Credo di non aver mai visto tanti film italiani come nell’ultimo anno. Sulla mia scarsa considerazione dei film nostrani degli ultimi decenni ha certamente giocato molto pregiudizio ma anche il livello medio-basso delle pellicole, soprattutto se costruite a tavolino per ottenere un facile successo presso il pubblico. A farmi ricredere ed a stimolare una mia maggior curiosità per il cinema italiano di oggi, ha giocato ruolo fondamentale la visione di “Smetto quando voglio” del 2013, film di Sydney Sibilia con Edoardo Leo nel ruolo del protagonista. Ammetto di aver amato molto questo film perciò mi sono recato a vedere con grande entusiasmo “Noi e la Giulia” di cui Edoardo Leo è regista e sceneggiatore oltre che attore in uno dei ruoli principali.
Devo subito dire che le mie aspettative non sono state tradite, bensì soddisfatte ancor più di quanto prevedevo. Il film mi è piaciuto molto. L’ho trovato assai divertente e, soprattutto, incardinato su una storia convincente e ben strutturata. Benché non originalissima, in essa si inserisce ben presto un elemento disturbante che ne condiziona il proseguo in modo certamente non prevedibile dallo spettatore poco informato sulla pellicola. I tre protagonisti, infatti, sono quarantenni considerabili dei falliti se esaminati dal punto di vista del successo carrieristico e rapace che ci è imposto dai parametri di giudizio imperanti. Per varie e distinte ragioni si ritrovano a dare una svolta alle loro vite acquistando tutti e tre insieme un vecchio casale. Lo scopo è, come aspirazioni comuni vogliono, ristrutturarlo per farne un agriturismo di successo. A loro si unirà prima un sessantenne dalla grinta sessantottina e dagli ideali traditi dalla storia ed una giovane in cinta dalla creatività vulcanica.
Si coglie fin da subito come il film sia ben impostato. Le vicende personali dei protagonistii sono narrate ed interpretate dagli attori in un modo tale da rendere obiettivamente impossibile non esserne partecipi. Rispecchiarsi in loro diventa naturale ed automatico con una partecipazione totale alle piccole e grandi difficoltà che la vita reale semina sul loro percorso. E’ a questo punto che interviene l’elemento disturbante: la camorra. Incarnata da personaggi meschini e violenti, rappresenta un odioso e ributtante ostacolo che contamina il loro presente e rende incerto il futuro. L’imposizione del pizzo, il cui pagamento si accompagna a minacce costanti, è un incubo per uscire dal quale l’abbandono del casale sembra essere l’unica soluzione. Questo cancro mortifero che appesta il futuro dei protagonisti è onnipresente e diviene sempre più asfissiante ed intollerabile tanto più si avvicina la realizzazione del loro sogno. Per di più la girandola di maldestre trovate con cui i nostri eroi prendono tempo e cercano di nascondere in cantina (nel senso letterale del termine) i loro problemi con la malavita, innesca una catena di eventi che sfuggiranno ad ogni controllo fino ad un finale di riscatto ma assai incerto.
E’ la prima volta che mi capita di percepire tanto chiaramente la distruttività del pizzo, di sentire sulla mia stessa pelle il disgusto per la criminalità organizzata e di comprendere appieno quanto essa impedisca il pieno sviluppo della società e del tessuto economico italiano. Proprio questo film, grazie alla sua ironia ed alla grande empatia che crea fra personaggi e spettatori, permette di avvertire in modo diretto quanto le mafie siano un problema di tutti, parassiti che succhiano il sangue di ognuno di noi impedendo, a tutti i livelli della società, una convivenza giusta e civile nonché la vita serena ed il riscatto delle singole persone. Il fatto che uno dei camorristi, il possessore dell’Alfa Romeo “Giulia” del titolo, si dimostri il più umano ed aiuti i nostri eroi, non deve trarre in inganno. Si tratta del pesce più piccolo nella piramide gerarchica camorristica. Addirittura sotto i due giovani corrieri in motorino rintronati dai videogame. Il supporto che da ai protagonisti è effimero, momentaneo, vigliacco, dettato dalla convinzione di non poter cambiare le cose ma solo posticipare l’inevitabile. Contribuirà, quindi, solo ad accelerare il vortice di eventi in cui sono risucchiati i protagonisti.
Concludendo, consiglio vivamente a tutti la visione di “Noi e la Giulia” in quanto film capace di divertire, commuovere e far riflettere con grande intensità.