Come raccontato nel precedente articolo, la mia vacanza estiva nelle Marche ha avuto Ascoli Piceno come base per scoprire il territorio circostante. La prima uscita in bici è stata finalizzata ad esplorare l’ambiente intorno alla città. A tale scopo, ho imboccato la ciclabile che, partendo dal centro, prosegue per alcuni chilometri costeggiando il fiume Tronto fino a Castel di Lama. Il tratto non è particolarmente significativo. Pur non potendo escludere un mio errore di percorso, la pista ciclabile si interrompe all’altezza di un poligono costringendo il ciclista ad imboccare la statale che passa a poca distanza.
Sulla via del ritorno, ho deciso di salire sulle colline a nord di Ascoli Piceno. Mi sono trovato inaspettatamente circondato da un ambiente molto peculiare fatto di lunghe e sottili creste che si susseguivano come onde del mare. Tale particolarità, unita al panorama circostante, mi ha profondamente colpito, dandomi conferma inappellabile della bontà della scelta che mi ha fatto tornare nelle Marche per due estati di seguito.
Non ho mancato, infine, di godermi il tramonto dalla cima di un piccolo colle che sovrasta Ascoli Piceno e permette allo sguardo di raggiungere i Monti Sibillini.
Concludo con una personale riflessione che ha condizionato profondamente le scelte successivamente fatte sugli itinerari da fare in bici. L’entroterra delle Marche meridionali è un territorio più selvaggio e meno votato al turismo di quello esplorato l’anno scorso partendo da Urbino e Fabriano. Le strade sono più trafficate e non mancano numerose aree industriali, in particolare lungo il fiume Tronto. Volendo usufruire il più possibile della mia fedele Atala a pedalata assistita, ho preferito dedicarmi alle due principali eccellenze dell’area: i Monti Sibillini e la costa del Mar Adriatico. I successivi articoli saranno dedicati alle escursioni che ho fatto in tali luoghi con una forte propensione per i Monti Sibillini.
English Language
As told in the previous article, my summer vacation in the Marche region had Ascoli Piceno as a base for discovering the surrounding area. The first bike ride was aimed at exploring the environment around the city. With this purpose, I took the bike path that, starting from the center, continues for some kilometers along the Tronto River until Castel di Lama. The stretch is not particularly significant. The bike path stops near a polygon, forcing the cyclist to take the main road that passes close by.
On way back, I decided to climb the hills north of Ascoli Piceno. I found myself unexpectedly surrounded by a very peculiar environment made up of long, subtle ridges liking waves of the sea. This peculiarity, together with the surrounding landscape, deeply impressed me, giving me unquestionable confirmation of the goodness of the choice that made me return to the Marche for the second summer in a row.
Finally, I did not fail to enjoy the sunset from the top of a small hill that overlooks Ascoli Piceno and allows the view to reach the Sibillini Mountains.
I would like to conclude with a personal reflection that profoundly conditioned the choices I made regarding the itineraries to be done by bike. The hinterland of the southern Marche is a wilder and less touristy area than the one I explored last year starting from Urbino and Fabriano. The roads have more traffic and there is a lot of industrial areas, particularly along the Tronto River. Wanting to use my Atala as much as possible, I preferred to dedicate myself to the two main attractions of the area: the Sibillini Mountains and the coast on the Adriatic Sea. The following articles will be dedicated to the excursions I did in these places with a propensity for the Sibillini Mountains.