Per una serie di fortunate coincidenze, ho avuto l’occasione di partecipare ad una visita guidata all’Archivio Storico e al Sepolcreto della Ca’ Granda grazie all’organizzazione offerta da ArSe/Gruppo MilanoCard (www.arsemilano.it). L’esperienza è stata eccellente nell’organizzazione e sorprendente per tematiche e luoghi mostrati. Milano nasconde in sé molte bellezze e peculiarità sconosciute che meritano assolutamente di essere riscoperte. Non fanno eccezione le due in oggetto che consiglio vivamente di visitare al più presto.
Accedendo all’Università Statale da Via Francesco Sforza, abbiamo visitato per primo l’Archivio Storico della Ca’ Granda, l’ospedale dei poveri di Milano ora diventato sede universitaria. La Ca’ Granda rappresenta una delle pagine più importanti della storia di Milano e certamente una delle realtà di cui i suoi cittadini dovrebbero andare più orgogliosi. Non ho le qualifiche necessarie per raccontarne in modo soddisfacente la nascita e le attività susseguitesi fino ad oggi. Sul tema vi invito a fare approfondimenti attingendo da fonti più preparate del sottoscritto ma ci tengo comunque a rilevare la grande opera di assistenza ai poveri che rappresentò quest’ospedale. La Ca’ Granda fu costruita grazie alle donazioni dei Milanesi di ogni ceto sociale e garantì assistenza medica gratuita a tutti i bisognosi. Gestita ed organizzata come una struttura sostanzialmente autonoma, diventò anche un centro di ricerca medica d’avanguardia. L’Archivio Storico, ancora in uso e consultabile dagli interessati, consiste in una grande sala risalente al 1600 e rimasta immutata fino ad oggi. Ovviamente si sono susseguite modifiche nei secoli a seconda del cambiamento di funzione ed utilizzatori ma il locale non è stato oggetto di alcuna attività di restauro ed è, quindi, ammirabile nel suo stato originale. Sono ancora visibili i numerosi affreschi che adornano il soffitto nonostante i danni arrecati dallo spostamento d’aria causato dai bombardamenti dell’ultima guerra. Gran parte delle pareti sono occupate da scaffali a più piani in cui sono conservate le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati nella Ca’ Granda nel corso del 1800. Una sala laterale, infine, è adibita alle riunioni del consiglio direttivo ed ha anch’essa il fascino dei locali dalla storia antica ed ancora viva.
L’Archivio Storico meriterebbe un restauro accurato e può risultare buio ed un po’ angusto ma ha il fascino dei luoghi ricchi di storia ove si sono susseguite vite ed eventi le cui tracce sono percepibili nell’atmosfera stessa del luogo.
Il Sepolcreto si colloca a poca distanza dall’Archivio e null’altro è che la fossa comune in cui venivano gettati i cadaveri dei pazienti deceduti dell’ospedale. La parte del Sepolcreto visitabile si limita ad un seminterrato con soffitti a volta da cui si dipana la rete di pozzi in cui i corpi venivano tumulati alla meglio. Tale pratica fu in vigore solo per pochi decenni ma furono sufficienti per accumulare un quantitativo di cadaveri stimato in circa 150.000. L’odore e i liquami imposero di risolvere in altro modo il problema dello smaltimento dei corpi e parziale soluzione fu trovata con la costruzione della Rotonda della Besana fino a quando, finalmente, le leggi napoleoniche imposero l’istallazione dei cimiteri fuori dalle mura cittadine. Ciò che rende particolarmente interessante questo luogo è il fatto che fu riaperto durante le Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848) per accogliere le spoglie dei caduti milanesi nel corso della rivolta cittadina contro gli Austriaci. Da qui si evincono le ragioni dei graffiti patriottici che decorano gran parte delle pareti del Sepolcreto. I resti dei caduti furono poi trasferiti sotto l’obelisco commemorativo di Piazza Cinque Giornate dove ancora oggi riposano.
Concludo confermando la validità della proposta offerta dall’organizzazione e l’importanza storica e turistica dei due siti in oggetto. Certamente non possono essere indicati come scelte prioritarie in caso di una fugace visita alla città di Milano ma si tratta di mete insolite ed interessanti con cui arricchire la scoperta di una città restia ad offrirsi al turismo mordi e fuggi.