001 Mostra Spinosaurus

Sono un appassionato di dinosauri fin da quando ero bambino e non credo di essere un’eccezione. Nonostante il tempo passato e le mille distrazioni che il mondo moderno offre ai bimbi, il fascino dei mostruosi sauri del passato resta più vivo che mai come, del resto, dimostra il mercato di giochi e giocattoli. Questo è vero in particolar modo quando sono in uscita film come il recente “Jurassic World” che creano un filone di merchandising che avrebbe fatto la mia felicità più sfrenata quando ero piccolo. Nonostante non sia più un bambino da ormai tre decadi, tutto ciò non mi lascia indifferente come, del resto, dimostra il modo con cui ho ceduto di schianto alla tentazione di recarmi al cinema per vedere il summenzionato film ma, ovviamente, sono libri, mostre e musei dedicati alla preistoria a suscitare in me il maggior interesse e cerco di non perdermi mai quelle più interessanti a cui mi è possibile recarmi.

E’ stato per puro caso che ho scoperto la mostra in oggetto ed è stata una sorpresa sotto ogni punto di vista. Prima di tutto è eccezionale la riproduzione in scala reale di uno Spinosaurus Aegyptiacus collocata davanti alla sede dell’esposizione. Non lascia sorpresi solo per le ragguardevoli dimensioni (15 metri) ma anche per la grande cura con cui è stato realizzato.

In secondo luogo, la mostra è collocata all’interno di Palazzo Dugnani, chiuso da lunghi anni e oggetto di un importante restauro che ha restituito alla città non solo un edificio storico di grande pregio ma anche la sede originaria del Museo di Scienze Naturali. Posto nel medesimo Parco Palestro ma al capo opposto rispetto al museo, Palazzo Dugnani sarà una sede distaccata che verrà interamente dedicata alle mostre temporanee come quella presente. Non saprei immaginare collocazione migliore considerando il prestigio e la bellezza del palazzo in questione che si fregia anche di una sala affrescata dal Tiepolo ove si svolgeranno conferenze a tema.

Superato lo Spinosaurus a guardia del palazzo, si viene catapultati subito nel mondo del dinosauro in questione grazie ad una riproduzione della sua testa all’ingresso della mostra ed i alcuni pannelli al cui richiamo è impossibile resistere. Anche questa testa è di bellissima fattura come del resto tutte le sculture presenti nella mostra. Opere che aumentano esponenzialmente il fascino ed il coinvolgimento della stessa.

La mostra è suddivisibile in tre grandi parti. La prima traccia la storia legata ai primi ritrovamenti fossili (andati perduti a Berlino nel corso dei bombardamenti dell’ultima guerra) fino a quelli recentissimi che hanno permesso la ricostruzione quasi integrale del primo scheletro di Spinosaurus. Questo dinosauro, infatti, è stato avvolto dal mistero più assoluto per decenni. I pochissimi reperti trovati in Africa del nord all’inizio del 900, erano troppo pochi per delineare un profilo completo dell’animale ma dimostravano trattarsi di un predatore dalle dimensioni eccezionali. La distruzione dei pochi fossili sotto i bombardamenti impedirono ulteriori approfondimenti fino a dieci anni fa durante i quali, grazie ad una serie di eventi così avvincenti che meriterebbero di essere narrati in un film, si è riusciti a ricostruire uno scheletro quasi completo permettendo una serie di studi che ci hanno svelato un dinosauro inusuale e bizzarro. In tutto ciò, hanno avuto un ruolo fondamentale i paleontologi del Museo di Scienze Naturali di Milano ed è proprio per questo che si svolge qui la prima tappa di una mostra itinerante destinata a girare il mondo.

La seconda parte delinea le caratteristiche dell’ambiente in cui visse lo Spinosaurus; un immenso delta fluviale nell’Africa del Nord abitato, nel Cretaceo Superiore, da dinosauri di ogni tipo ma condizionato da numerosi predatori terrestri confrontati ad un numero relativamente ridotto di specie erbivore. Anche in questo caso, meravigliose tavole illustrate, filmati e sculture di ogni tipo permettono di immergersi con straordinaria efficacia nel tema trattato. Davvero impossibile non subirne il fascino e lasciar correre la fantasia verso un mondo perduto ma straordinariamente reale.

La terza parte consiste in una grande sala interamente dedicata allo Spinosaurus Aegyptiacus in cui troneggia la riproduzione lunga 15 metri dello scheletro di questo dinosauro. A lasciare incantati non sono solo le dimensioni e la qualità dell’opera ma anche l’idea di mostrarlo sospeso nel vuoto nell’atto di nuotare. Questa scelta, forse azzardata ma decisamente coraggiosa ed inusuale, offre all’osservatore una scena di un dinamismo sorprendente.

Tutt’intorno sono posizionati pannelli che spiegano le varie caratteristiche del dinosauro che si era evoluto per vivere prevalentemente in acqua, aveva una lunga mascella con denti conici per catturare grossi pesci, un muso dotato di una sorta di sonar passivo, ossa dal midollo ridottissimo per essere pesante e permettere immersioni più agevoli, lunghe zampe anteriori (a differenza di altri predatori come il Tirannosuarus Rex) ed una vela sulla schiena probabilmente a scopo scenico/riproduttivo. Spintosi in acqua alla ricerca di habitat meno concorrenziali, lo Spinosaurus si evolse in modo originale ma efficace diventando un dinosauro sui generis, estremamente specializzato e diverso dai suoi contemporanei.

L’ultima sala mostra le tecniche di realizzazione delle sculture usate nel corso della mostra. Inutile dire quanto sia interessante anche questa parte finale ma la sorpresa più grande è scoprire che a realizzare queste opere è una ditta italiana. Qui trovate tutti i dettagli: www.geomodel.it. Da parte mia non posso che fare un sacco di complimenti a questa coraggiosa società e sperare che il mercato sappia apprezzare opere di un tale livello qualitativo.

Incredibilmente entusiasta di quanto visto ma non ancora pago di tutto ciò, ho comprato una bellissima stampa riproducente la testa dello Spinosaurus, il numero di ottobre 2015 di “National Geographic” proprio dedicato allo Spinosaurus e venerdì 26 giugno sono tornato alla mostra per seguire la conferenza di John Horner, famoso paleontologo americano, che, facendo un appropriato parallelismo fra i dinosauri e gli odierni uccelli, ha efficacemente dimostrato quanto siano sbagliate le idee più comuni che abbiamo su questi animali del passato.

Concludo consigliando vivamente a tutti di andare a vedere la mostra in oggetto. I bambini ne saranno grandemente affascinati e sono convinto che saprà solleticare anche la curiosità degli adulti meno interessati.