Ho già raccontato in questo blog i giorni da me trascorsi sul promontorio di Portofino poco prima di Pasqua; l’esperienza fu così piacevole da far sorgere in me il desiderio di replicare la stessa esperienza nelle Cinque Terre (http://www.cinqueterre.it/). Essendo una località che avevo solo in parte visitato in passato, l’aspirazione principale era di percorrerle tutte a piedi per goderne al meglio. E’ con questo spirito e questi fini che, a metà giugno, mi sono recato sul posto partendo giovedì sera e rientrando sabato in tarda serata. Come nel caso di Portofino, lo scopo di tale strategia (che si è rilevata ancora una volta vincente) è di godere di un venerdì privo di ressa turistica e di un interosabato grazie ad un rientro serale privo del traffico della domenica. Partito da Milano sotto un cielo plumbeo e arrivato in Liguria sotto una pioggia torrenziale, venerdì mattina sono stato accolto da una giornata bellissima, tersa e brillante. Quel che segue è il racconto dei giorni trascorsi nelle Cinque Terre che spero diano utili spunti a chi fosse interessato ad una visita.
Ho preso alloggio a Framura (http://framura.eu/it/), un comune che include diversi borghi lungo un tratto di costa fra Moneglia e Levanto. La località è strategica in quanto passandovi la linea ferroviaria è possibile raggiungere molto comodamente le Cinque Terre evitando i costi più elevati degli alberghi collocati al loro interno. Date le ovvie restrizioni di viabilità, il treno è certamente l’opzione migliore rispetto all’auto per visitare i cinque paesi del parco e, avendo ognuno di essi la propria stazione, è possibile visitarli passando da uno all’altro senza fatica. Io, ovviamente, ho preferito raggiungere in treno Riomaggiore, il paese delle Cinque Terre posto più a Levante, e da qui percorrere a piedi tutta la costa fino a Monterosso, estremità a ponente del parco, da cui ho preso il treno per tornare in albergo.
Appena arrivato a Riomaggiore ho voluto per prima cosa salire in cima alla costa di levante per raggiungere la sommità della stessa ove è collocato il Santuario di Nostra Signora di Montenero (http://www.santuariodimontenero.org/). Il sentiero da percorrere è impervio, impone di restare per circa trecento metri sui tornanti della strada provinciale e, una volta in cima, il santuario, per mia sfortuna, era chiuso. Onestamente, viste le difficoltà, il tempo necessario per salire e scendere ed un panorama non superiore a quello godibile da altri punti delle Cinque Terre, non consiglio di perdere tempo con la visita in oggetto. Se siete sul posto per vivere i sentieri che uniscono i cinque paesi del parco, dedicatevi a quello senza farvi distrarre da altro perché il percorso merita tantissimo.
Tornato a Riomaggiore, ho imboccato il sentiero che mi ha portato a Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Qui di seguito mostrerò le foto secondo me più suggestive che ho scattato durante la giornata. I paesi sono incantevoli ed i panorami mozzafiato ma non fatevi trarre in inganno dall’ambiente marittimo: i sentieri sono impegnativi e non hanno nulla da invidiare alla montagna vera e propria a causa dell’orografia costiera. Un paio di scarponcini da trekking sono essenziali così come un discreto allenamento. Ciò è particolarmente vero a seguito di una frana che, dal 2011, ha imposto la chiusura del Sentiero dell’Amore. L’unica alternativa attualmente esistente è un cammino molto ripido che porta in cima alla scogliera. Ne consegue che, invece del tragitto in piano a livello del mare offerto dal Sentiero dell’Amore, è ora necessario salire ripidamente e poi scendere di botto per uscire e/o accedere a Riomaggiore, Manarola e Corniglia. Il resto del percorso segue il tracciato originario da Corniglia a Monterosso restando a mezzacosta. Ne deriva che i 21 chilometri che separano Riomaggiore a Monterosso risultano molto impegnativi soprattutto nel tratto a rimpiazzo del Sentiero dell’Amore. E’, però, proprio tale sentiero sostitutivo ad offre i panorami più belli e mozzafiato. A solo scopo informativo, ho inserito nelle foto un freccia per consentire di individuare i sentieri percorsi. Mi raccomando di non farvi spaventare, la fatica è ampiamente ripagata a condizione di essere un minimo allenati e adeguatamente equipaggiati.
