Ghost in the Shell Arise 2

A più di un anno di distanza da quando Nexo Digital (http://www.nexodigital.it) distribuì nei cinema italiani il primo ed il secondo episodio, è tornato nelle sale “Ghost in the Shell – Arise” per due sere speciali (martedì 7 e mercoledì 8 luglio 2015) dedicate al terzo e quarto capitolo di una serie narrante  gli eventi che portarono alla nascita della “Sezione 9” comandata dal maggiore Motoko Kusanagi.

La serie in questione, composta da quattro episodi complessivi, è un vero e proprio prequel di quelle vicende che, ambientate in un mondo dispotico, corrotto ed ipertecnologico, furono portate alla ribalta internazionale dal manga di Masamune Shirow e da due film e due serie animate. “Ghost in the Shell”, grazie prima di tutto all’inarrivabile manga di Shirow, ha rivoluzionato il genere cyber-punk a tal punto che siamo in attesa di sapere quando inizieranno le riprese del film ad esso ispirato ed in cui Scarlett Johansson interpreterà il maggiore Kusanagi. Che ci fosse veramente bisogno di una trasposizione hollywoodiana è altamente discutibile, soprattutto considerando l’adattamento osceno che ne deriverà, ma dimostra il successo e la presa sul pubblico di cui gode l’opera “Ghost in the Shell” nel suo complesso. Personalmente non ho grandi aspettative su questa iniziativa e penso che la scelta dell’attrice americana sia stata determinata da semplici sotterfugi commerciali. Non vi è alcuna somiglianza fra quest’ultima e Motoko Kusanagi sia a livello di fisico che di lineamenti del volto. Al contrario è subito evidente nel manga una certa somiglianza fra la protagonista di “Ghost in the Shell” e l’attrice francese Anne Parillaud nel suo indimenticabile ruolo di Nikita nell’omonimo film di Luc Besson. Il manga di Shirow è stato pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1989, il film di Besson è datato 1990. Le similitudini estetiche sono probabilmente del tutto casuali ma non escluderei che il mangaka abbia omaggiato il film di Besson negli episodi disegnati successivamente alla visione del film. Non sto ovviamente sostenendo che il ruolo avrebbe dovuto essere proposto ad Anne Parillaud ma è palese che l’attrice francese e quella americana abbiano ben poco da condividere. Per di più Scarlett Johansson è particolarmente nota presso il grande pubblico grazie alla sua interpretazione della Vedova Nera in “Avengers” della Marvel, altro letale personaggio femminile che finirà per far sembrare il maggiore Kusanagi un suo clone.

Tornando agli ultimi due episodi di “Ghost in the Shell – Arise” visti poco tempo fa al cinema, non ho molto da aggiungere rispetto ai miei commenti già espressi al tempo del passaggio nei cinema di quelli precedenti e recensiti nell’articolo a tema. Quello che ho costatato con grande soddisfazione è stato il lavoro di sceneggiatura finalizzato a rendere la serie un serio prequel degli eventi successivi narrati nelle opere precedenti. Non solo, quindi, i personaggi sono più giovani e si scopre in che modo è nata la “Sezione 9” ma vengono mostrati i primi cambiamenti sociali e tecnologici che porteranno al mondo impersonale e disumanizzato ben noto agli appassionati e non mancano i primi crimini in cui si intuiscono le tracce dell’hacker successivamente chiamato “Il Marionettista”. In altre parole, “Ghost in the Shell – Arise” è così ben fatto da essere un perfetto tassello nel continuum della saga migliorandone in modo ben apprezzabile la fruibilità e la completezza della stessa.