01 Krupp Steyr Waffentrager Trumpeter

A partire dal 1944, l’industria bellica tedesca avviò un serio ripensamento dell’intera struttura produttiva allo scopo di razionalizzare i processi e standardizzare il più possibile la componentistica dei veicoli che, a partire dal 1946, avrebbero soppiantato quelli in servizio. Emblematica in questo senso è la serie E (Entwicklung), meno noti sono i Waffentrager. I progetti correlati a questa famiglia di veicoli rappresentarono un tentativo di creare un’unica piattaforma cingolata per rendere semoventi una gran varietà di sistemi d’arma.

Questa loro natura non è da sottovalutare e dovrebbe far considerare in modo ben diverso le pessime valutazioni normalmente correlate ai progetti tedeschi di Waffentrager. Essi non sono da considerare dei carri armanti bensì dei cannoni in grado di muoversi autonomamente. Questo è un aspetto di grandissima importanza comportante un vantaggio tattico non indifferente. Basti pensare che nel 1943 l’esercito tedesco perse un Pak-40 ogni tre in servizio, nel 1944, col deteriorarsi delle risorse militari tedesche, ne furono distrutti tre su quattro. Perdite dovute al fatto che i cannoni al traino non potevano essere spostati rapidamente comportandone la quasi certa distruzione non appena il primo sparo ne rilevava la presenza. I Waffentrager avrebbero garantito l’indubbio vantaggio di permettere un pronto e rapido spostamento del pezzo non appena si palesava il rischio di subire fuoco di controbatteria.  Ciò avrebbe consentito di salvare il cannone e, soprattutto, i serventi. In un contesto di forte deperimento delle capacità militari della Wehrmacht, i Waffentrager avrebbero permesso di ridurre il tasso di perdite dei cannoni anticarro  (sempre più preziosi considerando il costante aumento del numero di mezzi corazzati avversari), mantenendo inalterata l’efficacia difensiva degli stessi e non privando risorse importanti alla produzione di carri armati veri e propri. I Waffentrager avrebbero avuto ruolo talmente importante nelle future forze armate tedesche che, già nel modello di Panzerdivision elaborato per il 1945, era previsto sostituissero tutti gli armamenti al traino.

Benché i Waffentrager fossero idealmente destinati ad imbarcare qualsiasi sistema d’arma in servizio o in sviluppo, fu  l’eccellente Pak-43 da 8.8 cm. ad essere oggetto dei primi studi dedicati. Tale scelta non deve sorprendere, si trattava del miglior cannone anticarro della guerra e, quindi, fu di primaria urgenza sviluppare Waffentrager specificatamente predisposti per trasportare quest’arma in un momento in cui alle masse sempre più numerose di carri armati avversari si contrapponeva un numero sempre più esiguo di armamenti anticarro. Si trattava, inoltre, di un cannone dal peso ragguardevole che, non potendo essere spostato rapidamente, era pericolosamente esposto al tiro avversario e, quindi, particolarmente bisognoso di essere reso semovente.

Nell’ambizioso e remunerativo business legato al programma Waffentrager si gettarono a capofitto un gran numero di industrie tedesche, ognuna delle quali concretizzò a suo modo il concetto di piattaforma semovente. Uno dei Waffentrager più originali fu il modello sviluppato dal gruppo Krupp-Steyr caratterizzato da una minuscola torretta a forma esagonale equipaggiata con un Pak-43 la cui enorme volata genera un suggestivo sbilanciamento volumetrico delle forme. Questa torretta, benché a cielo aperto, garantiva una protezione avviluppante ai serventi normalmente inesistente in altri Waffentrager. Infine, è interessante notare come questo specifico Waffentrager avesse più di un elemento meccanico in comune con il trattore cingolato RSO prodotto proprio dalla Steyr.

E’ proprio questo particolare modello di Waffentrager ad essere proposto dal kit Trumpeter oggetto di questo articolo.  La società Trumpeter si fa spesso notare per proporre sul mercato soggetti inusuali come quello in questione ma, purtroppo, la qualità dei suoi kit non è al livello di quella garantita da altre ditte sue concorrenti. Mediamente i modelli Trumpeter si aggiudicano, nella mia personale valutazione, una sufficienza risicata, non fa eccezione la scatola di montaggio qui proposta. I dettagli sono mediamente grossolani, lo spessore della plastica un poco eccessivo e, molto probabilmente, mancano elementi che dovranno essere autocostruiti o recuperati da set di fotoincisioni. Ciononostante il kit ha il vantaggio di un prezzo contenuto, replica in scala un soggetto mai precedentemente proposto e fornisce una base ottimale ai modellisti più esperti che volessero cimentarsi in migliorie ed un modello di facile costruzione a chi si accontenta. Nel complesso si tratta di un apprezzabile compromesso che kit più complessi non possono offrire.