01 Val d'Intelvi

Dopo un’estate torrida interrotta da qualche giornata di pioggia ad inizio settembre, anche l’autunno 2017 è stato condizionato da giornate calde e soleggiate fino a tutto ottobre. La contropartita per la piacevolezza di un autunno mite è indubbiamente stata una siccità che ha causato seri problemi all’agricoltura come a tutto l’ecosistema di zone piovose come quelle del Nord Italia. Ci vorrà probabilmente molto tempo per recuperare le riserve idriche andate perse ma, complice il bel tempo e l’accorciarsi delle giornate, gran parte dell’ultimo mese è stato caratterizzato da una serie di spettacolari tramonti. Nel tentativo di approfittare di queste condizioni favorevoli destinate a non durare all’infinito e di visitare una zona a me sconosciuta, sabato 14 ottobre ho deciso di balzare sulla mia spettacolare Fiat 500 e di recarmi in Val d’Intelvi.

Curiosando sul sito www.rifugi.lombardia.it ho scoperto l’esistenza del Rifugio Venini che, a circa 1.500 metri d’altezza, domina la Val d’Intelvi e, trovandosi sulla cresta montagnosa che divide il Lago di Como dal Lago di Lugano, offre una vista senza eguali su entrambi i laghi. Tale prospettiva, unita al desiderio di conoscere meglio aree a me tanto vicine quanto sconosciute, aveva suscitato il mio interesse da lungo tempo e, stufo di rinviare per un motivo o per un altro, a metà ottobre ho deciso di buttarmi nell’impresa magari fermandomi anche a dormire in uno dei rifugi della valle per godere dell’alba successiva.

Purtroppo l’intero progetto è stato compromesso da una serie di impegni precedenti che mi hanno impedito di muovermi abbastanza presto da raggiungere il Rifugio Venini entro il tramonto. Per godere di quest’ultimo come meglio possibile, mi sono fermato al Rifugio Alpe di Colonno, il primo dei tre principali rifugi della Val d’Intelvi e posizionato all’imbocco della stessa. Pur non essendo visibile anche il Lago di Lugano, la vista da circa 1.000 metri d’altezza era decisamente notevole benché una foschia persistente coprisse parte del Lago di Como. Imprevisto ampiamente compensato dallo splendido tramonto visibile proprio in fronte al rifugio.

Calata la sera ho scoperto la Val d’Intelvi essere particolarmente affollata. Non solo non ho potuto cenare al Rifugio Alpe di Colonno ma nemmeno alloggiarvi esattamente come al completo era anche il successivo Rifugio Boffalora. In quest’ultimo ho almeno potuto cenare dopo essermi goduto la vista delle ultime luci sul gruppo del Monte Rosa.

L’impressione che ho avuto della Val d’Intelvi è molto buona. La presenza di una strada asfaltata che l’attraversa interamente la rende inevitabilmente più frequentata di quanto dovrebbe essere una valle montana isolata ma la posizione offre panorami emozionanti. La viabilità offerta non è comunque delle migliori. La carreggiata è stretta e spesso in cattive condizioni. Sinceramente non mi sono azzardato ad arrivare al Rifugio Venini nell’oscurità più totale e con un traffico inaspettato. Ciononostante sono convinto che ne valga la pena e spero di poterlo fare presto magari in bicicletta. Da quanto ho capito, infatti, dal Rifugio Alpe di Colonno al Venini vi sono 500 metri di dislivello che dovrebbero essere fattibili proprio grazie alla strada asfaltata disponibile che permette di fare a meno di una mountain bike.