Nel momento in cui fu avviato il processo di riarmo della Wehrmacht negli anni precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, furono sviluppate varie categorie di semicingolati per il trasporto di materiale ed il traino di pezzi d’artiglieria. Furono distinte varie classi a seconda della capacità di traino del veicolo e particolarmente noto diventò il binomio fra il cannone antiaereo da 8.8 cm. e lo Sdkfz. 7, meglio noto come 8t. per la sua capacità di trainare pesi fino a tale tonnellaggio.
Lo Sdkfz. 7 (abbreviazione di Sonderkraftfahrzeug – veicolo speciale per impiego militare) fu impiegato con successo lungo tutto il corso della Seconda Guerra Mondiale per il traino di pezzi d’artiglieria pesanti, il trasporto dei serventi degli stessi nonché delle relative munizioni. Salve le versioni montanti pezzi antiaerei, le modifiche apportate allo stesso negli anni di conflitto furono minime e soprattutto mirate a ridurre il consumo di materiale strategico che, ad esempio, portò allo sviluppo di un pianale posteriore in legno introdotto dalla seconda metà del 1944.
Il semicingolato in questione percorse i deserti del Nord Africa e le steppe della Russia fino alle rovine di Berlino ed è ora oggetto di un bel modello Dragon che, finalmente, offre la dovizia di precisione e la cura dei particolari che il soggetto merita pienamente. I precedenti Tamiya, infatti, sono modelli degli anni settanta che risentono in toto del tempo trascorso e del fatto di essere stati concepiti come giocattoli motorizzati. Anche i più recenti kit Trumpeter, almeno per quanto si può leggere su Internet, non sono perfetti a causa di dimensioni errate e di particolari imprecisi. Dragon, al contrario, offre un modello dalla qualità notevole e dal dettaglio estremamente fine come dimostra al primo sguardo il contenuto della scatola.
Se dalla mia precedente esperienza di montaggio di un Sdkfz. 7 Tamiya posso confermare con sicurezza la superiorità del modello Dragon sotto ogni punto di vista, resta l’incertezza relativa alla difficoltà di montaggio di quest’ultimo. I tanti pezzi presenti imporranno un’attenzione che modelli più semplici non richiedono ma, come è ovvio, si tratta di un prezzo da pagare per ottenere una precisa riproduzione in scala del semicingolato.
Il kit in questione si distingue anche per l’abbondanza di pezzi extra e per la finezza dei cingoli maglia per maglia presenti. Un po’ più perplesso mi lasciano i figurini inclusi. Non certamente per il dettaglio degli stessi ma perché sono in numero inferiore ai posti disponibili (non permettono, quindi, di affollare i sedili come mostrato nella bella box art di Ron Volstad) ed hanno comuni divise riconducibili ai primi anni della guerra. Il modello ed il soggetto in questione avrebbero meritato uno sforzo superiore da parte di Dragon sia per numero di figurini sia per originalità degli stessi.
Concludo ricordando che quello in oggetto è lo Sdkfz. 7 di prima produzione. Si tratta di quello più comunemente noto ed entrato nella memoria di ogni appassionato di storia militare. Sebbene operativo per tutta la guerra, va tenuto presente che varie modifiche intervennero nel corso degli anni e che Dragon è stata prolifica nel dedicare ad esse un modello specifico. Attualmente oltre a quello qui trattato, è presente sul mercato la “Initial Production” del 1939-40, la “Final Production” del 1944-45 (quella col pianale in legno) e la “1943 Production”. Tale offerta, probabilmente destinata ad aumentare, consente al modellista di acquistare quella di suo maggior gusto o quella più appropriata per il periodo in cui è ambientato il diorama in cui andrà collocato.
Ovviamente anche nella mia raccolta non poteva mancare questo soggetto: presenti sia il vecchio TAMIYA (ormai nel dimenticatoio) e il modello qui recensito.
Due piccole precisazioni:
il termine Sonderkraftfahrzeug indica un veicolo specificatamente concepito per l’impiego da parte dell’esercito indipendentemente dalle caratteristiche automobilistiche (cingolato, ruotato, semicingolato) o dalla presenza o meno della corazzatura o armamento…
La parola “multiruolo” è usata in maniera impropria: la traduzione di questa è MEHRZWECK e identifica un singolo veicolo capace di soddisfare differenti ruoli.
Infine i figurini.
Quelli della scatola mi sembrano appropriati al modello sia per il periodo che per l’impiego: gli artiglieri viaggiavano con il loro pezzo e non dovevano compiere imboscate, normale quindi che la loro uniforme non fosse accattivante o elaborata come quelle dei soldati impiegati in prima linea.
Un caro saluto, Sergio.
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Sei troppo avanti, Sergio!
Ti ringrazio per la correzione inerente la traduzione di Sdkfz. Ho inserito nell’articolo un abbozzo di definizione in italiano.
Per quanto concerne i figurini non sono d’accordo con te. Sono troppo pochi ed avrei preferito maggior originalità che, prima di tutto, poteva tradursi nella riproduzione di militari del DAK o delle Waffen-SS. Ci sono stati anche Sdkfz.7 di prima produzione che si sono fatti tutta la guerra o che hanno trainato cannoni anticarro come i Pak-43 o i Flak 36-37 usati contro bersagli a terra perciò serventi un po’ meno “fru-fru” e più da prima linea ci sarebbero stati alla grande…
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Fru-fru?? Stiamo parlando della Wehrmacht eccheddiamine!!
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😉
Tutte le volte che vedo figurini come questi, con la loro bella bustina e la divisa intonsa, mi vengono in mente i “soldatini” tedeschi nei film americani degli anni cinquanta/sessanta e il termine diventa doveroso. 🙂
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