ITALIAN LANGUAGE
Come ho avuto già modo di dire parlando dell’esemplare di Sturmpanzer IV “Brummbär” custodito nel Deutsches Panzermuseum di Munster, la Wehrmacht (così come la Germania tutta) temette il ripetersi di nuove Stalingrado nel caso di nuovi combattimenti in zone urbane. Poiché tale rischio era molto alto nel contesto di una guerra mondiale il cui fronte si avvicinava sempre più alle grandi città dell’Europa occidentale, si rese urgente lo sviluppo di mezzi corazzati specificatamente destinati ad operare in tali contesti, luoghi in cui ogni palazzo poteva diventare una fortezza ed ogni angolo di strada una trappola. L’industria bellica tedesca si lanciò così nella progettazione di una nuova famiglia di carri rispondente al nome di SturmPanzer. Nonostante la varietà di espedienti elaborati dalla fin troppo fervida fantasia degli ingegneri tedeschi, gli SturmPanzer erano tutti caratterizzati da corazze molto spesse per reggere lo scontro a breve distanza col nemico e dalla soppressione della torretta sostituita da una casamatta avente lo spazio interno necessario ad alloggiare un cannone di grosso calibro il quale, dotato di un alzo sfiorante la verticale, poteva sparare cariche esplosive molto potenti anche contro i piani più alti dei palazzi.
Lo Sturmpanzer VI “Sturmtiger” è sicuramente il modello più potente ed originale dell’intera famiglia. Presa come base lo scafo del Tiger I nella sua versione finale con le ruote interamente in acciaio, venne impiantata un’ampia casamatta alloggiante un RW 61 da 5.4 calibri, un enorme lanciarazzi da 38cm risultato dall’adattamento di un lanciatore di mine di profondità sviluppato per la Kriegsmarine.
Lo “Sturmtiger” è uno di quei veicoli che alimenta l’eterna controversia che affligge le valutazioni postbelliche relative alle scelte strategiche e produttive della Germania. Si trattò di un veicolo riuscito o di uno spreco colossale di risorse? Analizzato per quello che era, lo “Sturmtiger” risulta incontestabilmente un veicolo dalle potenzialità devastanti. Protetto frontalmente da una corazza spessa 150 mm, armato con razzi la cui carica distruttiva era in grado di demolire anche le fortificazioni più robuste, dotato fin da subito di una Kugelblende armata di MG-34 per la difesa dalla fanteria avversaria, un reggimento di “Sturmtiger” avrebbe avuto tutte le carte in regola per risolvere in poco tempo uno scontro in ambiente urbano. Ciò non significa che fosse esente da difetti fra cui vanno annoverati: (i) un peso eccessivo che sovraccaricava uno scafo già portato ai limiti delle sue capacità, (ii) un numero limitato (14/15) di proiettili imbarcati e (iii) una procedura complessa di ricaricamento che ne limitavano l’impatto tattico sul campo di battaglia. Va comunque rilevato che si trattava di difetti comuni anche a molti altri veicoli dell’epoca perciò non dovrebbero inficiare un giudizio complessivo sullo “Sturmtiger” che, a mio parere, merita di essere positivo. Il problema era, in realtà, un altro: come spessissimo avvenne per i veicoli tedeschi dell’ultimo anno di guerra, essi pagarono le conseguenze di uno sviluppo troppo lungo e laborioso che determinò l’entrata in servizio in un periodo in cui la Wehrmacht, a causa della situazione bellica ormai compromessa, non poteva più garantirne l’impiego nel ruolo per cui erano nati nonché la logistica (complessa e dispendiosa) che comportava il loro mantenimento operativo. In altre parole, lo “Sturmtiger” entrò in servizio in un periodo (tardo 1944) in cui la Wehrmacht aveva necessità di ben altro materiale ed in cui le ragioni che ne avevamo determinato lo sviluppo non erano più prioritarie. Ciò determinò un impatto militare degli “Sturmtiger” assolutamente irrisorio dovuto all’uso improprio degli stessi. E’ evidente, infatti, che usare nel ruolo di semplice artiglieria semovente veicoli specializzati in ben altro, ne impediva l’espressione delle reali capacità e si risolveva sovente nell’inutile perdita degli stessi. Alla fine dei conti, la ventina di “Sturmtiger” costruiti ebbero un momento di gloria grazie a due prototipi utilizzati per sedare la rivolta di Varsavia dell’estate 1944, per il resto, organizzati in due speciali reggimenti (Sturmmörserkompanie 1000 e 1001), non poterono fare molto più che terrorizzare momentaneamente la sfortunata fanteria alleata che ne subì i rari colpi.
Escludendo il museo di Kubinka a poca distanza da Mosca, l’unico “Sturmtiger” ancora su suolo europeo è proprio quello custodito al Deutsches Panzermuseum di Munster. La visione del veicolo è ovviamente impressionante per le dimensioni dello stesso ma l’aspetto complessivo non è dei migliori. Ad una pessima mimetica si aggiunge, infatti, la mancanza di alcuni componenti importanti come, ad esempio, la gru utilizzata per sollevare i pesanti proiettili e stivarli nelle apposite rastrelliere all’interno della casamatta nonché di tanti altri elementi grandi e piccoli (come i contrappesi semicircolari da ancorare alla bocca del lanciarazzi) che avrebbero reso il veicolo molto più affascinante. Non si può, quindi, che auspicare un prossimo, accurato restauro. Non sono, infine, abbastanza esperto su questa tipologia di veicolo da stabilire a quale ciclo produttivo appartenga, ad intuito si tratta di uno dei primissimi realizzati.
ENGLISH LANGUAGE
The military collection belonging to the Panzermuseum of Munster, includes a Sturmpanzer VI “Sturmtiger”. This self-propelled gun, developed on the Tiger I chassis, is equipped with a casemate armed with the 38cm, RW 61 L5.4, a massive rocket launcher derived from a Kriegsmarine depth charge launcher and very effectiveness against bunkers and fortified buildings. The “Sturmtiger” was designed to offer a direct infantry fire support in urban areas. The Munster “Sturmtiger” is not in a very good status. A very bad camouflage is accompanied with a restoration not very careful with many parts missing. In any case, it is the only “Sturmtiger” existing in Europe and, for this reason, have to be seen by any military enthusiasts.
FRENCH LANGUAGE
Dans la collection des véhicules qui sont conservés à l’intérieur du Panzermuseum de Munster, il y a un Sturmpanzer VI “Sturmtiger”. Ce canon automoteur fut assemblé sur le châssis du char Tiger I et fut équipé avec le 38cm, RW 61 L5.4, un lance rocket très efficace contre le point d’appui, les bunkers et les bâtiments fortifiés. Cet automoteur fut développé pour appuyer l’infanterie dans les villes. L’exemplaire en question n’a pas une grande allure. La peinture est terrible et il n’a pas eu une restauration très soignée avec beaucoup d’éléments manquants. Malgré ca, cet exemplaire de “Sturmtiger” est l’unique existant en Europe et, donc, il doit être vu par tous les intéressés.