48 Val Grande

Benché non ne abbia mai parlato in questo mio blog, il 2019 è stato un anno fortemente caratterizzato dalla mia partecipazione ad un corso di escursionismo organizzato da CAI (Club Alpino Italiano). Si è così concretizzato un progetto a cui tenevo molto ma che, per una ragione o per l’altra, avevo sempre rimandato. Ad innescare la scintilla, è stata la proposta di una coppia di amici conosciuta durante la settimana di vacanza che feci in Olanda nel 2016. In tale occasione mi appoggiai all’agenzia Zeppelin specializzata in viaggi in bici e presi parte ad un tour delle Isole Frisone con la formula bici/barca. Fu proprio in tale contesto che feci amicizia con una coppia di Milano, esperti escursionisti e guide del CAI. Sono stati proprio Martina e Antonio a segnalarmi il corso di escursionismo da loro organizzato presso la sede CAI di Sesto San Giovanni.

Il corso, iniziato a maggio e conclusosi a settembre 2019, ha previsto un’alternanza settimanale fra uscite pratiche e lezioni di teoria. Queste ultime si sono incentrate su temi molto importanti per la corretta gestione di un’escursione quali l’equipaggiamento, l’orientamento, la valutazione delle condizioni meteo ed il pronto soccorso. Ad esse se ne sono aggiunte altre, altrettanto interessanti, sulla flora e la fauna di montagna. Anche le escursioni sono state molto varie spaziando da quelle di durata giornaliera ad altre lunghe due o tre giorni. Le mete hanno coinvolto tutto l’arco alpino dal Gran Paradiso alle Dolomiti altoatesine. Date queste premesse, non stupirà sapere che sono molto contento dell’esperienza offertami da questo corso. Ho visitato luoghi che non avevo mai visto prima ed ho portato a termine imprese che non avrei mai pensato di fare fra cui arrivare a piedi a più di 3.300 metri o attraversare un ponte tibetano sospeso nel vuoto. Ciononostante, non è stato tutto perfetto: la montagna è sempre imprevedibile ma è doveroso dire che quest’anno il meteo è stato davvero inclemente. Ogni uscita è stata condizionata dalla pioggia e ci è pure capitata una tempesta di neve a metà luglio sul Gran Paradiso. Come si suol dire, al tempo non si comanda.

Tutto ciò detto, è trazione consolidata che la chiusura ufficiale del corso consista in un’escursione organizzata dai corsisti con le guide a fare da semplici partecipanti. Ovviamente la “leva” del 2019 non poteva astenersi da tale impresa che siamo riusciti ad organizzare ad inizio novembre. La meta prescelta è stata la Val Grande, posta a nord del Lago Maggiore all’altezza di Verbania. Il percorso ad anello ha previsto la partenza dal paese di Cicogna, la risalita del Rio Pigallo fino al piccolo borgo omonimo e poi la salita fino all’Alpe del Braco e all’Alpe Leciuri a 1.300 metri prima di ridiscendere a Cicogna.

Qui di seguito mostrerò qualche foto scattata durante l’escursione fatta in compagnia degli altri fidanti membri di un gruppo ormai affiatato ma, prima di fare ciò, vorrei spendere due parole sul paese di Cicogna. Non ho idea se qualcuno l’abbia mai sentito nominare prima di leggere questo mio breve scritto. Non intendo entrare in una sterile dissertazione sulle “bellezze” del borgo ma è mio dovere avvertire tutti coloro che volessero recarvisi che l’unica strada che conduce a Cicogna va affrontata con grande attenzione. La provinciale che risale il Torrente San Bernardino e poi la gola del Rio Pigallo è poco più larga di un’auto di medie dimensioni e solo molto raramente la carreggiata si allarga un poco. Poiché tale strada è, per forza di cose, a doppio senso, siate consapevoli che non solo vi troverete a percorrerla con l’ansia crescente che arrivi un’auto in senso opposto ma trascorrerete l’intera giornata sui monti pensando a quando dovrete risalire in macchina per tornare a casa.

A mio parere, non val la pena correre il rischio di danneggiare la propria auto urtando il parapetto o una macchina in senso contrario per raggiungere Cicogna. I nostri monti offrono escursioni altrettanto belle senza bisogno di arrampicarsi fin lassù. In ogni caso, l’escursione è stata piacevolissima come sono certo le foto sottostanti dimostrino. Da Cicogna abbiamo imboccato il sentiero che risale fino a Pigallo all’interno della gola creata dall’omonimo torrente. Molto suggestivo è il laghetto di acqua cristallina in cui sia getta il Rio Pigallo dall’alto di una cascata creata dalla roccia circostante.

Dopo una breve sosta a Pigallo, siamo saliti di quota attraversando un bel bosco di faggi.

Arrivati all’Alpe del Braco e all’Alpe Leciuri, ci siamo addentrati in un suggestivo ambiente imbiancato dalla prima neve con una bella vista sul Lago Maggiore e le Isole Borromee.

Benché il meteo non sia stato dei migliori, col senno di poi, posso dire che abbiamo fatto molto bene a non posticipare l’escursione perché sono seguiti una serie di lunghi week end all’insegna della pioggia ininterrotta.