Come dimostrato dai precedenti articoli dedicati al work in progress di questa mia nuova impresa modellistica, mi sto dedicando ormai da più di sei mesi al kit dell’He-162 D commercializzato da Dragon Models Ltd. I set di dettaglio che mi sono procurato per migliorare questo modello suppliscono solo in parte ai difetti ed alle leggerezze della scatola di montaggio di partenza. Come questo nuovo aggiornamento dimostrerà, non sono, infatti, mancati gli interventi a cui sono stato costretto per correggere imperfezioni che, almeno dal mio punto di vista, non potevano essere ignorate.

Sempre delicatissimo tema è, nella realizzazione di qualsivoglia aereo, la lavorazione del canopy. Nel mio caso ho sostituito quello originale con quanto offerto in vacuum form dal set Squadron. La confezione contiene due Crystal Clear Canopy in un unico pezzo. In altre parole, la parte fissa e quella apribile per consentire l’accesso del pilota al cockpit sono uniti fra loro in posizione di volo. Per dividerli è necessario intervenire manualmente. Il set contiene due canopy proprio per permettere al modellista di ottenere due pezzi perfetti sacrificando, alla peggio, una delle sezioni eventualmente rovinate nell’opera di separazione. Lavorando con calma e con una lama di cutter nuova di pacca, sono riuscito a separare le parti e a ripulirle dalle eccedenze di plastica senza arrecare danni e, quindi, ho potuto conservare un Crystal Clear Canopy per futuri modelli di He-162 (possiedo già il kit Tamiya).

Con la medesima attenzione ho ricavato le mascherine adesive per proteggere le superfici trasparenti e, successivamente, ho dipinto ad aerografo l’intelaiatura del canopy.

Successivamente ho lucidato la plastica con appositi prodotti allo scopo di ottenere una perfetta trasparenza.

A questo punto sono intervenuto con alcune autocostruzioni per supplire a carenze del kit Dragon e garantire l’apertura del cupolino in modo sicuro e robusto. Anticipo subito ai modellisti duri e puri che hanno ben ragione di scandalizzarsi. Quanto da me realizzato e puramente inventato. Salva la barra di sicurezza per bloccare il canopy nella sua posizione di massima apertura, tutto il resto da me fatto non ha attinenza con la realtà. Mi appello al buon cuore di tutti ed al fatto che l’He-162 D non ha mai visto la luce perciò la mia potrebbe essere una plausibile evoluzione del sistema di apertura del cupolino usato sull’He-162 A. Lascio parlare le immagini, evidenziando solo che ho usato un po’ di plastic card, tondini in ottone e qualche fotoincisione avanzata.

Infine è giunto il momento di attaccare alla fusoliera il motore Jumo-004 del kit Antares Model in sostituzione del BMW-003 comunemente previsto sull’He-162 A. Per farlo. Ho dovuto prima di tutto eliminare una curvatura della fusoliera consona al più piccolo motore BMW ma non coerente con lo Jumo.

Prima di incollare il motore, ho deciso di colorare in anticipo la parte frontale e quella posteriore allo scopo di semplificare la pittura complessiva dell’aereo. Ho optato per il rosso della presa d’aria (punto spesso dipinto di colori sgargianti sugli He-162 A) e per due toni metallici sul punto di uscita del getto d’aria. Lo Jumo-004 montato sui Me-262 non avevano nessuna di queste caratteristiche cromatiche ma mi sono concesso una divagazione artistica che sono convinto sarà di grande effetto visivo.

Prima di unire il motore alla fusoliera, ho protetto le parti già colorate con mascherine adesive ed ho provveduto ad eseguire due fori destinati ad incollare più facilmente la fotoincisione riproducente l’antenna circolare dell’equipaggiamento radio FuG 24Z.

Sempre nella speranza di semplificarmi la vita al momento della realizzazione della livrea mimetica di questo caccia, ho precolorato le aree dei cannoni da 2 cm collocate sul muso dell’aereo. Nonostante le esigue dimensioni, ho usato diversi toni metallici cercando di variarli il più possibile. Per ovvie ragioni, il risultato finale è stato poi opportunamente protetto con maskol.

Incollato lo Jumo-004 in resina alla fusoliera, è stato subito evidente che la giunzione era, per ovvi motivi, tutt’altro che perfetta, perciò ho usato stucco bi-componente per chiudere ed uniformare il tutto.

Ed ora veniamo a celebrare un vero Maestro dell’autocostruzione e del superdettaglio: Sergio Branduardi. Questo pimpante pompiere che ha avuto la sventura di conoscermi ormai più di vent’anni fa, racchiude nelle mani capacità rare e preziose. E’ un pranoterapeuta? Per fortuna, no! Le mani le usa per realizzare capolavori in scala che non ho remore a sfruttare a mio vantaggio. E’ questo il caso delle ali e della coda del mio l’He-162 D che ho affidato al buon Sergio perché lo impreziosisse con un lavoro arduo ma vitale: separare i timoni dai piani alari, ricostruirli ove necessario e riposizionarli in modo da mostrare il movimento di cui erano capaci nella realtà. Il compito è stato svolto in modo chirurgico ed assolutamente perfetto come solo in parte le foto sottostanti possono mostrare.

Grazie Sergio! Spero di essere in grado di valorizzare il tuo splendido lavoro con la mia futura opera pittorica!

L’incollaggio delle alti alla fusoliera ha subito mostrato, anche in questo caso, giunzioni tutt’altro che esatte. Ho dovuto intervenire pesantemente con stucco bi-componente che colmare i vuoti creatisi.

Infine, sempre con stucco bi-componente, ho riempito i fori sovradimensionati presenti sulla coda per il posizionamento degli impennaggi a V. Nel posizionare i pezzi, infatti, mi sono accorto che tali fori sarebbero rimasti parzialmente visibili perciò ho preferito intervenire subito rifacendo dei fori più piccoli.

Ho anche optato per incollare e stuccare uno dei due impennaggi. Per la precisione quello che mi è sembrato meno aderente alla parte terminale della fusoliera. L’altro verrà posizionato solo a colorazione terminata così da evitare che, incollando anch’esso in questa fase, renda la pittura difficoltosa a causa della forma a V.

Chiudo questo aggiornamento affermando di essere abbastanza frustrato dalla lunghezza e complessità di questo soggetto ma anche entusiasta delle sue forme originalissime. Gli assemblaggi sopra descritti stanno delineando un aereo molto diverso dal comune He-162 A. Lo Jumo-004 è un motore molto più grande del BMW-003 e, conseguentemente, aumenta inaspettatamente i volumi dell’aereo. Altrettanto affascinante è l’effetto delle ali che non sono solo a forma di delta invertita ma puntano anche verso l’alto.

Insomma, ci sono certamente tutte le carte per dare avita ad un aereo di grande impatto visivo.