01 Ta-183 Tamiya

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, l’industria bellica tedesca permise alla Luftwaffe di conseguire alcuni primati di grande importanza fra cui la messa in servizio dei primi aerei a reazione. Nello specifico, si trattò dei caccia Me-163, Me-262, He-162 e del bombardiere Ar-234. Ciononostante, le regole di un conflitto mondiale non consentono alcuna tregua e la corsa allo sviluppo di nuovi armamenti è essenziale per ottenere quella superiorità tecnica necessaria alla sconfitta del proprio avversario. È per questa ragione che, ancora prima che cominciasse la produzione in serie dei citati velivoli, gli ingegneri aeronautici del Reich furono immediatamente messi a lavorare su una seconda generazione di caccia a reazione che, facendo tesoro delle esperienze fino ad allora maturate, dessero alla luce velivoli in grado di surclassare quelli precedenti e, con essi, quelli che la Germania si aspettava gli Alleati avrebbero presto allineato.

È praticamente infinita la pletora di progetti nascenti tanto da questa esigenza quanto dal desiderio degli industriali di compiacere la megalomania nazista. In questo mare magnum di idee spesso lontane da qualsivoglia pragmatismo, sono due i progetti che, grazie a basi solide ed espedienti tecnologici realistici, erano veramente destinati a concretizzarsi: il Me-P1101 della Messerschmitt ed il Ta-183 della Focke-Wulf. La validità dei relativi progetti è confermata dal fatto che questi due aerei influenzarono profondamente i progettisti alleati che poterono parassitare i lavori già svolti dagli ingegneri tedeschi. Solo a titolo di esempio, basti citare il Mig-15 sovietico, sostanzialmente identico al Ta-183 e comparso nei cieli della Guerra di Corea negli anni ’50.

Il Ta-183 “Huckebein” era il caccia a reazione di seconda generazione della firma Focke-Wulf. Fu progettato dall’ingegnere capo Kurt Tank, considerato massimo esperto del settore e deus ex-machina di caccia come il Fw-190 A ed il Fw-190 D. Fu proprio il successo di tali velivoli a concedere all’ingegnere il privilegio di essere citato nel nome identificativo degli aerei (Tank – Ta) a cominciare dal Ta-152. Il Ta-183, dalla forma a proiettile e dotato di impennaggi estremamente originali, implementava gli espedienti tecnici più moderni come il seggiolino eiettabile, le ali a freccia con inclinazione di ben 40° ed il motore incorporato nella fusoliera. Quest’ultimo sarebbe stato un Heinkel HeS-011 di ben 1.300 Kg/Spinta (circa 400 in più rispetto ai precedenti Junkers Jumo 004 ed al BMW 003) ma ebbe una gestazione molto più lunga del previsto e restò allo stadio prototipale.

Il modello proposto da Tamiya è, in realtà, un kit AM Tech reinscatolato col logo della società giapponese. Se questa prassi è a mio avviso discutibile a priori, in questo caso lo stampo di partenza è a tal punto di buona qualità da non rappresentare uno svilimento del marchio Tamiya e, con esso, un tranello commerciale teso alla clientela. Tra l’altro, questa iniziativa ha permesso una maggior tiratura del kit AM Tech con conseguente maggior facilità di recupero sul mercato. Si tratta di un risultato non da poco considerando la rarità dei progetti aeronautici tedeschi proposti in scala 1/48. Ad impreziosire ulteriormente il modello vanno segnalati i razzi Ruhrstahl X-4 ed il Kettenkrad (di produzione Tamiya) utilizzato per il traino degli aerei sulla pista di decollo. Si tratta di un bonus di certo apprezzamento da parte di tutti i modellisti che, come me, amano ambientare in piccoli diorami anche i modelli aeronautici.