Inizio la cronaca del mio recente ritorno in Giappone tornando su un ben noto “luogo del delitto” da me lungamente frequentato anche un anno fa: il quartiere di Akihabara. Non ripeterò quanto già espresso su questo luogo di perdizione per Nerd come me. Oggi come allora, non posso che confermare gli entusiasmi e le critiche che avevo già avuto modo di descrivere nell’articolo del 2015. Voglio, invece, esprimere l’eccitazione che ha generato in me la concomitanza di due emozioni diametralmente opposte: la sensazione del “ritorno a casa” unita alla sorpresa di scoprire, anche in questa occasione, tante novità che non mi aspettavo. Credo che questo dimostri quanto il quartiere sia talmente coerente con la sua nomea da riuscire ad essere sempre imprevedibile. E’ chiaramente un sentimento dettato da circostante prettamente personali ma penso sia emblematico il fatto che, pur essendo stata la mia seconda volta ad Akiba, sono comunque capitato in posti a me del tutto sconosciuti.
Akihabara ha alcune caratteristiche che si imprimono fortemente nella memoria: i palazzi e le pubblicità sono certamente quegli elementi che più solleticano la fantasia e che è un gran piacere ritrovare dopo tanto tempo.
Il meteo primaverile ha decisamente favorito l’apprezzamento di tutto il quartiere soprattutto quando, con mia grande meraviglia, l’intera area è stata chiusa al traffico nella giornata di domenica. E’ stato decisamente inaspettato vedere i pedoni scorrazzare liberamente sul Chuo-Dori, il viale principale che attraversa Akiba.
E’ stato, inoltre, un piacere scoprire che, sempre di domenica, si tiene un mercatino delle pulci sul Akibatashiro-Dori, a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Nulla di straordinario ma è un appuntamento in grado di dare una dimensione più umana all’intero quartiere e se siete alla ricerca di una maglietta originale è sicuramente il posto giusto per voi.
Principale e graditissima sorpresa è stato scoprire che, nei due ultimi piani del palazzo Akihabara Radiokaikan, si nasconde un incredibile negozio di modellismo: Yellow Submarine. Di esso conoscevo la location a Shinjuku ed il sito internet ma il negozio di Akihabara è assolutamente imperdibile per quantità di materiale disponibile. Questo è davvero il negozio di modellismo che, essendo assolutamente eccessivo in ogni aspetto, sognavo di trovare in Giappone e che, incredibilmente, un anno fa sfuggì alla mia ricerca. Non posso che consigliarlo a tutti i modellisti come me non tanto per il numero di scatole di montaggio sugli scaffali ma, soprattutto, per la quantità di accessori, strumenti ed attrezzature presente. Una varietà ed una qualità che, sinceramente, in Europa non riusciamo nemmeno ad immaginare.
Piccola ma incredibile chicca è stata la scoperta, nella vetrina dedicata i modelli militari, di una scatola di montaggio autografata da Otto Carius, uno dei principali assi tedeschi della Panzerwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale. Accreditato di ben 68 carri avversari distrutti, Carius combatté in seno allo Schwere Panzer-Abteilung 502 equipaggiato con carri Tiger I e, sul finire della guerra, nello Schwere Panzerjägerabteilung 512 su caccia carri Jagdtiger. Sopravvissuto alla guerra, tornò a gestire la farmacia di famiglia fino alla sua morte avvenuta un paio di anni fa. Carius ebbe un rapporto privilegiato con l’entertainment nipponico. Parte della sua autobiografia “Tiger im Schlamm” ebbe l’onore di una trasposizione a fumetti realizzata nientemeno che da Hayao Miyazaki e la nota società giapponese di scatole di montaggio Tamiya, commercializzò prima un Tiger I a lui dedicato e poi uno Jagdtiger includendo in entrambi i casi dei figurini che lo rappresentavano. E’ proprio quest’ultimo kit ad essere presente nella vetrina con tanto di foto del famoso asso e di suo autografo datato 2011.
Inutile aggiungere che sono stati molti gli acquisti modellistici da me fatti in questo negozio nonché negli altri presenti ad Akihabara e già presentati nel precedente articolo. I più importanti li recensirò separatamente ma ve li presento qui tutti insieme per dovere di compiaciuta cronaca.
Non mi dilungherò in questa sede a dettagliare le mie visite da Otaku come già fatto in passato. Non mi priverò, però, del piacere di mostrarvi qualche scatto nel tentativo di far comprendere quanto sia tutto così eccessivo in fatto di merce esposta, solleticamento dei gusti, capovolgimento delle priorità, da essere davvero impossibile trattenersi da acquisti compulsivi. Spese incoraggiate dagli ancestrali istinti dell’uomo primitivo cacciatore e raccoglitore che ad Akihabara si impongono più forti che mai.
