Il 18 e il 19 novembre 2014, Nexo Digital (http://www.nexodigital.it) si è resa promotrice di una nuova, lodevole iniziativa che ha visto il ritorno nelle sale cinematografiche italiane di un capolavoro senza tempo: “Ghostbusters”. Si è così voluto omaggiare i trent’anni dall’uscita di un film che, nell’anno domini 1984, folgorò il mondo intero e sancì un successo tanto meritato quanto duraturo. Grazie ad attori icona come  Bill Murray e Sigourney Weaver nonché al sapiente lavoro di Ivan Reitman alla regia e di Dan Aykroyd e Harold Ramis che, oltre ad interpretare due dei protagonisti della pellicola, furono anche gli autori di una geniale sceneggiatura, “Ghostbusters” gode ancora oggi di una ben meritata popolarità capace di trascendere i decenni e le generazioni.

Ovviamente, dopo trent’anni, il film non brilla per realismo degli effetti speciali. Del resto essi non sono mai stati dei veri punti di forza della pellicola. E’, in realtà, la semplice quanto geniale idea di fondo e, soprattutto, la straordinaria sceneggiatura a rendere “Ghostbusters” un gioiello di raro coinvolgimento e diletto. Sono proprio le brillanti battute, scambiate dai personaggi in un costante quanto magistrale botta e risposta, che permette al film di evitare cali di tono e rallentamenti nel ritmo della narrazione. Se a quanto precede si aggiunge che esse sono spesso epocali e così consone al carattere del personaggio da descriverlo in pochi istanti con un’accuratezza che solo qualche tomo di psicologia applicata potrebbe fare, ecco che diventa facilmente comprensibile come i protagonisti abbiano potuto conquistare le simpatie del pubblico per così tanto tempo.

Va comunque detto che rivedere al cinema un film di trent’anni fa è stato tanto entusiasmante quanto ingrato nei confronti dello stesso. Nonostante la pellicola sia stata recentemente rieditata in blu-ray dopo un (spero) accurato restauro, quanto passato al cinema non ha brillato né per la qualità dell’immagine né, tanto meno, per quella audio. L’evento di Nexo Digital non è stato, quindi, l’occasione per proporre ai fan una proiezione di alta qualità, bensì il pretesto per un raduno di appassionati riuniti davanti ad un grande schermo per la mistica contemplazione di un film visto solo in televisione. Pur riconoscendo un non disprezzabile fascino vintage ad una proiezione sgranata e dai colori sbiaditi, restano evidenti i limiti importanti che ciò ha imposto alla godibilità della stessa. Difetti che, per quanto mi concerne, sono diventati drammatici nei momenti di passaggio della canzone “Ghostbusters” firmata da Ray Parker Jr. Trascinante ed evocativa, icona portante e distintiva di tutto il film, la canzone era l’ombra di se stessa a causa di un audio incapace di trasmetterne la potenza dirompente.

Nonostante quanto sopra descritto, le dimensioni dello schermo cinematografico e la qualità dell’opera hanno regalato emozioni importanti a tutti i presenti che non hanno lesinato risa ed entusiasmi al ripetersi di scene ben conosciute ma sempre travolgenti.

“Ghostbusters” è solo l’ultimo esempio di un trend in crescita che ha riportato al cinema vecchie glorie come la saga di “Ritorno al Futuro”. Se tali iniziative hanno il duplice pregio di sollazzare fan di ogni età e di permetterne la visione cinematografica anche a chi era troppo giovane al momento della loro uscita originaria, dall’altra dimostrano con disarmante chiarezza la mancanza di idee del cinema moderno. Rivedere un film come “Ghostbusters” e constatarne la capacità di entusiasmare un pubblico dopo ben trent’anni dalla sua realizzazione (nonostante una semplicissima storia di fondo ed i rudimentali effetti speciali), si traduce in un atto d’accusa verso un cinema attuale totalmente incapace di sviluppare storie nuove ed originali. Cosa ancor peggiore, rende evidente l’odierna mancanza di autori capaci di elaborare sceneggiature curate e brillanti che sappiano dare sostanza e passione a personaggi e storie destinate al cinema. Con questo non intendo generalizzare, esistono importanti eccezioni e, cosa non da poco, è ben difficile stabilire se si tratta effettivamente di carenza di idee oppure se subiamo le conseguenze di dogmi commerciali che percepiscono con terrore qualunque novità dai riscontri incerti presso il pubblico. Comunque sia, il risultato di tutto ciò è che viviamo un cinema impoverito da infinite rielaborazioni di opere già note, le quali, inevitabilmente, producono film incapaci di emozionare e che, nonostante mirabolanti effetti visivi, sono mortalmente noiosi e banali!