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A seguito della chiusura di quella istituzione milanese che erano «Le Messaggerie Musicali», ho qualche difficoltà a procurarmi i nuovi numeri delle riviste pubblicate da CaraktereSarl. Non che sia una particolare tragedia visto il gran numero di arretrati che devo ancora leggere ma ciò non diminuisce la mia apprensione sull’argomento. Nel caso in questione, provvidenziali sono state le vacanze estive che mi hanno permesso di comprare la rivista in oggetto grazie ad una breve tappa in Alsazia. L’occasione non poteva essere più favorevole considerando il mio grande interesse per l’oggetto dell’articolo principale della rivista: il carro armato E-75.

Si tratta chiaramente di un estratto del libro “Wehrmacht 1946” di recente pubblicazione da parte del medesimo editore. Nonostante la mossa astutamente commercialemirata ad incentivare l’acquisto di quest’ultimo, l’articolo in questione è molto ben fatto e pienamente apprezzabile. Il testo è di sicuro il meglio attualmente estraibile dai documenti esistenti e non mancano disegni tecnici e profili ad arricchire le pagine del dossier. Suggerisco caldamente a chiunque fosse interessato di procurarsi la rivista in oggetto pur nella consapevolezza che moltissimo è affidato a speculazioni a causa delle poche informazioni certe sullo sviluppo dell’intera serie Ee del E-75 in particolare (ricordo che solo l’E-100 era ad uno stadio di sviluppo avanzato al momento della fine della guerra e solo perché fu recuperato il lavoro svolto da Henschel un paio d’anni addietro per la realizzazione del progetto concorrente al “Maus”).

Al secondo posto, in una personale graduatoria di interesse, pongo la disamina sui vari tipi di mezzi corazzati usati dagli Alleati e dai Tedeschi nel corso della battaglia di Normandia. La concisa descrizione dei pregi e dei difetti di ciascun modello emergenti nel contesto ambientale normanno è decisamente interessante benché non sia altro che l’estremo sunto di pubblicazioni precedenti come “Dueldansle Bocage”, la cui lettura consiglio vivamente anche in questa sede.Degno di nota è anche l’articolo dedicato al Scout car “Dingo” inglese e soprattutto la seconda parte della disamina sui carri italiani che dimostra l’impreparazione della nostra industria bellica.