18 Miyanoshita

Il 30 marzo 2015 è stato il giorno del mio quarantesimo compleanno e, per festeggiarlo al meglio, non solo ho fatto in modo di trovarmi in Giappone ma, grazie al mio amico Yoichiro, conosciuto l’estate precedente a Bruxelles, l’ho festeggiato nel modo più nipponico possibile: trascorrendo la giornata alle Onsen, le terme giapponesi. Tra l’altro, proprio grazie ai vantaggi che offre avere una conoscenza locale, questa esperienza si è svolta nelle location più consone e rinomate: Hakone e il piccolo paese di Miyanoshita.

Raggiungere le citate località necessita, prima di tutto, affrontare la gigantesca e labirintica stazione di Shinjuku. Arrivato sul posto di prima mattina, sono immediatamente stato risucchiato da un vortice di folla, corridoi, tunnel, piazze sotterranee, indicazioni per infiniti terminal, cartellonistica di decine di compagnie di treni che mi hanno totalmente mando in pallone… Non ho ricordi precisi di quei momenti in cui avevo un orario da rispettare per incontrare Yoichiro e nemmeno una pallida idea di dove e come trovare la stazione della linea Odakyu, la società ferroviaria che, in un paio d’ore di viaggio, gestisce i collegamenti Tokyo e Hakone. Sono rinvenuto giusto in tempo per chiedere aiuto ad un paio di salaryman che, conducendomi fin quasi dove mi attendeva Yoichiro,  hanno confermato la proverbiale cortesia nipponica a causa della quale è assai rischioso chiedere indicazioni causa il pericolo di non liberarsi più del malcapitato interpellato. J

Raggiunto Yoichiro, siamo partiti ed ho così avuto la mia prima esperienza sui treni giapponesi. E’ stato tutto estremamente “esotico”, se non altro per la tenuta degli addetti e la pulizia dei vagoni. Mostro alcune immagini della stazione di Akone che, penso, dimostrino tutto ciò e dove abbiamo preso il trenino che, arrampicandosi sui monti, passa per vari paesini fino a Miyanoshita.

Quello che, però, mi ha affascinato di più è stato ammirare il pasto servito a Yoichiro sul treno. Sfido anche l’occidentale più preparato a non restare esterrefatto di fronte a tanta cura nella confezione ed estetica della pietanza.

Miyanoshita è una delle stazioni termali più popolari ed è un paesino affascinante. Vi è un’atmosfera molto particolare grazie a numerosi edifici storici e case dalla fattura tradizionale che, a poca distanza da Tokyo, permettono di sentirsi un po’ parte dell’antico Giappone.

A Miyanoshita aprì, nel 1878, l’Hotel Fujiya, il primo albergo in Giappone destinato al turismo.

Appena si lascia la strada principale che attraversa il paese, non mancano scorci suggestivi che sembrano usciti da tempi ancestrali. Fra essi ho particolarmente apprezzato un piccolo tempio circondato dalla foresta ed appena fuori l’abitato.

Ciliegina sulla torta che mi ha fatto definitivamente innamorare di Miyanoshita sono stati i  numerosi negozi di souvenir ed articoli artigianali tradizionali. Bellissimi non solo i negozi in sé ma anche gli oggetti in essi contenuti. Vi avrei speso un capitale anche perché di fattura curatissima e ben diversi da quelli acquistabili nelle zone turistiche di Tokyo (Asakusa in primis).

Ovviamente non ho potuto esimermi dal fare acquisti ed ho comprato una Kokeshi (una bambola in legno protettrice del focolare e di buon auspico contro la cattiva sorte) per mia mamma e, per me, un Daruma (figura votiva rappresentante il fondatore dello Zen che, raddrizzandosi da sola se spinta da un lato, è simbolo di ottimismo, costanza e forte determinazione).

Inutile dire che il cuore della giornata è stato recarsi in una delle numerose Onsen della zona. Yoichiro è stato ancora una volta preziosissimo ed è stato lui ad insegnarmi le regole di comportamento essenziali per vivere al meglio l’esperienza evitando di passare per un gaijin cafone. Non ho, per evidenti ragioni, foto da mostrare ma posso garantire che si è trattato di un’esperienza indimenticabile, deliziosamente giapponese, molto tonificante e perfetta per trascorrere in modo originale il mio compleanno. Va, infine, detto che le terme esterne, con acqua vulcanica ed immerse nella natura, sono un piacere veramente unico.

A concludere degnamente la visita alla Onsen, si è aggiunto un lauto pasto nel ristorante della struttura termale. Qui ho avuto il mio primo, vero contatto con il Sakè (curiosamente versato in un bicchiere fino a traboccare per raccogliersi nel sottostante contenitore di legno) e con la Soba (tagliolini di grado saraceno generalmente serviti freddi con vari tipi di condimenti e contorni).

Ripreso il treno, siamo tornati ad Akone ed avendo, per fortuna, un’oretta disponibile in attesa del treno per tornare a Tokyo, abbiamo visitato il centro di questa cittadina ricchissima di deliziosi negozi e votata alle terme che costellano la valle a cui fa da pittoresco ingresso. E’ proprio qui che ho avuto la prima, seria e massima percezione di come i Giapponesi curino l’estetica di ogni cosa, in particolare nell’esposizione della merce in vendita. Prodotti che, proprio in questa arte, traggono la loro massima attrattiva e che sono resi ancor più accessibili dalla generale mancanza di vetrine.

Ciliegina sulla torta è stata la scoperta di un negozio interamente dedicato alla serie animata “Neon Genesis Evangelion” che non ho certo potuto fare a meno di visitare anche acquistando qualche ricordino a tema.

Stanchi morti siamo rientrati a Tokyo in serata. Approfitto anche in questa sede per ringraziare Yoichiro di avermi fatto vivere una giornata indimenticabile che ha suggellato nel modo migliore i miei primi quarant’anni.