progetto stesso con gravi conseguenze sul manga.

Le tavole sono composte da vignette praticamente prive di sfondi. Il conseguente effetto di vuoto non può certo essere nascosto o compensato dai frequentissimi primi piani sui volti dei personaggi. Visi che, tra l’altro, seguono la moda ormai imperante che predilige linee semplici e poco dettagliate. Il risultato è fumetto graficamente scialbo e insignificante, incapace di catturare l’attenzione del lettore e privo di ogni fascino. Il contrasto con i fasti passati è ulteriormente aggravato dalla sciatteria dei personaggi femminili, da sempre il punto forte di “Silent Mobius”. Da quello che ho potuto capire, ogni volume ha come oggetto una dei membri del nuovo AMP. Se già col secondo tankobon il personaggio trattato dava l’impressione dell’ennesimo clone psicologico di Rey Ayanami, quello mostrato in questo terzo volume sembra appena uscito da una serie di maghette, con l’aggravante di una pettinatura improponibile.

Non si può nemmeno dire che, a salvare la pessima situazione descritta, siano proposte al lettore delle belle illustrazioni. A fare da intercalari fra gli episodi, vi sono tavole che, nella maggior parte dei casi, non si distinguono per particolare qualità o fantasia. Le stesse copertine hanno subito un declino sconcertante: la bellissima illustrazione proposta nel primo volume ha, infatti, generato entusiasmi ed aspettative poi drammaticamente deluse. L’immagine sul secondo volumetto è semplicemente insignificante e quella del terzo è addirittura orribile. Oltre ad essere rappresentato il personaggio bambinesco sopra citato, l’illustrazione è dominata dal blu e dal verde, due colori il cui accostamento è semplicemente inguardabile e genera un senso di tristezza indicibile.

La semplicità grafica, la banalità dei personaggi e la ripetitività delle ambientazioni e dei contesti sono tali da far scadere “Silent Mobius QD” nella deriva tipica dei fumetti più tristemente commerciali. Non voglio sembrare eccessivamente critico ma non posso nascondere la mia profonda delusione sull’argomento. Va, comunque, segnalato che ancora non vi è traccia dei mostri demoniaci che infestavano la serie originale e che sono la causa stessa della creazione del AMP (Attacked Mystifications Police Dept.). Questa prolungata mancanza di un nemico propriamente detto, potrebbe celare un colpo di scena capace di far fare a “Silent Mobius QD” un netto salto di qualità. Al momento temo si tratti su un’illusione priva di fondamento ma devo confessare che, sia in un caso che nell’altro, continuerò ad acquistare il manga in questione. Sono, mio malgrado, troppo affezionato a “Silent Mobius” per rinunciare a qualunque cosa ne riporti il nome…