01 Munster Brummbar

ITALIAN LANGUAGE

La battaglia di Stalingrado è certamente uno degli eventi più noti della Seconda Guerra Mondiale ed è generalmente ritenuto il punto di svolta del conflitto che, da allora, vide la Wehrmacht passare alla difensiva su tutti i fronti fino alla sua definitiva sconfitta. Si tratta di una valutazione forse semplicistica ma nel complesso vera sotto molti più punti di vista di quanto si possa inizialmente supporre. La battaglia di Stalingrado fu il primo scontro in epoca moderna a svolgersi in un contesto urbano. Il risultato fu un inferno di tale portata da segnare gli animi indelebilmente. Fu un vero shock che, in ambito militare, spinse a sviluppare non solo tattiche ad hoc ma rese anche palese l’importanza di ideare mezzi corazzati specificatamente destinati ad operare in tale contesto. In città, ogni palazzo può diventare una fortezza la cui conquista rischia sovente di trasformarsi in un bagno di sangue per gli attaccanti. Ciò era particolarmente vero per gli edifici costruiti in stile sovietico, particolarmente resistenti a causa dei materiali usati. I cannoni che, a cavallo del 1942 e 1943, equipaggiavano i Panzer erano per lo più anticarro e di calibro troppo esiguo per poter danneggiare seriamente palazzi di quel tipo. A seguito di tali evidenze, l’industria bellica tedesca si lanciò nella progettazione di una nuova famiglia di carri rispondente al nome di SturmPanzer. Essi, per essere efficaci al meglio, erano tutti caratterizzati dalla soppressione della torretta per sostituirla con una casamatta alloggiante un cannone di grosso calibro ed a bassa velocità così che la carica esplosiva avesse la massima efficacia contro il bersaglio.

E’ certamente lo Sturmpanzer IV il modello appartenente a tale famiglia più noto e prodotto in maggior numero. Presa come base il ben collaudato Panzer IV, sullo scafo di quest’ultimo venne impiantata un’ampia casamatta alloggiante l’obice StuH 43 L/12 da 15 cm. Lo Sturmpanzer IV (comunemente chiamato “StuPa” dagli equipaggi che lo ebbero in dotazione – “Brummbär” è il nome dato al veicolo dall’intelligence alleata) risultò ben riuscito grazie ad un’arma estremamente efficace contro punti fortificati ed altri bersagli non corazzati e ad una corazza frontale che, raggiungendo i 100mm, permetteva al veicolo di sfidare il fuoco avversario anche a breve distanza. Ciononostante lo “StuPa” era inficiato da alcuni difetti strutturali non irrilevanti fra cui un aumento di peso dovuto all’obice ed alla spessa corazza che sovraccaricavano uno scafo già portato ai limiti delle sue capacità. Ciò aveva ripercussioni sulla robustezza della meccanica complessiva e sulle prestazioni globali del veicolo.

Brummbar Techincal Drawing

Proprio allo scopo di porre rimedio a questo come ad altri difetti, lo Sturmpanzer IV fu oggetto di una serie di miglioramenti lungo tutto il periodo della sua produzione iniziata nel 1943 e terminata nel 1945. Fra esse cito: (i) la sostituzione delle ruote di scorrimento in gomma con il modello in metallo per evitarne l’eccessiva usura dovuta al peso del veicolo, (ii) lo sviluppo dello StuH 43/1, una versione alleggerita dell’obice originario, (iii) la sostituzione del visore del pilota già usato sul Tiger I con uno telescopico, (iii) l’aggiunta sul cielo della casamatta della cupola del Stug. III così da consentire al capocarro una migliore visione del terreno circostante, (iv) l’applicazione sul frontale di una Kugelblende armata di MG-34 per la difesa ravvicinata, etc. L’implementazione di tutte queste modifiche portò alla versione finale dello “StuPa” che, seguendo contemporaneamente l’evoluzione dello scafo del Panzer IV fino al modello Ausf.J, partecipò ai combattimenti degli ultimi mesi del conflitto. Fu proprio il deterioramento della situazione bellica tedesca sul finire del conflitto ad essere il principale nemico degli Sturmpanzer che, essendo veicoli estremamente specializzati, potevano esprimere al massimo le loro capacità solo se utilizzati per il ruolo per il quali erano stati progettati. Alla prova dei fatti, però, essi furono spesso impiegati impropriamente a causa della penuria di veicoli corazzati in seno alla Wehrmacht e, per questo, non raramente andati inutilmente perduti.

E’ proprio uno Sturmpanzer IV con quasi tutte le caratteristiche tipiche della produzione finale ad essere conservato nel Panzermuseum di Munster (si tratta probabilmente di uno “Stupa” su scafo di Panzer IV Ausf.H finale o Ausf.J iniziale). Non si tratta, però, di un esemplare di grande pregio. Oltre ad una pittura che ne mortifica l’aspetto generale, esso è stato oggetto di un restauro che, benché limitato a parti secondarie, non è stato particolarmente riuscito. Di ciò è facile prendere coscienza considerando prima di tutto i parafanghi anteriori e posteriori riprodotti con davvero scarsa cura. Nel suo complesso si tratta di uno Sturmpanzer IV che, pur restando una visione di grande impatto, è nettamente inferiore all’esemplare conservato presso il Musée des Blindés di Saumur.

ENGLISH LANGUAGE

The vehicles collection belonging to the Panzermuseum of Munster, includes a Sd.kfz. 166 Sturmpanzer IV “Brummbär”. This self-propelled gun mounts, on the Panzer IV chassis, a casemate armed with the 15cm. StuH 43 L/12 howitzer, an artillery gun very effectiveness against bunkers and fortified buildings. The “Brummbär” was designed to offer a direct infantry fire support, especially in urban areas. The Munster “Brummbär” is not in a very good status.  A very bad camouflage is accompanied with a restoration not very careful. In my opinion, this vehicle is worse than the same self-propelled gun preserved inside the Musée des Blindés of Saumur.

FRENCH LANGUAGE

Dans la collection des véhicules qui sont conservés à l’intérieur du Panzermuseum de Munster, il y a un Sd.kfz. 166 Sturmpanzer IV “Brummbär”. Ce canon automoteur fut assemblé sur le châssis du char Panzer IV et fut équipé avec le 15cm. StuH 43 L/12, un obusier très efficace contre le point d’appui, les bunkers et les bâtiments fortifiés. Cet automoteur fut développé pour appuyer l’infanterie et pour les combats urbains. L’exemplaire en question n’a pas une grande allure. La peinture est terrible et il n’a pas eu une restauration très soignée. Je crois que le “Brummbär” du Musée des Blindés de Saumur est meilleur de cet exemplaire conservé à Munster.