RIOMAGGIORE – MANAROLA
MANAROLA – CORNIGLIA
CORNIGLIA – VERNAZZA
VERNAZZA – MONTEROSSO
Sono felicissimo di aver visitato a piedi le Cinque Terre. I panorami sono meravigliosi, i colori intensissimi ed i borghi affascinanti, soprattutto visti dalla sommità della costa. Comprendo appieno le ragioni per cui tanti stranieri arrivano da tutto il mondo per trascorrere qualche giorno nell’area. Sono anche contento di essere riuscito a fare tutto a piedi in un sol giorno come mi ero prefissato. Penso sia il modo perfetto per prendere coscienza delle bellezze del posto e l’impresa vale decisamente la fatica che impongono i 21 chilometri di lunghezza con un dislivello che raggiunge i 450 metri. Fatica comunque ampiamente ripagata e, grazie all’intera giornata investita, mai accresciuta dalla fretta o dall’ansia da prestazione.
Il sabato successivo è stato, per ovvi motivi, dedicato ad imprese meno impegnative. Appena lasciato l’albergo e caricati i bagagli in auto, ho rimesso gli scarponi e mi sono concesso una visita al piccolo borgo di Anzo che si trova a poca distanza dalla stazione di Framura. Il borgo è molto piacevole e custodisce edifici decisamente interessati. Peccato non sia presente alcuna bottega o esercizio commerciale che ne impreziosisca la visita grazie a leccornie locali.
Mi sono successivamente diretto alla stazione dove non ho preso il treno bensì ho imboccato l’inizio di una pista ciclopedonale di cui ignoravo fino al giorno prima l’esistenza. Lunga 6 chilometri, essa segue il vecchio tracciato della ferrovia e porta fino a Levanto dove si interrompe in attesa che lavori di ripristino aggiuntivi consentano di recuperare ulteriori tratti della linea ferrata ottocentesca.
Levanto è una cittadina decisamente bella ove ho pranzato dopo due passi nell’abitato. Vi sono alcune bellissime ville che si affacciano sul lungomare fino al molo dove mi sono imbarcato su un battello che sapevo essere in partenza alle due del pomeriggio.
Felicemente seduto nell’aera scoperta dell’imbarcazione, mi sono goduto le Cinque Terre anche dal mare.L’aggiunta di questo privilegiato punto di vista, ha sancito definitivamente il mio pieno apprezzamento dell’area. Infine,il capolinea della linea marittima a Porta Venere,mi ha permesso una piacevole passeggiata anche in questa famosa località prima di riprendere il battello che mi ha riportato a Levanto. Benché il percorso fosse il medesimo dell’andata, la luce del tardo pomeriggio ha concesso panorami comunque diversi.
A mio personale parere, i sentieri lungo la costa restano il modo migliore per godere delle Cinque Terre. I colori del mare e della vegetazione, infatti, si amalgamo con una lucentezza ed una naturalezza da quadro impressionista che, secondo me, non si percepiscono con eguale forza dal mare. Dal battello, inoltre, resta sempre visibile la ferrovia costiera che, innegabilmente, guasta il panorama complessivo.
Concludo incoraggiando chiunque a visitare le Cinque Terre. Dubito qualcuno ne possa rimanere deluso a condizione di voler percorrere almeno in parte i sentieri sopra descritti e di recarvisi con modalità che consentano di evitare il grosso delle masse turistiche che si riversano nei cinque borghi coinvolti.
Complimenti, Andrea.
Una descrizione ed una documentazione fotografica gredevole, precisa, molto bella: immedesimante!
Leggendo e guardando (più precisamente : gustando) le foto mi è venuto da accomunarti ai viaggiatori-esploratori del ‘700-‘800 che riuscivano a descrivere i luoghi visitati con uno stile che consentiva ai loro lettori di “vederli”. I loro disegni sono le tue foto.
Bello! Davvero bello!!
Ciao
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Grazie Pierluigi, sei sempre troppo buono! 🙂
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Non credo di essere troppo buono; ho solo cercato di metter per iscritto quanto ho provato leggendo il tuo reportage.
Potrei essere superficiale, non essere un buongustaio letterario.
Non sono obiettivo per giudicare me stesso ma ti assicuro che i tuoi scritti turistico-vacanziero e turistico-storici hanno in comune la gradevolezza della prosa , l’accuratenzza dell’approfondimento storico ed ambientale, la preziosa documentazione fotografica.
Ciao
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