Grazie alla trasmissione attualmente in corso della nuova serie “Macross Delta”, tutti i prodotti legati alla saga godono oggi di una visibilità impensabile solo un anno fa. Mostro qui di seguito alcune foto dei corner dedicati che ho avuto la possibilità di vedere nelle mie peregrinazioni augurandomi che, col tempo, aumenti sempre più il franchising legato soprattutto alla prima serie.
E’ in questo contesto che, nel meraviglioso negozio della Volks, mi sono innamorato della figure di Minmay di prossima uscita (agosto 2016) per Max Factory. Purtroppo non sarò a Tokyo in estate per acquistarla ma, in compenso, l’ho già ordinata su Hobby Link Japan (www.hlj.com).
Sono anche venuto a conoscenza dei dettagli relativi all’uscita di una nuova figure in PVC dedicata a Nadia de “Il segreto della Pietra Azzurra” che, sperando in un recast in resina, non mancherò di acquistare appena possibile.
Concludo con le immagini dei modelli e delle figure che più ho ammirato nel corso del mio pellegrinaggio ad Akihabara.
Insomma, ogni Nerd/Otaku ha il dovere di visitare Akihabara nel caso di un viaggio in Giappone e, personalmente, raccomando di non pensare di cavarvela in una mezza giornata in quanto tale progetto non può che fallire miseramente originando una frustrazione infinita.
Mentre leggo l’articolo non posso che sorridere. Rivivo emozioni, rivedo luoghi a me cari… Noto che non ti sei affatto annoiato!
Non conoscevo l’esistenza del mercatino delle pulci ad Akiba e ignoravo anche che la domenica il quartiere si trasformasse in area pedonale. Che meraviglia! Dal centro della strada si gode tutta un’altra prospettiva.
Il modello di Asuka è ancora “solo in modalità garage kit”? non sai se sarà disponibile anche in versione già assemblata e colorata?
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Ciao Mana, sono felicissimo di averti fatto scoprire due chicche a te sconosciute di Akihabara. 🙂
Anche io mi sono sorpreso della chiusura al traffico durante la domenica e del mercatino delle pulci. Sinceramente ho apprezzato moltissimo entrambi perché rendono un po’ più a dimensione umana un quartiere tanto estremo ed incredibile da poter diventare alienante. 😉
Non conosco i dettagli della figure di Asuka e non sono al corrente di una edizione già pronta in PVC.
Ciononostante non dispererei, secondo me avverrà a breve. 😉
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Hai proprio ragione, Andrea, il quartiere di Akihabara e, soprattutto il negozio “Yellow Submarine” è, in effetti, un luogo in cui perdersi, in cui uno può realmente trovare (o ritrovare!) emozioni, sensazioni che aveva smarrito o che non era mai stato consapevole di avere.
Tu, infatti, scrivi che “Non puoi che consigliarlo a tutti i modellisti” come te ma è l’ideale anche per chi, invece, si “perde” nel fantastico mondo dei manga oppure a chi, come la sottoscritta, riconosce alcune figure famose nei celeberrimi “cartoni animati giapponesi” che han caratterizzato la mia (ma anche di qualcun altro!) infanzia, come ad es. “Lamù” ecc. oppure per chi è 1 fan di Star Wars” coi modellini dei buoni Ewoks oppure dei “cattivi” cioè dei personaggi del “Lato oscuro della Forza” (le truppe d’assalto, quelle imperiali, i caccia interceptor e, non da ultimo (anzi!) Darth Vader. o mille altre figure ( un es?. Beatrix Kiddo -“la sposa” di “Kill Bill”)
Hai proprio ragione: se uno è a Tokyo non può lasciarsi sfuggire l’occasione di visitarlo!.
Complimenti ancora una volta, Andrea, per la particolarità dei fatti raccontati e dalle foto che diligentemente mostri ai tuoi followers ! 🙂
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Ciao Laura, sono contento che l’articolo ti sia piaciuto ma soprattutto lascia che ti faccia i complimenti per il tuo occhio attento a cui non sono sfuggiti i tanti personaggi più o meno famosi ritratti nelle foto da me mostrate. 🙂
Confermo che, per chi ha un certo tipo di interesse per la cultura Pop, Akihabara è un quartiere imperdibile. 🙂 🙂
Sinceramente spero di tornarci ancora e ancora! 😉
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Ciao Andrea,
sono rimasto estasiato dalle foto tanto da chiedermi se sia tutto reale quello che ho visto. Io che sono cresciuto a pane e Goldrake (e tanti altri cartoni) mi rendo conto della fortuna che ha avuto la nostra generazione di poter sognare con questi fantastici cartoni animati: evviva la fantasia nipponica!:
Ciao
Giandomenico
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E’ tutto reale Giandomenico anche se l’aggettivo in questione non è il più adatto a descrivere la follia di Akihabara. Quest’ultimo quartiere non è però il più adatto per i nostalgici di vecchi anime come noi. I negozi Mandarake sanno certamente offrire qualche chance in più di trovare cimeli di quelle serie. Per il resto il mercato dell’entertainment animato nipponico divora se stesso e vive più di novità che di ricordi.
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