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Che cosa rende assolutamente irresistibile l’acquisto di un bene totalmente inutile? Che cosa genera quell’incontenibile desiderio tipico del possesso fine a sé stesso e dell’accumulo compulsivo? Immagino esistano tomi infiniti sull’argomento così come una fiorente quanto inutile psicologia spicciola dilagante sul web. Personalmente non sono in grado di dare alcuna risposta a tali quesiti amletici. In quanto vittima consenziente di queste pulsioni primordiali, posso solo aggiungere l’incapacità assoluta di porvi freno nel momento in cui sullo stesso, inutile bene si sommano due distinte ma convergenti manie. È proprio questo il caso del figurino in oggetto che, inaspettatamente trovato al Hobby Model Expo 2017, accomuna la mia passione per la qualità dei prodotti Alpine Miniatures alla febbre da cavallo per i busti sorta in me da quando ho realizzato Abdel Rashid.

Dopo essersi affermata nel mercato dei figurini in scala 1/35 ed 1/16, Alpine Miniature è da poco entrata nel settore dei busti esplorando una nicchia poco battuta. La scala 1/16, infatti, è decisamente inusuale per questo tipologia di miniature che, normalmente, è proposta in scala 1/10. Considerando che la scala 1/16 null’altro è che il doppio delle dimensioni dell’1/35, il busto risulta decisamente piccolo rispetto a quanto si è normalmente abituati a vedere. Tale scelta è stata probabilmente dettata dalla volontà di proporre sul mercato qualcosa di nuovo sfruttando l’esperienza già maturata con le figure intere. Al momento la linea comprende due soggetti: un paracadutista americano ed il carrista tedesco qui recensito.

I carristi tedeschi sono i miei soggetti preferiti. Ha poca importanza che appartengano alla Wehrmacht, alle Waffen-SS o alla Sturmartillerie, l’importante è che abbiano il look degli ultimi due, massimo tre anni di guerra con una netta preferenza per l’abbigliamento tipico degli ultimi mesi del conflitto (divise in pelle da sommergibilista in primis). Il bordfuhrer (capocarro) rappresentato in questo busto può essere considerato un classico sotto molti punti di vista. Indossa la tipica divisa nera da carrista con taglio a doppio petto. Come spesso avviene, lo scultore ha voluto aumentare il fascino del soggetto grazie ad una serie di decorazioni che dimostrano trattarsi di un veterano dagli importanti successi militari. Cito solo a titolo di esempio: la Croce di Ferro di Prima Classe (sotto il taschino sinistro), la Croce di Ferro di Seconda Classe (nastrino nel secondo occhiello del doppiopetto), una Panzerkampfabzeichen (a sinistra della Croce di Ferro di Prima Classe) a dimostrare il numero di assalti a cui ha partecipato il carrista, la Verwundetenabzeichen (a destra della Croce di Ferro di Prima Classe) a memoria delle ferite riportate e la Deutsches Kreuz (sulla destra) concessa per atti di particolare coraggio e sarcasticamente chiamata dai militari “Uovo di Hitler” per l’aspetto di questa decorazione.

Pur essendo una classica rappresentazione di un veterano carrista della Panzerwaffe, il soggetto in questione ha almeno due originalità che lo rendo affascinante. Prima di tutto indossa una sciarpa, elemento sempre inaspettato e singolare soprattutto in un busto che, per sua natura, ha scarse possibilità di sfoggiare un’ampia gamma di ammennicoli. Ad incrementarne il fascino, si aggiunga il fatto che la sciarpa è sapientemente scolpita come se fosse mossa dal vento inducendo un effetto dinamico molto ben riuscito. Il secondo elemento di originalità è il fatto che questo bordfuhrer appartiene alla 116. Panzer-Division “Windhund”, divisione corazzata della Whermacht il cui simbolo identificativo è un levriero in corsa. La 116. Panzer-Division fu costituita nel marzo 1944 dai resti della 16. Panzergrenadier-Division e, a cominciare dal fronte normanno d’invasione, combatté fino alla fine della guerra sul fronte occidentale partecipando anche all’Offensiva della Ardenne del dicembre 1944. Il personale della 116. Panzer-Division, in particolar modo gli ufficiali, erano usi distinguersi dai colleghi apponendo sulla sinistra dei berretti una spilla riproducente il simbolo divisionale: un levriero in corsa che, all’interno di un ovale, supera d’un balzo una siepe di rovi.

La spilla in questione è correttamente scolpita sui berretti di entrambe le teste fornite dal kit. Uno dei pregi dei set Alpine è, infatti, quello di includere sempre due teste per ogni figurino. Nella maggior parte dei casi, esse non si distinguono per espressioni ma per il copricapo. Il set in oggetto non fa eccezione contenendo una testa con bustina ed una con berretto da ufficiale. In entrambi i casi i copricapi sono dotati della spilla identificativa descritta poco sopra.

Quest’opzione è sempre molto gradita benché la testa aggiuntiva abbia molte più possibilità di riuso in scala 1/35 che in scala 1/16. Faccio questa considerazione semplicemente ricordando quanto il mercato dell’1/35 sia esponenzialmente più vasto di quello in scala 1/16. Con ogni probabilità non avrò occasione di utilizzare la seconda testa ma sono molto lieto dell’opzione concessa perché mi permetterà di realizzare un perfetto ufficiale carrista impossibile da completare col giusto look senza il fascinoso quanto caratteristico cappello.

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L’unico rammarico che mi sento di esprimere riguarda la mancanza delle cuffie e del laringofono. Sarebbe stato molto bello avere anche questi accessori per completare al meglio il veterano carrista rappresentato. Ci si può parzialmente consolare col binocolo incluso nel kit, equipaggiamento tipico di tutti i bordfuhrer ed elemento capace di dare un tocco di luce grazie al color sabbia chiaro con cui è mimetizzato.