ITALIAN LANGUAGE
Nell’articolo dedicato al Tiger II del Deutsches Panzermuseum di Munster, ho già avuto modo di raccontare come i campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale videro i cosiddetti “carri da sfondamento” svilupparsi, evolvere ed iniziare il proprio declino. Nei primi anni del conflitto, la Blitzkrieg, con le sue teorie legate al movimento ed alla stretta interazione fra tutte le branche dell’esercito, determinò la disfatta degli eserciti francesi ed inglesi ancora forgiati sulla guerra di posizione del conflitto precedente. Ciononostante i carri inglesi e francesi sviluppati fra le due guerre per essere “carri da sfondamento”, quali il Matilda II inglese e B1 Bis francese, furono sempre motivo di grandi problemi per i Panzer tedeschi incapaci di reggere i colpi di tali avversari ed armati con cannoni troppo leggeri per perforarne le corazze. Tale realtà divenne ancor più drammatica a seguito dell’invasione della Russia ed il conseguente confronto con i KV-1 e KV-2 che rispondevano agli stessi principi dei veicoli inglesi e francesi sopra citati. Tutto ciò comportò l’avvio di una frenetica corsa agli armamenti che diede vita ai Tiger, la famiglia di carri armati tedeschi più famosa e massima incarnazione del concetto di “carro da sfondamento”.
I Tiger erano carri armati destinati a garantire alla Wehrmacht la supremazia sul campo di battaglia. Dovevano, quindi, essere in grado di incassare senza danno i colpi avversari grazie ad una spessa corazzata e distruggere il maggior numero di carri avversari grazie ad un cannone dalle altissime prestazioni. Resistenza e letalità erano anche finalizzate a conservare il più a lungo possibile la presenza del veicolo in prima linea e ad assicurare un’alta percentuale di sopravvivenza all’equipaggio. È quest’ultimo aspetto, tutt’altro che trascurabile, che consentì ai carristi tedeschi di affrontare imprese ad alto rischio grazie alla fiducia che riponevano nei loro mezzi. I Tiger, infine, fungevano da “carri da sfondamento” in fase di attacco (incassando i colpi degli infiniti cannoni anticarro con cui Russi potenziavano le loro linee difensive) e da perno di resistenza in posizione difensiva, ruolo che rivestirono sempre più spesso con l’avvicinarsi della fine del conflitto.
Il Panzerkampfwagen VI Ausf.E “Tiger I entrò in servizio nel 1942 rappresentando l’apice tecnologico dell’epoca nonostante fosse gravato da alcune obsolescenze prebelliche. Aveva, ad esempio, un design che non rispettava il moderno principio delle piastre inclinate imposto dal T-34 sovietico. Tale caratteristica favoriva il rimbalzo dei proiettili avversari ed aumentava lo spessore effettivo delle corazze. Il Tiger I, al contrario, aveva uno scafo a piastre verticali. L’arretratezza di quest’ultimo si evince dal fatto che esso è identico, nelle forme sostanziali, a quello del Panzer IV, carro la cui concezione era prebellica. Proprio per questa caratteristica, gli equipaggi dei Tiger I erano addestrati affinché si muovessero in direzione dei cannoni avversari muovendo in diagonale così da favorire il rimbalzo dei proiettili sulla piastra frontale del carro. Tutto ciò non deve far credere che il Tiger I fosse obsoleto in quanto rappresentò, al contrario, il top assoluto dell’epoca e surclassò nettamente tutti i suoi avversari fino all’entrata in servizio, nel 1944, del suo successore, il Tiger II.
Da pochi anni la collezione del Deutsches Panzermuseum di Munster custodisce un Tiger I di produzione finale. Per quanto ho capito si tratta di una sorta di mostro di Frankenstein essendo il risultato del montaggio di pezzi di diversa provenienza. L’esemplare così ottenuto è notevole ma, a mio parere, ha qualcosa che non va. C’è qualcosa, soprattutto nelle proporzioni dello scafo, che non torna e che, per un occhio esperto, dimostra un mancato rispetto delle misure reali in uno o più delle parti ricostruite. Dalle foto sottostanti, tutto ciò non si evince ma credo di non sbagliarmi nonostante non possa escludere trattarsi di una semplice suggestione. In ogni caso, questo Tiger I impreziosisce la collezione del museo e permette di cogliere prontamente le differenze di progettazione con il vicino Tiger II.
ENGLISH LANGUAGE
Inside the vehicles collection of the Panzermuseum of Munster, there is a Panzerkampfwagen VI Ausf.E “Tiger I”, the most famous tank produced by German industry during the Second World War. The Tiger I was developed to provide to German Army the supremacy on the battlefield thanks to its thick armor and powerful gun. In spite of its pre-war design and some technical problems never solved, the Tiger I was the most dangerous tank during the war. The vehicle of Munster Museum is the result of an assembly of pieces from differences sources. It is not a “real” tank of the war but it is beautiful in spite of something wrong in the hull size (personal opionion).
FRENCH LANGUAGE
Dans la collection des véhicules qui sont conservés à l’intérieur du Panzermuseum de Munster, il y a un Panzerkampfwagen VI Ausf.E “Tiger I”. Il s’agit du char Allemand le plus connu et il fut conçu pour obtenir la suprématie sur le champ de bataille grâce à son épaisse blindage et son canon très performant. Malgré un design du châssis qui remonte au avant-guerre et à des problèmes techniques pas réellement résolus, le Tiger I a dominé les champs de bataille jusqu’a l’arrivé de son successeur, le Tiger II. Le char conservé à Munster est le résultat de l’assemblage des pièces ramassés de plusieurs sources. Il est très beau mais quelque chose ne marche pas à niveau des proportions du châssis (opinion personnelle).