Per questo Natale 2014, presi la decisione di regalare a me ed ai miei genitori un pomeriggio di teatro a Milano. L’occasione sarebbe stata propizia non solo per tornare, dopo tanti anni, tutti insieme davanti al palcoscenico ma anche per godersi una passeggiata in centro città ed una visita al nuovo “Eataly Smeraldo”, polo attrattivo di sicuro interesse e meraviglia per la costruttiva curiosità dei miei.
Dando un occhio a metà dicembre alle proposte dei teatri meneghini, la mia attenzione è stata subito attratta dallo spettacolo “Il Clan Delle Divorziate” in programma al Teatro San Babila fino al prossimo primo febbraio 2015. E’ così che comprai tre biglietti in primissima fila per lo spettacolo pomeridiano di domenica 28 dicembre.
Purtroppo il destino ci ha giocato uno scherzo inaspettato e, perciò, non è stato possibile realizzare il progetto descritto. Colgo l’occasione per augurare ai miei genitori una pronta guarigione assicurando sempre l’assistenza del sottoscritto sia come infermiere che come casalingo tuttofare. Tranquilli, faremo presto in modo di concretizzare quanto non è stato possibile fare in questi giorni!
Essendo i biglietti acquistati e non risarcibili, mi sono recato a vedere lo spettacolo coinvolgendo l’amico Gianpaolo nell’impresa. Purtroppo un posto è rimasto inutilmente vacante ma, trattandosi di una domenica di rientro o di partenze, non mi è stato possibile trovare altri volontari.
“Il Clan Delle Divorziate” è una commedia francese scritta da Alil Vardar. Dopo il suo debutto a Tolosa nel 2004, i successi di pubblico e critica si sono susseguiti senza sosta tanto che la pièce è ancora oggi in scena a Parigi e, dopo dieci anni, ha conquistato più di due milioni e mezzo di spettatori. Con il 2014, l’opera è stata adattata anche per l’estero ed è proprio a Milano che ha avuto la sua prima rappresentazione oltralpe.
La commedia racconta la storia di tre donne da poco divorziate che si trovano costrette dalle circostanze a condividere un appartamento. Nei ristretti spazi di quest’ultimo verranno rapidamente alla luce le difficoltà di convivenza dovute alle differenze di età, cultura e status sociale delle protagoniste; diversità enfatizzate dal loro opposto modo di reagire al divorzio e di approcciarsi alla loro nuova vita da single. Sarà, però, proprio l’intrecciarsi delle loro differenti sensibilità, emozioni ed esperienze a legarle ad una profonda amicizia che le aiuterà a superare le difficoltà e soprattutto ad instaurare una solidarietà di gruppo non comune nel gentil sesso. “Il Clan Delle Divorziate” si conclude con la rinuncia all’inaspettato quanto desiderato appuntamento con un uomo di una delle tre, un atto disinteressato che, posto in essere a vantaggio delle due amiche, dimostra la profonda amicizia nata fra le protagoniste e indica nell’indipendenza dagli uomini (anche e soprattutto emotiva) la via per una serenità dell’animo che è anche chiave per il successo con gli stessi.
A questi temi quasi “classici” apporta elemento destabilizzante nonché un ribaltamento continuo delle prospettive il fatto che una delle donne è interpretata da un uomo. Ciò dona alla commedia un carattere unico e veramente divertente capace di scatenare risate a ritmo continuo. Gli attori interpreti (Lucia Vasini, Jessica Polsky e Stefano Chiodaroli) sono tutti molto bravi e bene interpretano le differenze di carattere ed atteggiamento delle tre protagoniste dando all’opera la verve necessaria.
Concludendo, consiglio a tutti di andare a vedere a teatro la pièce in oggetto anticipando l’immancabile film che, sono sicuro, verrà prima o poi tratto dall’opera.