La serie animata “Macross” (Chōjikū Yōsai Makurosu) del 1982 rappresentò, insieme alla serie “Mobile Suit Gundam”, un momento decisivo per l’animazione giapponese in quanto tematiche e contesti realistici si amalgamarono con successo a soggetti robotici prima totalmente fantasiosi (almeno da un punto di vista tecnologico e militare). Ai robottoni nagaiani si sostituirono quelli che non sono altro che armamenti più o meno antropomorfi costruiti, salvo rare eccezioni, in serie. Ad aumentare ulteriormente il realismo dei cartoni animati citati, si aggiunsero contesti storico/bellici attendibili e finezze come l’esaurimento di missili e munizioni (eventualità mai contemplata in cartoni animati come “GIG Robot d’Acciaio” o “Mazinga Z”). Il successo non si fece attendere tanto che “Mobile Suit Gundam” e, benché penalizzato da problemi legati ai diritti di sfruttamento, “Macross” sono ancora oggi amatissimi in tutto il mondo da parte di appassionati che vivono un dualismo simile a quello esistente fra “Star Trek” e “Star Wars”.
Per quanto concerne “Macross”, il sequel “Macross Frontier” è (forse) il meglio riuscito fra quelli che si sono susseguiti dal 1982 ad oggi. Ambientato nel 2059, 47 anni dopo la fine della serie originale, trae da quest’ultima alcune caratteristiche che sono il punto di forza (ed anche il punto debole) di tutte le opere targate “Macross”: la musica di giovani idol intergalattiche e i Variable Fighter, caccia a configurazione variabile in grado di trasformarsi in robot. In “Macross Frontier” sono protagonisti i VF-25 “Messiah”, oggetto di questo ennesimo, strepitoso nuovo volume della collana “Master File”. Ho già avuto modo in passato di parlare di queste eccezionali pubblicazioni della Soft Bank Publishing. Esse rappresentano il top assoluto sia per gli appassionati della serie “Macross” che per i modellisti come me. Il volume in oggetto mostra, con dovizia di particolari, tutto ciò che riguarda il caccia VF-25: dallo sviluppo fino alle caratteristiche tecniche più minute passando per versioni speciali e livree di varie squadriglie. Il libro offre un’infinità di informazioni preziosissime perché, grazie a tavole tecniche e viste artistiche, consentono ai modellisti di avere a disposizione il materiale necessario per rendere originali i propri modelli sottraendosi ai limiti imposti da quanto proposto dalla scatola di montaggio.
Resta tristemente confermato il peccato originale che affligge l’intera collana: il testo in sola lingua giapponese. Un vero peccato che, temo, non avrà mai soluzione salvo che qualche intraprendente editore occidentale non compri i diritti su queste pubblicazioni.