26 Dinosauri Giganti dell'Argentina

Ho già più volte dimostrato, tramite gli articoli di questo blog, la mia grande passione per i dinosauri e tutto quanto è correlato al loro mondo ed all’epoca in cui vissero. A tale scopo, basti ricordare l’articolo scritto per la mostra “Spinosaurus, il gigante perduto del Cretaceo” tenutasi a Palazzo Dugnani nel 2015.  Ad ulteriore conferma, non può essere dimenticato il lavoro da me svolto con la pittura del busto di Pterosaurus Taperajide su commissione proprio del team Geomodel che aveva realizzato le riproduzioni presentate nella citata esposizione. Sarà sempre per me motivo di grande orgoglio sapere che il busto da me dipinto fu poi esposto negli spazi di quest’ultima mostra. Date tutte queste premesse, non stupirà sapere che non ho mancato di visitare “Dinosauri – Giganti dall’Argentina” tenutasi al Mudec di Milano fino al 9 luglio 2017.

E’ stata la mia prima volta al Mudec e mi ha subito positivamente stupito il design del piano d’ingresso alle mostre che gioca su un affascinante effetto luce creato dalle pareti ondulate.

L’esposizione “Dinosauri – Giganti dall’Argentina” è stata molto interessante. Il Cretaceo identifica il periodo compreso fra i 145 ed i 65 milioni di anni fa. Fu l’epoca d’oro dei dinosauri che raggiunsero il loro massimo sviluppo prima dell’estinzione di massa che li cancellò dalla faccia della Terra. Ogni ecosistema e nicchia biologica era occupata dai dinosauri che si ramificavano in un’infinità di razze estremamente variegate e specializzate. A favorire questa varietà fu anche la scissione della Pangea in una serie di macrocontinenti che avrebbero poi generato quelli attuali ma che, smembrando le terre emerse, favorirono lo sviluppo di specie autoctone in ognuno di essi. L’attuale Argentina fu, all’epoca del Cretaceo, proprio uno di questi protocontinenti ove fiorirono numerose specie di dinosauri unici nel loro genere ed oggetto della mostra in questione.

Dinosauri – Giganti dall’Argentina” ha il pregio di mostrare al grande pubblico dinosauri che, nonostante caratteristiche del tutto eccezionali, sono assolutamente sconosciuti. Anche in questo ambito, infatti, subiamo l’egemonia statunitense. Grazie a film, pubblicità, libri, etc. made in USA, il sentire pubblico è portato a credere che i dinosauri siano il Tyrannosaurus Rex ed il Triceratops mentre, in realtà, erano i principali teropodi e ceratopsidi che, durante il Cretaceo, vivevano nel protocontinente che attualmente ospita gli Stati Uniti d’America. Ovviamente anche gli altri continenti avevano esponenti di queste razze di dinosauri, non raramente più spettacolari dei cugini nordamericani. Nei fatti, siamo condizionati dall’entertainment americano anche in ambito paleontologico. Ben venga, quindi, una mostra come quella in oggetto che consente di conoscere dinosauri meno noti ma altrettanto affascinanti.

Penso tutto quanto precede dimostri il valore di “Dinosauri – Giganti dall’Argentina” ma la mostra non è esente da difetti. I pannelli informativi sono relativamente semplici. Il fine è di rendere fruibile l’esposizione al grande pubblico e soprattutto ai bambini. Difficile non cogliere una certa superficialità che poteva essere evitata affidando gli approfondimenti alla cartellonistica sulle pareti. È innegabile anche un costante e ripetitivo riferimento ai bacini fossili, ai musei ed alle università argentine che, uniti ad una certa pomposità ed autocelebrazione, fa apparire tutta l’esposizione come una colossale operazione di promozione turistica. Infine, la qualità delle riproduzioni è di livello medio-basso. Soprattutto gli scheletri dei grandi sauropodi scadono nel ridicolo a causa delle dimensioni stesse delle ossa. La scarsità di dettagli si coglie soprattutto a livello dei teschi. Ovviamente mi permetto questo giudizio poco lusinghiero potendo fare un confronto con esposizioni del livello di “Spinosaurus, il gigante perduto del Cretaceo”. Le riproduzioni dei dinosauri realizzate dalla società veneta Geomodel erano di qualità nettamente superiore e determinavano un realismo visivo inarrivabile per la mostra in oggetto. Un vero peccato che, però, dimostra le capacità dell’artigianato italiano anche in questo settore.

In parallelo a “Dinosauri – Giganti dall’Argentina”, il Mudec ha proposto al medesimo pubblico anche la mostra “Rex and the City”. Dietro questo geniale gioco di parole si nasconde un’esposizione che racconta come la società di metà ‘800 abbia reagito alla “scoperta” dei dinosauri e come, in seguito, i dinosauri ed il loro mondo preistorico sia diventato parte fondamentale della cultura popolare moderna. Un lodevole intento che avrebbe meritato spazi e materiali ben più ampi.