03 Museo Henriquez

Come ho raccontato nel precedente articolo, un nuovo raduno degli amici di tante avventure ciclistiche mi ha dato occasione di trascorrere alcuni giorni a Trieste. Inutile dire che ho prontamente sfruttato tale pretesto per visitare il Museo Della Guerra Per La Pace Diego De Henriquez (http://www.museodiegodehenriquez.it/), attrattiva di cui ho subito apprezzato la facile raggiungibilità con i mezzi pubblici cittadini. Si tratta di un museo di recentissima nascita con cui la città di Trieste ha voluto dare degna sede all’immensa collezione di cimeli militari raccolta da Diego De Henriquez in decenni di impegno affinché tali reliquie non andassero perse per sempre. Personaggio assai discusso, Diego De Henriquez dilapidò il patrimonio di famiglia per raccogliere quanto è attualmente presente nel museo o ancora attende di trovarvi spazio.

L’impegno del comune di Trieste che ha portato all’apertura del Museo Della Guerra Per La Pace ha numerosi meriti. Prima di tutto rende disponibile al pubblico una collezione così poco conosciuta da essere avvolta nel mito. Le informazioni su di essa, anche via Internet, sono pochissime così come le foto che la riguardano. In secondo luogo è stata ristrutturata parte di una vecchia caserma abbandonata per garantire alla collezione spazi adeguati e degni. Aspetto questo non secondario in quanto non solo la location è perfettamente consona a quanto vi è custodito ma gli stessi cimeli sono esposti con gusto, un senso estetico modernissimo e, soprattutto, fra uno e l’altro vi è quello spazio vitale che garantisce ad ognuno di essi giusta dignità e pari valore agli occhi dell’osservatore. Non è aspetto secondario quest’ultimo perché consente di evitare quell’effetto di disordinato accumulo che disorienta il visitatore e spesso nuoce a raccolte molto più famose come quella del museo di Coblenza. Infine, degno di lode, è il lavoro di restauro svolto su ogni pezzo esposto. Pur non essendo un esperto, ho potuto apprezzare tanto interventi mirati e rispettosi quanto restauri più importanti ma di ottima qualità. Mi ha particolarmente impressionato quanto fatto per le possenti ruote in legno dei pesanti obici della Prima Guerra Mondiale. Qui di seguito mostro alcune foto di quanto esposto nel museo a settembre 2016. Si tratta per lo più di materiale relativo al primo conflitto mondiale.

Solo una piccola parte della collezione esposta al secondo piano del museo riguarda la Seconda Guerra Mondiale.

È stata proprio la limitatezza di quanto relativo all’ultima guerra a rappresentare il mio principale cruccio e delusione della visita. Mi aspettavo di poter ammirare i non pochi veicoli tedeschi che leggenda vuole appartengano alla collezione Henriquez. Purtroppo essi non sono ancora accessibili al pubblico. Gli inservienti mi hanno garantito che i mezzi in questione sono attualmente in restauro e verranno collocati entro un paio d’anni nei nuovi locali destinati ad ampliare il museo attuale. In attesa che ciò avvenga non resta che accontentarsi delle foto del dopoguerra mostranti la colonna di veicoli che, gestita da prigionieri tedeschi sotto la supervisione alleata, consegnarono ad Henriquez pezzi di grandissimo pregio fra cui un Marder III Ausf.H, un Marder III Ausf.M, un 21 cm. Mörser 18, un Sdkfz.7, due Sdkfz. 9 “Famo” (uno standard ed uno con gru da 6 tonnellate), uno Stug. III Ausf.G, etc.

Non ho idea quanto di visibile in tali foto sia ancora a disposizione del museo ma mi auguro che essi vengano ben restaurati e resi fruibili ai visitatori nel più breve tempo possibile.